Un Azzecca-garbugli per la Snam

La bonaccia tira anche a Case Pente e non solo in maggioranza: il “soccorso” dell’opposizione, con cui la coalizione del sindaco Di Piero ha voluto condividere la scelta sul ricorso al Tar contro la centrale di Snam, non ha infatti prodotto altro che un rinvio.

Seduta aggiornata a lunedì prossimo per capire se è il caso di richiedere un parere ad un avvocato sull’opportunità o meno di adire ai giudici amministrativi per l’ennesima volta.

Come se un avvocato potesse assicurare nero su bianco la vittoria o la soccombenza. Che poi, a dirla tutta, il codice qui c’entra ben poco, perché la scelta è solo e soltanto politica. Di opportunità, più che di diritto. Di principio, più che di cavilli.

Si tratta, in altre parole, se confermare la linea dura, anche rischiando di non ottenere ristori, come sostenuto dalla segreteria di palazzo San Francesco, o di cedere il passo davanti alla “ragion di Stato”. Che quello va dritto per la sua strada, oggi con la Meloni, più di ieri.

Si prende tempo che non c’è, perché entro la fine del mese l’eventuale ricorso dovrà essere depositato. Si sarà fatto, lunedì, già il 20: meno di dieci giorni per dare l’eventuale mandato, decidere a chi darlo, e dare la possibilità anche di scriverlo. Anche se il testo, di fatto, l’ha già buttato giù il comitato No Hub del Gas.

Ma quello non fa capogruppo.

5 Commenti su "Un Azzecca-garbugli per la Snam"

  1. procuratore in pensione | 17 Marzo 2023 at 19:21 | Rispondi

    non ci vuole mica un avvocato per capire che mettersi contro un autorizzazione AD HOC fatta dal Governo è sono una perdita di denaro pubblico…

  2. ma chi comanda in questo paese? | 17 Marzo 2023 at 19:31 | Rispondi

    Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali. La legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione.

  3. Mario Pizzola | 18 Marzo 2023 at 06:30 | Rispondi

    Chi sostiene che spetta unicamente al governo nazionale decidere in materia di energia (gasdotti, centrali di compressione e quant’altro) è un ignorante sotto il profilo giuridico. L’art. 117 della Costituzione italiana, infatti, distingue le materie che sono di esclusiva competenza dello Stato e quelle che sono di competenza mista Stato-Regioni. Ebbene, la “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” è di competenza sia dello Stato che delle Regioni, e la Regione Abruzzo (giunta D’Alfonso) ha fatto ben 7 delibere con cui ha negato l’intesa con lo Stato sia sulla centrale di Sulmona che sul metanodotto Sulmona – Foligno. Marsilio, invece, senza avere il coraggio di revocare le delibere di D’Alfonso, si è prostrato ai piedi di Meloni facendo carta straccia delle regole democratiche e colpendo vilmente alla schiena i diritti di Sulmona e dell’intero Abruzzo. Quello che il governo nazionale sta facendo al nostro territorio è un vero e proprio stupro perché questi nuovi impianti non servono all’Italia ma solo per incrementare i profitti dell’ENI e della SNAM. Sono queste multinazionali che decidono la politica energetica del nostro Paese. Il governo, dal presidente del Consiglio ai vari ministri, è solo un esecutore degli ordini di questi centri di potere economico e politico.

    • Ignorantia legis non excusat | 19 Marzo 2023 at 08:36 | Rispondi

      La tua ignoranza sulla Costituzione non giustifica la diffamazione del governo.
      l’energia ha una collocazione all’interno della potestà legislativa statale proprio per via della sussidiarietà, la cui marcata vocazione dinamica, seppur non assimilabile ad una vera e propria clausola di supremazia. Il principio di sussidiarietà, sotto il precipuo aspetto dell’intesa Stato – Regioni, è tornato ad esser menzionato dalla Corte costituzionale.
      la pronuncia n. 110/2016 con la quale la Corte ha affrontato la questione di legittimità costituzionale presentata dalla Regione Abruzzo avverso l’art. 37 comma 1 del d.l. 133/2014 come convertito. Nello specifico la Regione ricorrente lamentava la violazione delle disposizioni costituzionali concernenti le materie di competenza concorrente, nonché dei principi fissati per l’avocazione statale delle funzioni amministrative definiti al comma 1 dell’art. 118 Cost., giacché la disposizione in esame andava ad attribuire d’imperio la qualifica di opere di interesse strategico nazionale a tutte le opere ivi menzionate, omettendo di prevedere a riguardo l’intesa con le Regioni interessate. Senonché la Corte nel rilevare che la diposizione impugnata non andava a modificare in alcun modo le singole discipline di settore per la localizzazione, realizzazione e autorizzazione all’esercizio delle opere in essa elencate, considerando peraltro che ciascuna delle summenzionate discipline prevedeva il raggiungimento dell’intesa con le Regioni interessate, concludeva per la non fondatezza dell’eccezione de qua, la quale non costituisce “deroga ai principi elaborati in tema di chiamata in sussidiarietà e di necessaria partecipazione delle Regioni”
      Nella successiva sentenza n. 131/2016 veniva nuovamente chiarito il potere legislativo dello stato, contro la regione abruzzo.
      BASTA A DIFFONDERE CAVOLATE GIURIDICHE
      SI_HUB noi vogliamo il gasdotto

  4. Mario Pizzola | 19 Marzo 2023 at 13:56 | Rispondi

    Sig. SI HUB, primo: se ami così tanto il metanodotto potresti chiedere al governo di farlo passare vicino casa tua, così, se esplode, potrai verificarne direttamente le conseguenze. Secondo: io non ignoro affatto la Costituzione, sei tu che ti confondi; ho citato l’art.117 (e non il 118) che prevede l’intesa Stato-Regione, e la Regione Abruzzo ha negato l’intesa con ben 7 delibere di giunta e 10 risoluzioni di Consiglio regionale. L’art. 1 della Costituzione stabilisce che “la sovranità appartiene al popolo” e il popolo si è espresso ripetutamente attraverso i propri rappresentanti eletti (al contrario del governo che non viene eletto) non solo in Regione ma anche in Provincia e in Comune. Terzo: se pensi che io abbia diffamato il governo puoi tranquillamente presentare una denuncia alla magistratura, anzi te ne do un ulteriore motivo: il governo, autorizzando il metanodotto, non tutela i diritti e gli interessi dell’Italia, ma dimostra di essere totalmente asservito agli interessi economici dell’ENI e della SNAM. Quarto: se vuoi confrontarti su questi temi a viso aperto abbi il coraggio di firmarti con nome e cognome e non nasconderti dietro un nome fasullo.

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