Secondo il giudice, all’indomani dell’incidente probatorio, tenutosi il 17 gennaio scorso, la donna “ha confermato il quadro indiziario già emerso a carico degli indagati” e le presunte contraddizioni della teste addotte dalle difese per dichiarare inattendibile la principale accusatrice, sono del tutto generiche.
Nell’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Stefano Iafolla e dalla squadra anticrimine della polizia di Sulmona, sono finite nel frattempo anche altre due persone: Luigino Di Rosa e Marianna Di Michele.
L’attendibilità della teste, dichiarata dal giudice, inoltre, complica la situazione anche per le due donne, la broker finanziaria Katia Valeri e l’ex dirigente scolastica Elvira Tonti, che erano state arrestate un mese dopo anche loro con l’accusa di usura ai danni della gestrice dell’autolavaggio in un’inchiesta parallela.
Le due donne, ora libere, avevano basato la loro difesa proprio sulla non attendibilità della vittima.
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