Vaccini, i magistrati saltano la fila

Tutto tranne fragili, semmai potenti: i magistrati abruzzesi hanno iniziato ieri a Pescara la vaccinazione anti Covid. Trecentotrenta dosi somministrate a togati, dipendenti del tribunale, agenzia delle dogane e anche a 21 dipendenti del Dipartimento della sanità abruzzese. Dei “fuori busta” che, come spiega oggi un articolo del Messaggero, hanno sfruttato una piega del piano vaccinale regionale nel quale tra le forze armate sono inclusi anche quelli della polizia giudiziaria e dei tribunali. Una dicitura generica, prontamente interpretata a norma di legge, ma chissà se di giustizia, dalla Asl che ieri ha chiamato le toghe – le stesse che indagano sui furbetti dei vaccini – a sottoporsi alla prima dose. Il fenomeno, al momento, sembra sia limitato al tribunale di Pescara, ma le richieste non mancano anche dagli altri presidi di giustizia, nonostante l’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi che ha ribadito di procedere con il piano vaccinale secondo un ordine preciso: dopo gli over 80, cioè, si dovrà passare ai fragili e poi in ordine anagrafico.

Gli avvocati, dal canto loro, che pure all’inizio, prima cioè delle direttive di Draghi, avevano chiesto di essere equiparati ai magistrati, prendono le distanze: “Soddisfatti per il fatto che l’Avvocatura abruzzese – scrive il Cofa, ovvero il collegio degli ordini forensi abruzzesi – pur se protagonista del servizio essenziale della giustizia in misura almeno pari ai magistrati ed al personale di cancelleria, sia risparmiato dall’imbarazzo di una priorità che si tradurrebbe di fatto in un privilegio”.

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