
C’è tempo per rispolverare costumi e Havaianas, almeno per chi volesse fare un bagno nella piscina comunale di Sulmona. Ad oggi non si conosce, ufficialmente, una data di riapertura. Dalle voci che filtrano da Palazzo San Francesco già domani, sabato 12, si potrebbe tornare in vasca, almeno quella all’esterno. Ma potrebbe essere un tuffo nel vuoto. I gestori della Roma Nuoto, infatti, fanno sapere che la riapertura tra 24 ore è una visione troppo ottimistica. Metà giugno inoltrato, intorno al 19, dovrebbe essere la data giusta. Ma anche qui il condizionale è d’obbligo. Se è incerto il destino imminente della vasca esterna, ancor più nebbioso è quello delle due che si trovano all’interno della struttura coperta. Anche da qui le informazioni sono contrastanti perché, se dal Comune arrivano notizie di una riapertura per inizio luglio, dai gestori dell’impianto risulta ben altro. Infatti le vasche coperte non riapriranno finché l’Amministrazione non convocherà la società per stipulare la convenzione, la cui firma è attesa da un anno e mezzo. Il nuovo gestore, infatti, dopo aver vinto la gara ponte di un anno (nove mesi più tre) nel dicembre 2019, di fatto non è mai entrato formalmente in possesso di gestione della struttura: prima le diatribe giudiziarie con i ricorsi al Tar e poi per la scoperta che le carte dell’impianto non erano in regola, neanche accatastate in alcuni casi, con diversi lavori ancora da fare. L’unica certezza, al momento, come comunicato dal responsabile della Roma Nuoto Nicolò Cristofaro, è la riapertura dei centri estivi da lunedì 14 giugno per tutti i bambini, dalle 8 alle 16.
Per il resto ritardi su ritardi, molti dovuti alla burocrazia e ad una confusione generale, che rimandano il tuffo in vasca dei sulmonesi. Eppure l’apertura per le piscine all’aperto è possibile dal 15 maggio, mentre per quelle al chiuso l’apertura è stata concessa fin dall’entrata della Regione in zona bianca, ovvero lunedì 7 giugno. Lo sbarramento fino al 1° luglio, infatti, è previsto per quei territori che si trovano ancora in giallo. A confermalo, nella Provincia dell’Aquila, è la riapertura mercoledì scorso della piscina comunale del capoluogo. A farne le spese, oltre a chi non vuole spostarsi per la balneazione sulla costa, sono soprattutto gli atleti agonisti che, solo a Sulmona, sfiorano le 120 unità. Una categoria ferma da oltre un anno e mezzo, impossibilitata a tuffarsi in acqua nonostante le restrizioni dovute alla pandemia non avrebbero dovuto riguardarli: come per lo sci e per gli altri sport, infatti, il settore agonistico avrebbe potuto allenarsi quando agli altri non era concesso, se solo avessero avuto una vasca nella quale farlo.
In tutto ciò il Comune di Sulmona ha speso 120.000 euro per mettere in regola una struttura che, ad oggi, vive una fase di stallo. Rimangono, inoltre, 8 persone della vecchia società che gestiva la piscina in cassa integrazione. Il nuovo gestore dovrà riassorbirle, dopo aver già assunto due impiegati sempre della vecchia società. Oltretutto nella piscina esterna, da quanto si sa, sarebbero in corso dei lavori partiti lunedì scorso e che non termineranno prima di una decina di giorni. Insomma, bisogna attendere e sperare di non andare alla deriva almeno nella vasca della piscina.
Valerio Di Fonso
E la vecchia società ha intascato i soldi delle annualità dei corsi di nuoto, non terminati a causa della pandemia, senza rimborsare
nulla! Tutti inrintracciabili, vergogna!
In mancanza della piscina comunale di potra’ andra’ al mare……naturalmente a spese del comune…..che ormai e’ abituato per queste cose.
L unica cosa buona di Sulmona rovinata
A Ottobre sarà tutto finito…ma le macerie rimangono !
Se il proprietario della piscina fosse stato un privato imprenditore e non il comune,ente pubblico, si sarebbe arrivati a questo punto? Non credo proprio. Purtroppo Ente Pubblico sta per menefreghismo. Altro problema che ha dell’incredibile è la Piscina comunale di Pratola, dove regna un silenzio assordante. Anche qui il proprietario è un Ente Pubblico. Evidentemente con le piscine comunali siamo messi proprio male.
Nelle intenzioni la gara vinta dalla Roma Nuoto doveva essere una gara ponte, la cui concessione doveva durare 9 + altri 3 mesi, in attesa della gara decennale. A causa dei ricorsi al TAR e Covid ( causa di forza maggiore) il Comune di Sulmona non ha potuto consegnare la piscina, con la conseguenza che siamo arrivati al tempo di indire la gara decennale. MI chiedo quindi che senso ha dare oggi la gestione alla Roma nuoto, sapendo che nel cassetto del Dirigente del Comune è pronto il Bando per la gara decennale? E consapevoli che per il momento la riapertura non è ancora possibile? A chi giova questo accanimento su di una riapertura forzata? O mi sbaglio?
Pare ancora di capire che fra Comune e futuro gestore non c’è feeling. Uno dice apriamo e l’altro risponde è impossibile. Evidentemente vivono in due realtà completamente diverse. E questo stato di fatto ci disorienta fortemente. Menomale che il proprietario, il Comune, ha l’obbligo di effettuare dei controlli per rendersi conto dello stato della piscina. Vorrei vedere se un privato, proprietario di un immobile che vale oltre circa 4 milioni di euro si comportasse allo stesso modo del comune, cioè con la massima indifferenza.