Vince 13mila euro in un anno al videopoker ma percepisce il Reddito di Cittadinanza: assolto

Il fatto non sussiste e per questo motivo Leonardo Spinosa, trentasettenne di Sulmona ma originario del Venezuela, è stato assolto questo pomeriggio, presso il Tribunale di Sulmona, dall’accusa di appropriazione indebita per aver percepito il Reddito di Cittadinanza, omettendo le cospicue vincite al videopoker.

I fatti risalgono al 2018, quando Spinosa in appena 12 mesi avrebbe vinto 13mila euro da conti di gioco on line. Una cifra omessa all’Inps, ovvero l’ente erogatore del Reddito di Cittadinanza che Spinosa ha percepito nel 2019 (15.225 euro) e nel 2020 (6.455 euro). Insomma, da disoccupato Spinosa aveva ricevuto circa 870 euro ogni mese dallo Stato a cui si aggiunge la cospicua vincita ottenuta l’anno precedente grazie ai videopoker. Cifra che Spinosa avrebbe dovuto comunicare all’Inps all’interno della domanda di richiesta per il reddito.

Per questo motivo era stato rinviato a giudizio da parte del Gip per la richiesta di processo da parte del Procuratore della Repubblica Stefano Iafolla nel giugno 2021.

Il giovane, difeso dall’Avvocato Alessandro Margiotta, è stato assolto poiché il fatto non sussiste. La difesa ha fatto valere le sue ragioni, sostenendo che dietro le vincite al videopoker non c’era arricchimento alcuno, poiché quelle vincite erano bilanciate anche dalle perdite nel gioco.

3 Commenti su "Vince 13mila euro in un anno al videopoker ma percepisce il Reddito di Cittadinanza: assolto"

  1. In Italia il 90% del gettito Fiscale proviene dagli Stipendi dei Dipendenti Pubblici e Privati mentre il restante 10% della Popolazione percepisce un reddito medio di 15000 Euro l’anno e Voi pensate ad un povero Cristo che in un anno ha vinto 13000 Euro… questo e’ il VERO SCANDALO ITALIANO..popolo di ….a

    • Luigi Gagliardi | 25 Maggio 2023 at 22:20 | Rispondi

      In realtà io penso alle mie ritenute IRPEF che finiscono a finanziare le giocate di questa persona invece che finire, ad esempio non esaustivo, a finanziare l’edilizia scolastica.
      Quindi mi viene da pensare che più che cambiargli nome in reddito di inclusione si dovrebbe cambiare radicalmente lo strumento.
      Ma in fondo sono uno dei tanti avventori del baretto virtuale.

  2. Ho fatto bingo.

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