Video in aula, denunce e dimissioni. Tensione all’ufficio di presidenza

Non si spegne la ribalta sullo show della consigliera Roberta Salvati, quello consumato nell’ultimo consiglio comunale quando, presa da una rabbia pianificata, l’esponente di maggioranza ha denunciato di essere stata offesa dal collega Bruno Di Masci, mostrando al pubblico e alla stampa un video nel quale l’ex sindaco dà alla Salvati della “zoccola” e rimediando per questo, unico caso nella storia di palazzo San Francesco, una censura tale da essere cacciata dalle forze dell’ordine dall’aula (guarda video -Lo show della salvati- nella sezione “de visu”).
Il caso è stato ufficialmente portato all’attenzione della procura, con una denuncia dello stesso Di Masci, contro ignoti, per la diffusione di quel video, “rubato” in un negozio e in un contesto privato, mentre cioè, dice Di Masci, era al telefono con un consigliere di maggioranza di cui avrebbe ripetuto le parole.
La vicenda, però, non si arricchisce solo di elementi giudiziari, ma anche e soprattutto politici. Ieri nella riunione dell’ufficio di presidenza, infatti, lo show della Salvati è stato al centro di un ordine del giorno, nel quale c’erano anche la parolaccia detta da Fabio Pingue e l’uso non consono dell’intervento del consigliere Andrea Ramunno (in riferimento al consiglio del 10 agosto) quando durante la dichiarazione di voto, ha chiesto in sostanza le dimissioni del sindaco e la verifica politica di maggioranza.
I particolari da chiarire nella “messa in scena” della consigliera Salvati hanno tenuto però banco, anche se la discussione è stata sospesa per l’assenza della protagonista che, è bene ricordarlo, dell’ufficio di presidenza è ancora membro.
Ancora perché la sanzione che potrebbe essere richiesta dal consiglio è proprio quella delle dimissioni dal ruolo istituzionale della presidenza e non solo per aver disobbedito agli ordini del presidente, ma anche per aver preparato a tavolino, ma senza autorizzazione, la proiezione del filmato che, ora, è oggetto della denuncia penale fatta da Di Masci.
In aula quel giorno, d’altronde, era tutto “apparecchiato”: il videoproiettore posizionato e, sembra, anche una richiesta fatta ai tecnici di aula, richiesta che però, come chiarito dalla presidente Katia Di Marzio, non era stata autorizzata e sembra neanche presentata all’ufficio di presidenza.
Per questo il gesto della Salvati potrebbe avere conseguenze ben più gravi di una strigliata istituzionale, potendosi configurare come un abuso.
La vicenda, è certo, non finisce qui: l’ufficio di presidenza sarà riconvocato a breve e da questo dovrà uscire una decisione forte per rimettere nel binario la gestione del consiglio che troppo spesso ha derogato dal regolamento.
Resta per questo in piedi, oltre alla richiesta di dimissioni della Salvati, anche quella della presidente Di Marzio contro cui, come annunciato in consiglio da Di Masci, già alla prossima seduta sarà discussa una mozione di sfiducia.

3 Commenti su "Video in aula, denunce e dimissioni. Tensione all’ufficio di presidenza"

  1. WARNING il commento di musichiere è stato rimosso perché contiene profili diffamatori

  2. bene,il commento non conteneva profili diffamatori,ma la relta’ dei fatti,il forse indica il dubbio,il puo’ darsi,il chissa’…le sceneggiate sono sotto gli occhi di tutti,la perversione
    ossessiva esibisionista pure,quindi sorge il dubbio sulla condizione mentale degli ” attori”,
    forse una patologia,un disturbo delle facolta’,capacita’…le evidenze nei fatti accaduti,
    quindi fondato il sospetto,il dubbio e’ legittimo,dunque un approfondimento,analisi,consulto medico potrebbe dare delle risposte….o no?

  3. Ma diffondere video privati non è reato? E poi non è un abuso che durante un Consiglio Comunale invece di parlare dei problemi della città si pensa ai problemi personali?

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