Trovato morto nei campi ex migrante a Sulmona

Proveniva dall’ex centro di accoglienza di Sulmona, quello dell’Europa Park Hotel, l’ivoriano trovato morto ieri a Rosarno con una forbice conficcata alla gola. Ousmane Keita, 22 anni, era andato via dal capoluogo peligno nel maggio scorso, dopo che le nuove restrizioni imposte dall’allora governo avevano reso difficile il mantenimento di centri di accoglienza sotto le cinquanta unità, tanto più che l’immobile doveva essere destinato ad un progetto di una residenza sanitaria assistita per anziani.


Keita, che dopo una permanenza di un anno e mezzo a Sulmona (era arrivato nell’ottobre del 2017) si era trasferito in Calabria dove era “alloggiato” nella tendopoli di San Ferdinando, è stato trovato morto ieri in un agrumeto dove lavorava come bracciante agricolo. Uno dei tanti “schiavi” del terzo millennio che per pochi euro si spezzava la schiena come bracciante. A trovarlo sono stati i compagni, preoccupati per il suo mancato rientro nella tendopoli. Così giunti nell’agrumeto, in località “Bosco”, il corpo del giovane è stato trovato ormai senza vita con una forbice, di quelle che si usano per la raccolta, conficcata tra la testa e la gola.


Sulla vicenda sta indagando la procura di Palmi che non esclude possa essersi trattato di un omicidio (anche se non sono stati riscontrati segni di colluttazione), né che possa essere stato un incidente (forse una caduta).
In molti tra i volontari e gli operatori che lo avevano conosciuto a Sulmona hanno espresso in queste ore il loro dolore e il loro cordoglio: “Posso solo provare ad immaginare cosa significhi essere africano, oggi, in Italia – scrive una ex operatrice di Sulmona -. Ciao, Ousmane, felice di averti conosciuto e di aver lavorato per te nel settore accoglienza a Sulmona”.

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