
Quella tra il Comune di Calascio e Lama dei Peligni è una guerra tra poveri, anche se a ballare sono 20 milioni di euro. Guerra tra poveri perché a entrambe il turismo e i soldi del Pnrr servono come il pane, essendo tra le zone delle aree interne maggiormente colpite dallo spopolamento e destinate a una lenta ma inesorabile scomparsa. Ma facciamo un passo indietro, ovvero al 15 marzo del 2022, data della delibera regionale che individuava, quale Progetto Pilota da ammettere al finanziamento della misura PNRR – M1C3 – “Turismo e Cultura” – Azione: Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale Intervento 2.1 Attrattività dei Borghi storici – quello proposto dal Comune di Calascio. Un bando che interessa anche Pacentro, classificatosi quarto in graduatoria, proprio dietro ai due contendenti e al Comune di Castelli. Il progetto pacentrano, “BArT 360°”, è costruito su cinque ambiti di intervento, con 26 partner (di cui 6 pubblici), tra università, associazioni e grandi società di progettazione. In cantiere c’erano interventi di conservazione con il recupero del convento, del castello e del borgo murato; oltre alla sezione dedicata alla creatività con la realizzazione di un museo diffuso tra i vicoli, uno dedicato al Geoparco, uno alla memoria popolare e con un villaggio dedicato ai videomaker e alle loro produzioni.
Delibera impugnata dal Comune di Lama dei Peligni, il quale concorreva per ottenere i fondi, lo scorso 25 aprile. Sette giorni fa, infatti, Lama dei Peligni ha sottoposto un’istanza cautelare al Tar dell’Aquila. Il motivo è da ricercare nell’accesso agli atti fatto dal Comune stesso, il quale dopo aver visionato le carte, ha ritenuto che il procedimento che ha portato all’individuazione del progetto di Calascio non sia totalmente esente da vizi, sottolineando gli articoli nove e dieci dell’Avviso Pubblico del bando, dove si stabiliscono i beni oggetto degli interventi e le spese ammissibili e quindi finanziabili.
Tutto ciò ha portato il Tar ad accogliere l’istanza di tutela cautelare, che di fatto ha sospeso la delibera della Regione lasciando nel limbo 20 milioni di euro che ad oggi rimangono in cerca di portafoglio e rimarranno “congelati” almeno fino al 25 maggio, data della trattazione collegiale dell’istanza cautelare in camera di consiglio. In realtà i tempi saranno certamente più dilatati. Da un lato c’è Paolo Baldi, primo cittadino di Calascio, che ha invitato il Comune di Lama dei Peligni a ritirare il ricorso. Dall’altro, invece, c’è Tiziana Di Renzo, sindaco della cittadina teatina, che parla di dovere morale ed etico, oltre alla necessità di dover chiarire presunti vizi nel progetto, e rimarcando che qualora non ci dovessero essere problemi per il Comune di Calascio non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi.
La paura, ovviamente, è che questi fondi non vadano né da un lato né dall’altro, lasciando i due Comuni (e con essi la regione) a bocca asciutta. Un timore che non ha celato il Governatore della Regione Marco Marsilio, che con una “botta a destra e una a sinistra”, ha fatto capire che ciò che conta è far rimanere il finanziamento sul territorio, a prescindere da chi la spunterà, con la Regione pronta a diffidare il Ministero. “Ritengo assolutamente legittimo che il comune di Lama dei Peligni eserciti il suo diritto di fare ricorso, laddove ritenga di averne ragione e fondamento – ha spiegato Marsilio -. Nello stesso tempo, annuncio che la Regione resisterà nel giudizio di merito di fronte al TAR ritenendo che la Commissione (composta, tra gli altri, da entrambe le soprintendenze statali competenti sull’Abruzzo) abbia correttamente attribuito i punteggi che hanno decretato Calascio come vincitore e non, come sostiene il sindaco di Lama, che Calascio si sia aggiudicato ‘il finanziamento nonostante il progetto presentasse diversi vizi’. Se ci siano stati vizi, aspettiamo che lo decidano i Tribunali. Affermarlo con tanta sicurezza e toni inquisitori prima di una sentenza, mette in dubbio la professionalità e le competenze di tecnici e dirigenti qualificati che hanno composto la Commissione”.
“E’ chiaro che la posizione della Regione non ha ambiguità – prosegue Marsilio – se il TAR (e a seguire, eventualmente, il Consiglio di Stato) dovesse riconoscere le ragioni di Lama dei Peligni, noi procederemmo immediatamente a prenderne atto e a far scorrere la graduatoria attribuendo i 20 milioni al nuovo avente diritto. Quello che però il sindaco di Calascio ha voluto far sapere, e che i nostri uffici presenti alla riunione citata dal sindaco confermano, è che la presidente della commissione ministeriale che esamina i progetti ha reso noto che, in caso di accoglimento del ricorso, il finanziamento alla Regione sarà revocato, perché non è previsto lo scorrimento della graduatoria. Questo è il vero allarme che, con l’occasione, intendo rilanciare, diffidando il ministero dal proseguire su questa strada. Sto assumendo le informazioni necessarie, e sono pronto ad agire formalmente. I “tempi stretti” del PNRR non possono essere la scusa per uno scippo ingiustificato. Spero che l’udienza a fine mese del TAR possa sciogliere la riserva e fugare ogni dubbio su chi abbia diritto ai 20 milioni. Di sicuro, noi difenderemo fino in fondo quello della Regione di poterli spendere sul proprio territorio”.
Mi sembra che sia più che legittima la richiesta del Sindaco di Lama dei Peligni.
Certamente è una “guerra tra poveri per un ricco bottino”, come può essere l’ennesimo campanello di allarme di quello che è il modo operandi politico per la ripartizione di fondi, che e non credo sia ai più sconosciuto, a volte (tante volte) prende direzioni diverse dalla reale situazione economica regionale e in questo settore la “città martire di Sulmona e il Centro Abruzzo intero” hanno sulla propria bandiera di guerra politica tante croci alla memoria e altrettanti fiocchi neri appesi a simboleggiare tutte le battaglie politiche perse per “dichiarata ignominia politica avversa al territorio”, anche se per qualcuno degli ex politici locali (i vecchi come le new entry, ma ci voglio inserire anche gli attuali tanto di maggioranza che di minoranza e di qualunque schieramento politico) ne risulta essere anche un vanto… l’ignobile sull’ignominia!!!
Se vizi non vi saranno tanto meglio e se diversamente vi saranno, il presidente della Regione dovrà preoccuparsi del verificare la veridicità della sua affermazione dell’inesistenza di figli e figliastri in Regione, e più che raccogliere informazioni per l’eventuale diffida al Ministero, di prepararla all’interno della Regione e iniziare a fare una politica territoriale coscienziosa e non utopica!
Se sarà una bolla di sapone, si provvederà ad ampliare il pianale del carro dei vincitori… come sempre!