Tribunali minori, gli avvocati in cerca di “prove”

Gli “indizi” non bastano e da buoni avvocati i presidenti degli Ordini forensi di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto, vogliono le “prove”: nero su bianco, cioè, per quello che era stato promesso e che non è stato, ovvero la riapertura delle piante organiche dei tribunali cosiddetti minori e non solo la proroga, tra l’altro di un solo anno anziché di tre, alla chiusura.

L’ordine del giorno approvato dalla commissione presentato da Sigismondi sulla disponibilità e rivedere gli organici, non basta. E’ solo un indizio, nessuna prova che il personale vada a coprire i buchi negli uffici.

Parlano di “moderata soddisfazione”, giustamente, le toghe abruzzesi e di “aperto dissenso” per le piante organiche rimaste chiuse. In attesa, d’altronde, del gruppo di lavoro, anche questo promesso, che lavori ad una riforma complessiva della geografia giudiziaria.

“Restiamo in fiduciosa attesa di essere convocati, quanto prima, a quel tavolo tecnico-istituzionale preannunciato dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove – scrivono i presidenti dei Fori – allo scopo di apportare il loro contributo, tecnico e di esperienza, alla individuazione di soluzioni atte a porre rimedio, muovendo proprio dalla questione ‘Abruzzo’, alle gravi incongruenze della riforma della Geografia Giudiziaria concepita nel 2012 dal Governo Monti, che si è rivelata oltretutto, lì dove attuata, deleteria e fallimentare, sia sul versante del presunto risparmio di spesa, che su quello della asserita maggior efficienza e celerità del sistema Giustizia”.

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