Una Rom dal Presidente

Questa mattina Giulia Di Rocco, romni italiana abruzzese originaria di Pratola Peligna, sarà al Quirinale, su invito del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, per commemorare il giorno della memoria. Giulia Di Rocco, infatti, è membro del Forum RSC istituito presso il Ministero delle Pari Opportunità e per il terzo anno consecutivo sarà presente come delegata in rappresentanza dei rom e sinti vittime dell’Olocausto nazi-fascista. In realtà non si tratta delle uniche cerimonie alle quali Di Rocco ha preso parte perché nelnovembre scorso ha conferito il premio Romanì phen- Sorella Rom alla Senatrice Liliana Segre “per essere sempre stata dalla parte dell’umanità e dei valori etici”. Attiva affinché la sua etnia non sia vittime di discriminazioni, Giulia Di Rocco è assistente legale  del presidente dell’associazione Amici Di Zefferino e dell’associazione Romanì Kriss.Nel Giorno della Memoria il pensiero, dunque, è rivolto anche a questa minoranza. A raccontare uno spaccato della realtà rom è proprio Di Rocco partendo da quanto si sta lavorando per restituire completa dignità e diritti al suo popolo.

Che cos’è e come opera il Forum Rsc?
È un insieme di associazioni rom provenienti da tutta Italia, in tutto ventisette, che lavorano con i rom per i rom. La sigla, in particolare, vuol dire Rom Sinti Camminanti. È stata costituita nel 2017 e parallelamente è stata costruita una piattaforma di condivisione in cui sono presenti anche altre associazioni italiane. Questo perché il governo ha fortunatamente capito, attraverso una strategia messa in atto nel 2014 e che andrà avanti fino al 2021, recepita dal Consiglio Europeo, che per risolvere i problemi dei rom bisogna chiedere direttamente a loro di cosa hanno bisogno.


Rom e Sinti tra le vittime dell’Olocausto: a riguardo non viene resa giustizia sui libri di scuola, cosa si sta facendo per incentivare la memoria storica di questi fatti?
Come Forum abbiamo incontrato in questi ultimi tre anni, diversi ministri dell’istruzione e tutti hanno promesso di portare giusto riconoscimento all’Olocausto di Rom e sinti, promessa non ancora mantenuta. Paradossalmente io, come delegata, e altri soci  abbiamo fatto personalmente il viaggio della memoria sia con il MIUR sia con le Pari Opportunità, accompagnata dai vari ministri preposti. Una discriminazione nella discriminazione.


Ci sono ancora forme di discriminazione nei confronti dei Rom in Italia? E in Valle Peligna?Certo che ce ne sono e sono pure  aumentate soprattutto sotto la campagna elettorale della Lega contro gli immigrati e contro i Rom. Io stessa ho fatto una relazione, come parte di  World Rom Federation, associazione internazionale con sede a Bruxelles che rappresenta i rom, presentata all’Onu per far sì che potessero intervenire e mettere a tacere le forme di discriminazione e di odio nei nostri confronti. In Italia è duplicato, se non triplicato, il razzismo non solo a livello politico ma anche attraverso i leoni da tastiera aiutati dalla tecnologia con i discorsi d’odio e incitamento fascista. In Valle Peligna la situazione non è da meno rispetto ad altri territori. Io stessa da ragazzina, considerato anche che la mia famiglia di origine è di qui, quando andavo a scuola a Sulmona ero vittima di forme di discriminazione; i Rom non trovano lavoro, non una casa in affitto a meno che sei conosciuto e qualcuno assicura per te.



È di qualche tempo fa una forma di discriminazione proprio nei confronti della famiglia Di Rocco a Sulmona, o meglio il divieto del prefetto di celebrare un funerale secondo la tradizione Rom pet motivi di sicurezza pubblica. Cosa pensa a riguardo? Come ha reagito la sua famiglia?
Non è stato il primo funerale bloccato, ma il quinto in Abruzzo questo perché dopo i funerali di Casamonica c’è stato clamore che in realtà c’è stato per cosa rappresenta quella famiglia non perché è tipico Rom. Dal 1800 facciamo funerali in questo modo sia a Sulmona che in Abruzzo e non abbiamo mai dato fastidio, ognuno ha sempre fatto come voleva perché è nel nostro diritto come lo è per altre tradizioni, ognuno ha i propri riti e non capisco perché solo ai rom vengano vietati. È una grande grande privazione.

Simona Pace

7 Commenti su "Una Rom dal Presidente"

  1. qui si parla solo dei diritti,e per i doveri?per la legalita’ diffusa,per i diritti di tutti, soprattutto dei Cittadini ostaggi dei clan,per i territori occupati,per le responsabilita’ dei reati commessi,accertati e di cui le cronache,addirittura con giornalisti minacciati di morte e che vengono privati della liberta’di vivere per esigenze della scorta? in assenza di autorizzazioni non e’ possibile fare spettacoli,teatro,cinema,incontri sportivi,
    concerti,ecc,ecc quindi nessuna privazione o discriminazione,la realta’ dei fatti ci dice di violazioni(chi paga per pulire fine esibizione)abusi,soprusi,prepotenza,illecitie soprattutto di ricchezza ostentata non compatibile con quanto dichiarato,quindi oltre alle solite chiacchiere del facile razzismo ,per l’integrazione basterebbe essere congrui come tutti i Cittadini “onesti” ,smetterla di piangersi addosso e soprattutto dissociarsi,allontanare,
    prendere le dovute distanze da tutti quelli che abitualmente delinquono,le prove evidenze nei fatti di cronache,condanne definitive,patteggiamenti ecc,ecc..naturalemnte nessun riferimento, il quanto vale per tutte le famiglie aventi ruolo nei realta’ dei fatti….

  2. Carissima Giulia Di Rocco,
    non pensi che la discriminazione sia dovuta soprattutto dalle azioni e comportamenti di alcuni soggetti appartenenti alla vostra comunità?
    Non tutti per fortuna.
    Ma fatti di cronaca nera e giudiziaria ripetuti e reiterati da parte di soggetti noti a tutti, creano paura, allarmano e preoccupano. La difficoltà di trovare case in affitto è dovuto a questo.
    Comunque molte famiglie Rom a Sulmona possiedono case di proprietà e molte altre sono assegnatarie di case popolari da decenni.
    La politica in questo centra poco, cominciate Voi stessi a relazionarvi diversamente con il territorio e la popolazione, dando esempio di correttezza e convivenza civile, isolando i soggetti che con i loro comportamenti portano discredito a tutti Voi.

  3. Maria Antonietta Nardecchia | 27 Gennaio 2020 at 21:17 | Rispondi

    Niente razzismo, è lontano dalla mia cultura nei confronti di tutti.
    Una sola domanda: come riescono a vivere , ad avere proprietà se non lavorano?
    Se qualcuno conosce Rom che lavorano ce lo dica. Se non lavorano , come fanno a vivere?
    Si dice che si servano dell’usura e di altro.
    Vorrei essere smentito con prove di fatto

  4. Quattro fotografie, due sopravvissuti ai lager nazisti e tutto quello che la vostra mente partorisce in questi momenti di sacro raccoglimento è questo? “la dichiarazione dei redditi”? “le proprietà”? “non sono razzista, ma…”

  5. il problema e’ sempre lo stesso,con la scusa del sacro raccoglimento,del pazzo sterminatore,ma anche degli attuali matti ,quelli che continuano nell’odio,iniziando da Giacobbe,via capitano,per arrivare alle tante,tantissime persone che nulla producono ma ostentano ricchezza,proprieta’,auto,preziosi monili,opere d’arte,ecc,ecc il tutto non giustificabile,non congruo e soprattutto a carico dei Contribuenti ,meglio tutto pagato dai Cittadini onesti,che nulla possono,le cronache raccontano di tanti delinquenti,sotto gli occhi di tutti quanto accade,naturale l’indignazione,che in assenza di “punizioni”si trasforma in “rabbia/razzismo”…le responsabilita’? Di quelli che fanno finta di niente,gli stessi che poi piangono,protestano per i diritti,integrazione,privazioni,discriminazioni,tradizioni,cultura,
    eccetera…e mai una parola sui doveri nel rispetto delle regole del vivere civile,quelle della Legalita’ diffusa,si preferiscono le chiacchiere,quali le ragioni? Facile la risposta: fare come meglio si crede,sempre nel rispetto della memoria…

  6. dormono tutti quelli che guardano dall’altra parte,che fanno finta di niente,che danno a credere,meglio con una bella sceneggiata cercano di illudere ,l’ammuina dicono a Napoli risaputo chi sono gli attori….le cronache,i fatti,la realta’ e’ quella che e’,non si puo’ cambiare,purtroppo,occorre una profonda riflessione,soprattutto scegliere da che parte stare,l’integrazione e’ innanzitutto adeguarsi al rispetto delle regole,doveri e diritti,e non fare come meglio si crede,gli esempi sono tanti e alla luce del sole…..altro che dormire

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