Vasi comunicanti tra fondi: i finanziamenti per le donne maltrattate finiscono agli uomini

Niente fondi destinati al sostegno abitativo e al reinserimento nel mondo del lavoro per le donne, che grazie al Dpcm del 16 novembre 2021, vengono traslati per le attività di un Centro dedicato agli uomini maltrattati. La notizia arriva dalla consigliere regionale indipendente Sara Marcozzi, al termine dei lavori della Commissione di Vigilanza durante i quali è stato portato all’attenzione il tema dei fondi per Centri Antiviolenza e per le Case Rifugio e, più generale, dei percorsi per le donne di uscita da situazioni di violenza.

Un’operazione consentita, ai sensi del DPCM del 16 novembre 2021, ma sulla cui opportunità rimangono dubbi viste le altre linee di finanziamento già dedicate agli uomini maltrattanti. Una pratica di vasi comunicati tra fondi per donne maltrattate e uomini maltrattanti che sembra essere, purtroppo, a senso unico.

La consigliera, inoltre, denuncia un’audizione eccessivamente arida da parte dell’Assessore Quaresimale, che non ha soddisfatto i dubbi posti in merito all’erogazione dei fondi a sostegno dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio in Abruzzo.

“Non scioglie nessuno dei dubbi che ho posto riguardo alle esigue quote di finanziamento a disposizione delle realtà territoriali – commenta la Marcozzi -, ai criteri di assegnazione e ai ritardi nelle procedure di pagamento. La situazione sembra quindi rimanere la solita: servono le interpellanze in Consiglio regionale per sbloccare ogni procedura. E questo non è accettabile quando in ballo c’è la difesa e la sicurezza delle donne”.

“Non sembra – prosegue Marcozzi – che in questo arco di tempo si siano trovate soluzioni per evitare i mesi di ritardo con cui i Centri ricevono i finanziamenti loro riconosciuti. Ciò comporta il rischio di ritrovarsi senza liquidità dovendo comunque garantire la continuità del servizio. Le conseguenze sono le richieste di finanziamenti su cui dover pagare gli interessi. Insomma, oltre al danno la beffa, davanti alla quale anche Regione Abruzzo potrebbe essere chiamata a rispondere”.

“Nessuna schiarita – prosegue la consigliera – nemmeno sulle modalità di redazione della graduatoria per l’assegnazione dei fondi. Ciò che sappiamo è che, ad oggi, si fa ancora riferimento a un regolamento del 2007, nonostante la normativa nazionale abbia aggiornato i criteri di assegnazione dei fondi nel 2014. È evidente che, arrivati al 2023, sia prioritario rivedere i criteri, attualizzandoli alle normative in vigore e alle esigenze del presente, di concerto con le realtà che ogni giorno vivono le problematiche del territorio”.

“Pur con criticità note a tutti da tempo – conclude Marcozzi – il quadro emerso rimane molto nebuloso e le uniche parole che abbiamo ascoltato dall’Assessore Quaresimale sono di conferma delle carenze da me segnalate alla Commissione di Vigilanza. Senza nessuna soluzione. Ancora troppo poco davanti all’urgenza di aiutare le donne, di proteggerle e di dar loro il diritto di vivere in libertà, senza paura”.

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