Trovato esanime in casa, giallo sull’aggressione ad un ferroviere

E’ in coma, ricoverato nel reparto di terapia intensiva di Sulmona, intubato e con la vita appesa ad un filo. E’ giallo, però, soprattutto, su cosa sia veramente accaduto ad un uomo di sessantuno anni, un macchinista delle ferrovie, ritrovato una decina di giorni fa nella sua abitazione nella zona Peep in una pozza di sangue.
Sulla vicenda sta indagando la squadra anticrimine della polizia di Sulmona coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Stefano Iafolla, perché quello che all’inizio era stato considerato un malore, un incidente domestico, potrebbe in realtà nascondere un gesto niente affatto accidentale.
Questa almeno è l’ipotesi che fanno gli inquirenti, dopo aver riscontrato come alcune lesioni riportate dall’uomo, non sarebbero affatto compatibili con l’ipotesi di una caduta accidentale e di un malore.
Nell’abitazione del sessantunenne, d’altronde, non ci sono segni di effrazione, né sembra mancare nulla: l’ipotesi di una rapina o di un tentativo di rapina finito male, quindi, sembra poco probabile. Più verosimile, invece, è che l’uomo abbia aperto al suo “carnefice”, qualcuno che conosceva insomma o legato alla famiglia, con cui potrebbe aver avuto una furibonda lite finita male.
Di tracce sul posto, d’altronde, non è stato possibile ritrovarne, perché la segnalazione delle “strane lesioni” sono arrivate da parte dell’ospedale alla polizia con almeno due giorni di ritardo.
Quel che si sa è che l’uomo è stato ritrovato privo di sensi e in una pozza di sangue da una delle due figlie rientrata in casa la sera dell’8 febbraio scorso. La giovane, evidentemente pensando ad una caduta dovuta ad un malore (un ictus o una crisi diabetica, di cui pure l’uomo soffre) aveva chiamato l’ambulanza, senza interessare le forze dell’ordine.
Solo in un secondo tempo, quando i medici hanno fatto le prime valutazioni, si è scoperto che le ferite riportate (tra cui traumi in volto) non erano compatibili con una caduta accidentale o dovuta ad un malore.
Al momento non risultano persone iscritte nel registro degli indagati, ma la squadra anticrimine della polizia sta vagliando tutte le ipotesi investigative, cercando di capire chi quella sera ha visto e parlato per ultimo con il ferroviere.

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