Turisti non per caso: la visione della Dmc

Il dibattito è carne viva nel cuore della stagione estiva e degli eventi, con la tassa di soggiorno e una candidatura a Capitale della Cultura sul tavolo. Ne abbiamo parlato con Fabio Spinosa Pingue, presidente della Dmc Terre d’Amore che da poco ha rinnovato le cariche direttive con Mariadora Santacroce vicepresidente, Gaetano Di Bacco, Angelo Palombizio, Augusto De Panfilis, Luigi La Civita e William Di Carlo.

Allora contro o a favore della istituzione della tassa di soggiorno proposta dal Comune di Sulmona?

Non è un tema da curva sud. È un po’ più complesso.

Noi chiediamo da almeno qualche lustro di trasformare questo straordinario fermento culturale e di volontariato che esiste nella nostra comunità, unico in tutta la regione Abruzzo, in un autentico comparto economico così da produrre stabilmente occupazione, Pil, ricchezza. L’attuale amministrazione comunale sembra voglia fare sul serio

Cioè?

Ci dicono che il Turismo è un settore dove vogliono investire seriamente. Perché allora non raccogliere la sfida? L’alternativa è scegliere se continuare questo stillicidio giocando in difesa o condividere un progetto turistico di rilancio e almeno provarci. Per noi la strada è obbligata considerata la nostra ultra-millenaria storia. Sarebbe da irresponsabili non farlo

Investire sul turismo partendo dalla tassa di soggiorno, non le sembra una contraddizione?

No, perché le metodologie macroeconomiche non lo escludono. Semmai pretendono la forza e consapevolezza del progetto da parte di tutti gli stakeholder, budget, risorse, reporting, professionalità e lavoro di squadra. Noi stiamo cercando semplicemente di trasformare questa odiosa tassa in una opportunità

Si spieghi meglio

È evidente che l’amministrazione ha bisogno di entrate viste le difficoltà di bilancio, e volendo puntare sul turismo istituisce la nuova tassa.  Noi facendo prevalere il grande senso di responsabilità che ci appartiene, e non senza mille difficoltà, non diciamo no. Eppur avremmo mille ragioni. Peraltro, il periodo è quello meno indicato a ridosso di quella che sembra una tempesta perfetta: Covid, prezzi impazziti delle fonti energetiche, materie prime introvabili, guerra a ridosso dei confini europei… Noi invece diciamo SÌ, ma non a prescindere

E quali sono le condizioni?

Ci vuole soprattutto consapevolezza che se come città d’arte mettiamo la tassa di soggiorno poi finiscono gli alibi; per tutti. Insomma quando un turista ti paga la odiosa tassa poi non ti perdona assolutamente nulla sulle recensioni… Non si può avere più un parcheggio coperto che chiude di notte, vigili e operatori turistici che non parlano almeno la lingua inglese, non è tollerabile una totale assenza di servizio taxi e un inefficace trasporto pubblico, è indispensabile fare la distinzione tra “evento attrattore turistico” ed evento per noi stanziali, operatori economici che non hanno menù in inglese, la città deve essere infiocchettata tutto l’anno e non si può ricordare di tagliare l’erba nel mese di luglio, non si può dare il patrocinio e/o un contributo ad un evento turistico appena una settimana prima, non si possono avere musei chiusi la domenica, a Pasqua, Ferragosto, Natale. Bisogna potenziare l’ufficio cultura/turismo, ma anche noi operatori dobbiamo formarci meglio, consorziarci per andare all’estero a “incantare” turisti da portare in valle. Insomma, c’è questa consapevolezza tra le forze politiche, in amministrazione, tra la tecnostruttura del Comune, tra gli operatori culturali ed economici? Se non c’è lasciamo perdere altrimenti ci facciamo male e distruggiamo anche quel poco di buono che abbiamo in termini di presenze turistiche. Si chiama in gergo “effetto boomerang”

Non è poco, ma basta questo?

Ci sentiamo partner della nostra Comunità. Abbiamo suggerito che se la Valle Peligna deve essere una destinazione turistica la tassa deve essere presente in tutti i comuni, nessuno escluso. Dobbiamo muoverci insieme. E non solo per non creare discriminazioni. Sulmona fa da apripista ma ora dobbiamo dare tutti un segnale di maturità.

Che si tenga conto che non si possono cambiare le regole del gioco a partita iniziata. Ci sono tour operator che hanno già sottoscritto contratti, accordi con strutture alberghiere della città, quindi bisognerebbe partire dal 1 gennaio o quanto meno tener conto di ciò. Abbiamo proposto, per includere anche quei piccoli Comuni della valle con poca vocazione turistica, di prevedere un importo della tassa che cresce e va a regime in 2/3 anni così anche da monitorare quello che avviene con la qualità dei servizi offerti

Insomma, bisogna studiare e fare i compiti. A proposito a che punto siamo con l’I.T.S. Turismo & Cultura?

Regione Abruzzo, dopo la sentenza del Tar, ha  affidato il progetto  alla  nostra compagine che si è costituita in Fondazione ed il Comune di Sulmona ha chiesto di entrare. Ho ragione di ritenere che entro l’autunno avremmo la seconda sede regionale qui a Sulmona pronta per i corsi di specializzazione; i ragazzi saranno formati direttamente dagli imprenditori nelle vesti di docenti

E per il Museo di Ovidio a che punto siamo?

Siamo in dirittura di arrivo. Ma il difficile arriva ora. È ora che dobbiamo dare il meglio di noi

Ma non era pronto?

Mettiamola così: qualcuno tra CCIAA Aq e Regione Abruzzo ci ha regalato una Ferrari perché il Museo ad Ovidio è una Ferrari. Però se non la iscrivi al campionato di F1, se non fai la squadra di tecnici, se non trovi un buon pilota ed un copilota, se non metti la benzina e non fai il cambio gomme la Ferrari rimane ferma al garage.

Le gestioni dei Musei purtroppo sono deficitarie ovunque. Nel mondo si contano sulle dita di una mano quelli virtuosi. Quindi ci vuole molta lungimiranza e soprattutto tante risorse pubbliche e coinvolgimento di mecenati per farlo partire e funzionare bene. Il ritorno per tutto il territorio è assicurato

Ci vorrebbe anche un assessore al ramo, per cominciare

Il prossimo, e speriamo imminente, direttore d’orchestra che ha da coordinare questo portentoso lavoro, deve essere uno che abbia, da curriculum, almeno i fondamentali. A prescindere da dove sia nato e il colore del calzino che indossa. Non uno che è andato in vacanza a Sharm el Sheikh e per questo diventa assessore al Turismo… Ciò a proposito di quella consapevolezza di cui si parlava.

Cosa ne pensa della candidatura a Capitale Italiana 2025 della Cultura?

Non è un gioco. C’è da studiare  bene se è il caso di partire. La Ceccaroni ha avuto questo intuito. Ora c’è da capire se ci sono le condizioni minime per gareggiare alla pari. Ci sono competitor agguerritissimi che sono partiti già qualche anno fa perché la posta è ambita, porta tantissimo turismo, si richiedono cospicue risorse pubbliche e private, si accendono per diversi anni riflettori sulla nostra città. È una occasione straordinaria per tornare a far riprendere il vento alle nostre vele da tempo stanche. Spero non venga affrontata come qualche lustro fa dove gli amministratori di Sulmona pretendevano di redigere un progetto di candidatura in 15 giorni. Risultato? Qualche decina di migliaia di euri buttati. Però in compenso molti articoli su stampa locale…

E invece cosa si dovrebbe fare? Cosa suggerite?

Qualcuno diceva che nella vita o si vince o si impara. Cerchiamo di vincere e se non ci riusciamo almeno ci rimane un progetto per il quale ci obblighiamo tutti a portarlo avanti. A prescindere. Altrimenti è meglio avere il coraggio di fermarsi e prepararsi per l’anno dopo. Noi vogliamo capire se ci sono le condizioni minime: 1) Abbiamo bisogno del supporto e la consulenza di agenzie che hanno redatto e vinto le passate edizioni (che purtroppo costano) 2) Per il progetto si necessità almeno di qualche centinaio di migliaia di euro 3) Che sia un progetto di territorio 4) E’ il Progetto (tema, idee innovative, risorse finanziarie private, pubbliche, partnership con realtà produttive e centri di ricerca, gemellaggi, coinvolgimento delle comunità straniere dove vivono i Peligni) che vince e non la storia che abbiamo o le relazioni della politica 5) Il tema. Uno potrebbe essere l’acqua vista la nostra storia (penso alle Uccole di Raiano che contrariamente ai cunicoli di Claudio, che non hanno funzionato, hanno portato acqua in Valle Peligna per 2000 anni) la presenza di player dell’industria di bevande e il nostro sistema idrico. Come preservarla, come valorizzarla, come accumularla, come non sprecarla

Turismo e Cultura: ma non è che in Italia si fanno troppi studi che sembrano più per i consulenti che per il territorio?

In parte sì. Con l’aggravante che poi rimangono da parte ed il nuovo amministratore vuole fare il suo. Non si conosce il principio della continuità amministrativa. Penso, parafrasando Ernest Hemingway “Siamo tutti apprendisti in un mestiere dove non si diventa mai maestri. La Vita”, che dobbiamo studiare di più e vedere le best practice che si sono.

9 Commenti su "Turisti non per caso: la visione della Dmc"

  1. Sandro De Panfilis | 10 Luglio 2022 at 07:56 | Rispondi

    Ecco un ottimo intervento nel dibattito cittadino sulle politiche economico-amministrative che dovrebbero essere al centro dell’interesse dell’Amministrazione….

  2. Pietro Campanella | 10 Luglio 2022 at 10:05 | Rispondi

    Una visione e analisi perfetta su un territorio che necessita un cambio di passo dopo la desertificazione industriale..

  3. Finalmente!! Aggiungerei _è un mio vecchio pallino(la mia tesi di laurea)_ una moderna agricol tura. ci sarà chi saprà almeno iniziare il cammino?

  4. Anna Maria Coppa | 10 Luglio 2022 at 14:06 | Rispondi

    https://www.comune.siena.it/node/2694#:~:text=Stefania%20Fattorini%20entra%20come%20nuovo,attiva%20e%20internazionale%2C%20e%20patrimonio.
    Ho avuto l’opportunità di visitare Siena per quasi un anno( con cadenze quasi settimanali…i viaggi della speranza…). Consiglio di visitarla…guardando con attenzione la qualità della vita a Siena. Ho ricordi dolorosi..ma comunque è una CITTA’ degna di questo nome..a cominciare dal suo..”Famosissimo” Ospedale…

  5. Ma passando dalle VISIONI ai FATTI, in tutti questi anni di gestione, i vecchi e nuovi CDA
    di DMC (i nomi degli eletti questo affermano) cosa hanno portato in dote e in soldoni in CASA e sul territorio?
    Volteggiare nei pensieri siamo tutti bravi(e ancor più nel criticarli), ma ancora di più nel puro gestire i finanziamenti… a quanto pare, ma mai nessuno che abbia proposto un investimento di elicicoltura che è il “nostro forte” dello Slow Action & Thinking “territoriale”.

  6. bene,si dimentica che e’ tutto creato,pensato,applicato,realizzato,ecc,inventato anche il futuro,quindi le chiacchiere non portano da nessuna parte,soprattutto non danni risultati,i piani,progetti,studi,analisi,numeri statistici flussi turistici,ecc,ecc esistono,in rete di tutto e di piu’,basta consultarli…bisogna innanzitutto decidere “l’immagine turistica” altrimenti non ci sara’ mai la scelta della destinazione finale,base fondamentale ,qui siamo ancora alle chiacchiere dell’aglio ,confetti,eremo,giostra,calendario eventi e chi piu’ ne ha ne metta di magiche ilusioni,ovvio tutte alimentate da finanziamenti pubblici,e basta ,o no?

  7. Già nel 1300 Siena vantava banc hieri come i Chigi e contendeva la supremazia a Firenze;oggi la universi x stranieri, l accade mia chigiana, il palio… non è un termine di paragone. Conosco il Chianti e posso dire che paesi di max 2000 abitanti con una chiesetta e una costruzione del 1200 sono frequentati da alcune decine di migliaia di turisti stranieri richiamati dal vino dal cibo dal paesaggio
    Sulmona, con una mentalità più aperta, potrebbe fare sfracelli

  8. GrilloParlante | 10 Luglio 2022 at 21:33 | Rispondi

    Sono decenni che la politica locale fa’solo chiacchiere, qualsiasi amministrazione ha fatto pena e la valle peligna è una valle di disoccupazione; è ora che la politica locale si svegli ma non con le chiacchiere

  9. Ma quale turismo vogliamo incrementare quando ci saranno due centrali a gas che avveleneranno l’aria della valle Peligna e inquineranno –attraverso le piogge acide – i prodotti della nostra terra? E quando il metanodotto sconvolgerà il nostro territorio sottraendo all’agricoltura decine e decine di ettari, attraverso le fasce di rispetto lungo le quali si potrà coltivare solo la verdura? Anziché “Sulmona città d’arte” è meglio mettere all’ingresso “Sulmona città della Snam”.

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