Vaccini alla 3G. Ancora caos all’Incoronata

E’ la 3G di Sulmona la prima azienda a candidarsi a centro vaccini sul territorio, almeno quando la fornitura delle dosi consentirà di estendere la campagna ad un raggio più ampio di popolazione che, nel caso specifico, secondo il piano Draghi, prevede che anche le aziende possano provvedere autonomamente al loro personale. 

Una buona notizia a giudicare dalla confusione amministrativa che sta caratterizzando le operazioni di somministrazione specie a Sulmona dove, ieri, si è vissuta un’altra giornata a dir poco concitata per l’errore di spedizione fatto dalla Asl. L’invio di dosi di Moderna prima, anziché di Pfizer, infatti, ha messo a rischio circa cento dosi, con una affannosa rincorsa da parte degli operatori a cercare quelli destinati alla prima dose, non potendo cioè somministrare ai tanti convocati per la seconda inoculazione un farmaco diverso da quello assunto venti giorni fa (ovvero Pfizer). La conseguenza è stata prima il timore di far scadere le fiale già scongelate di Moderna (che vanno somministrate entro sei ore) e poi quella di gestire gli utenti presenti per la seconda dose di Pfizer che, dopo una lunga attesa, si sono accalcati per ottenere la loro iniezione. Le operazioni sono andate avanti fino a tarda sera e alla fine all’Incoronata sono stati somministrati circa 270 vaccini.

Tornando alla 3G, l’azienda ha formalmente richiesto alla Regione di poter attrezzare, nel rispetto delle priorità previste dal piano, i suoi stabilimenti sia a Sulmona, che a Chieti e Campobasso, con l’obiettivo di vaccinare dipendenti e loro familiari, ma anche, volendo, i dipendenti di altre aziende del territorio.

La 3G fornirebbe il personale medico, infermieristico e soprattutto quello amministrativo, che può contare, se non altro, su una certa esperienza, essendo un call center, nella gestione dei contatti e in quella del trattamento dei dati.

I centri vaccinali della 3G sarebbero in grado di somministrare almeno 120 vaccini ciascuno al giorno (180 in quello di Campobasso), riuscendo così a servire i suoi dipendenti e i loro familiari in circa una settimana: 483 a Sulmona, 270 a Chieti e 490 a Campobasso; l’86,1% dei quali, secondo un sondaggio, hanno già manifestato la loro volontà di aderire alla campagna.

Non appena sarà dato il via libera (ma alla Asl ancora non se ne parla) l’azienda sarà in grado in una settimana di aprire il centro vaccinazione: arredi, spazi e personale, sono già pronti. Manca solo il vaccino che, a quanto si dice, dovrebbe arrivare in abbondanza entro il mese di aprile.

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