Venerdì Santo: porta socchiusa

La voce si comincerà a scaldare da mercoledì prossimo: cinque prove in tutto sulle note del Miserere di Barcone, con la speranza di poterlo cantare poi il Venerdì Santo. Sì, perché oltre alla volontà di tornare ad indossare il saio rosso e restituire la processione, tra le più suggestive in Italia, l’Arciconfraternita della Trinità deve affidarsi a quelle che saranno le decisioni del prefetto e legate principalmente all’andamento della pandemia.

La curva, d’altronde, continua a crescere e il virus è tornato a minacciare da vicino la Pasqua sulmonese.

Questa sera però i trinitari hanno dato il via allo “stato di allerta”: convocato il Coro nella chiesa di corso Ovidio, hanno spiegato che non esiste processione senza Coro e per questo, comunque vada, vale la pena prepararsi il più possibile.

Le opzioni sul “comunque vada”, sono diverse: c’è l’ipotesi, quasi la certezza, di un cambio di percorso per evitare la strettoia dei vicoli, e l’ipotesi, quasi la certezza, che i cantori e i portatori dovranno indossare la mascherina Ffp2, avere il green pass e farsi il tampone prima di vestirsi. C’è anche l’ultima, anzi la penultima, ratio ovvero quella di cantare in modo statico, senza struscio, perché la peggiore delle ipotesi è che il Coro non ci sia e chissà se pure la processione.

Nel frattempo, qualche raccomandazione e precauzione aspettando la decisione del prefetto e le indicazioni del governo: niente questua porta a porta, ma richiesta di donazioni fuori dalle chiese ed evitare di recarsi alle prove se si ha qualche sintomo.

Le prove si faranno nella chiesa dell’Annunziata e quella della Trinità, per il momento, resta socchiusa. In attesa di un segno, non certo divino.

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