
Ancora un’aggressione dietro le sbarre del carcere di Sulmona, fortunatamente senza conseguenze pesanti, ma comunque preoccupante. Un detenuto l’altro giorno ha infatti prima aggredito verbalmente e poi distrutto una serie di oggetti nell’ufficio di un addetto sanitario del carcere, costringendo quest’ultimo al trasferimento in ospedale in stato di choc.
Un disagio diventato routine in via Lamaccio e che ha spinto ora la Cgil ad annunciare forme di protesta se non si porrà rimedio alla situazione.
Il sindacato chiede innanzitutto un interpello straordinario su tutto il territorio nazionale che argini in qualche modo la carenza di organico: sia degli agenti in servizio, sia del personale sanitario che vi opera. Riferendosi ad una categoria molto ampia di addetti: medici, infermieri, operatori sanitari, ma anche psicologi e psichiatri; “poiché nell’istituto sono presenti un numero elevato di soggetti con problemi di natura psicologica – scrivono Anthony Pasqualone e Gino Ciampa – gestiti e seguiti da un solo esperto psichiatra con poche ore settimanali a disposizione per poter efficacemente approntare un costante programma terapeutico”.
A questo si aggiunge un sovraffollamento della popolazione detenuta che supera il 150% dei posti assegnati: un numero che va ridotto, ribadisce la Cgil, “al fine di ristabilire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti”.
Mi domando come possa accalorarsi così uno che sta al fresco