Una sulmonese a New York

C’era anche una studentessa sulmonese fra gli interlocutori di Niko Romito nell’Aula dell’Assemblea generale dell’ONU l’altro giorno a New York. Lei si chiama Federica Giancola, è un’alunna dell’IIS Ovidio di Sulmona (4C del Liceo Classico) ed è salita sul palco più prestigioso del mondo per porre allo chef abruzzese una domanda, a suo modo, cruciale: come si fa a raggiungere l’apice della notorietà globale restando ostinatamente e orgogliosamente ancorati al proprio territorio?

Passione, coraggio e dedizione, ha risposto Romito.  Ecco come si fa. Passione, coraggio e dedizione.

Doti che a Federica evidentemente non mancano, se ad appena diciassette anni è stata selezionata fra una nutrita schiera di altri candidati per volare a New York e partecipare al GCMUN TALKS, inedito esperimento globale per l’educazione alla cittadinanza attraverso i linguaggi dell’arte, che ha coinvolto tremila studenti da ogni parte del mondo.

Per Federica, tutto comincia nel mese di ottobre, quando viene scelta per partecipare al progetto MabArt, un laboratorio didattico-innovativo di mappatura collettiva e partecipata dei luoghi attraverso sensibilità, intelligenza e cultura. La metodologia, promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione, nasce nell’ambito di esperienze internazionali di formazione outdoor dedicate agli studenti e ai docenti, in attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD). I suoi scopi riguardano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva tramite l’educazione alla bellezza, attraverso pratiche didattiche sperimentali e innovative (storytelling, problem solving, networking, planning).

In pratica, a Federica viene chiesto di partecipare alla ventitreesima Triennale di Milano, immaginando di essere anche lei un’artista. Dopo aver visitato l’esposizione, le viene proposto di inventare il progetto per un’opera d’arte analoga a quelle esposte, insieme ad altri studenti provenienti da tutta Italia.  Il prototipo di Federica finisce tra i vincitori, e la studentessa sulmonese approda all’H-Farm di Treviso, uno dei poli dell’innovazione più importanti d’Europa, un hub internazionale in cui studenti, startupper, imprenditori e professionisti convivono e si contaminano l’uno con l’altro. Qui la ragazza ha modo di trasformare il suo prototipo in una vera e propria opera virtuale, fruibile solo nel metaverso. L’opera piace, e piace anche Federica, che si ritrova chiamata ad affrontare le due tappe successive (e, per ora, finali): prima la Fiera Didacta Italia a Firenze e poi il palcoscenico dell’ONU a New York.

Questo il percorso che le ha permesso di staccare il suo primo biglietto per la Grande Mela. Passione, coraggio e dedizione. Per prendere il volo, a quanto pare, si fa proprio così.

Guerino Sciulli

4 Commenti su "Una sulmonese a New York"

  1. Congratulations to all

  2. Bravissima e complimenti alla famiglia.

  3. Elisabetta Bianchi | 21 Marzo 2023 at 10:18 | Rispondi

    si costruisce il metaverso perchè la realtà materiale è divenuta insostenibile? a chi giova?

  4. Bravissima Federica, ha sempre lavorato con dedizione non tralasciando nessun particolare!

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