Venti anni di violenza in famiglia: in carcere 62enne di Alfedena

Quasi venti anni di cieca violenza: botte, offese, avance sessuali e maltrattamenti nei confronti della moglie e delle tre figlie minorenni, contro una delle quali, nel novembre 2015, gettò una padella di olio bollente in volto, costringendola al ricovero in ospedale con ustioni di primo grado.

Un incubo vissuto nel terrore e nel silenzio, dal quale una 58enne di Castel di Sangro ha alla fine avuto il coraggio di uscire fuori, denunciando il marito e raccontando l’incubo vissuto dal giorno del matrimonio, nel 2003, fino al 16 marzo scorso, quando, a seguito dell’ultima violenza, si è decisa a chiamare i carabinieri.

Questa sera, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Marta Sarnelli, è finito così in carcere un sessantaduenne di Alfedena: una scelta, quella della custodia in carcere, che il Gip ha assunto sulla base del concreto pericolo non solo di reiterazione del reato, ma anche che, in linea con il suo atteggiamento dispotico, l’uomo possa indurre la moglie e le figlie a ritrattare le accuse mosse. E d’altronde, finora, sono stati inutili i reiterati tentativi della donna di cambiare casa, la separazione nel 2017: con scuse varie l’uomo è sempre tornato tra le mura domestiche, contro la volontà della moglie, non accettando alcuna contraddizione. “Non accetterà mai di non avere più potere su di me – ha spiegato ai giudici la donna, centrando quello che è il principale movente della violenza di genere – sono sicura che cercherà in ogni modo di farmi del male”.

Per questo l’uomo, che spesso abusava di alcol, è stato trasferito questa sera nel carcere di Isernia e domani si terrà l’interrogatorio di garanzia.

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