Vince a poker, ma incassa il reddito di cittadinanza. Rinviato a giudizio

Non aveva un lavoro, ma i soldi sapeva come guadagnarli, ovvero scommettendo online. In un solo anno, nel 2018, aveva infatti guadagnato oltre 13mila euro giocando da dietro al computer a poker.

Un reddito vero e proprio, insomma, non compatibile con quello di cittadinanza che aveva richiesto e incassato per due anni di seguito, fin quando cioè la guardia di finanza gli aveva chiesto conto di quelle vincite, più simili ad uno stipendio, che aveva intascato dalla sua attività di giocatore del web.

E mentre tra full e scale cresceva la montagnola delle sue fiches, lo Stato gli versava il sostegno previsto dal reddito di cittadinanza: 870 euro circa al mese che per un anno e mezzo (ovvero dall’arile del 2019 a novembre scorso), Leonardo Spinosa, trentaquattrenne residente a Sulmona, aveva ottenuto per la sua “inattività”, per un totale di oltre 15mila euro.

Ieri il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Sulmona lo ha rinviato a giudizio per il reato di appropriazione indebita, processo chiesto dal procuratore della Repubblica Stefano Iafolla. 

Il giovane, infatti, avrebbe dovuto indicare nella domanda presentata nel 2019 per il reddito di cittadinanza il guadagno fatto nell’anno precedente (2018), quando per fortuna o per abilità, o forse per entrambe, era riuscito a “sbancare” il tavolo da poker virtuale.

Una competenza indiscutibile che, forse, il suo navigator potrebbe considerare per trovargli una “fatica”.

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