Volo di donna

Il mondo si muove al ritmo delle melodie che le donne cantano, mentre sono intente a fare qualsiasi cosa. Sono canzoni spesso fuori moda, che ricordano momenti di un passato ancora presente, perché nonostante tante cose siano cambiate, loro sono sempre le stesse.
Il mondo profuma dei fiori che le donne coltivano sui balconi, dell’ammorbidente con cui irrorano il bucato, del caffè che sono sempre pronte a bere e a offrire, delle fragranze che si spruzzano addosso prima di uscire di casa e dei dolci che preparano, seguendo sempre una nuova ricetta.
Il mondo ha i colori che le donne scelgono di indossare la mattina, per dare il giusto tono alla giornata, bianco o nero che sia, perché pur seguendo la moda, loro segnano il passo, precorrono il tempo e indicano la strada a chi ha voglia e coraggio di seguirle.

Le incrociamo per strada, guardandole distrattamente per qualche secondo, oppure per interi minuti, se un particolare cattura la nostra attenzione e la tiene in ostaggio per un po’.
Scarpe seducenti, sporte troppo pesanti, occhi stanchi o pettinature perfette ci parlano di loro, fornendoci l’incipit di una storia che sarebbe bello conoscere.
Non è vero che le donne si osservano a vicenda solo per invidia, non sempre almeno e solo fino a una certa età, poi ognuna ha l’esigenza di cercare nelle altre un pezzetto della propria storia, un particolare che la ricordi, un lieto fine che tutte vorremmo anche per noi.
Guardiamo le altre per rubare un segreto di bellezza, un sorriso di cui abbiamo bisogno, uno sguardo complice o un consiglio troppo saggio da poter seguire.
Le donne sono tutte belle, anche quelle a cui nessuno lo dice mai. Le donne sono tutte vere, anche quelle che la mattina impiegano ore per prepararsi.
Le donne sono tutte fate, anche quelle che non fanno voltare le teste al loro passaggio. Sono fate in quanto capaci di trasformarsi ed essere ciò che vogliono, se lo vogliono, senza l’ausilio della bacchetta magica, ma con l’impegno, la determinazione, il cuore grande o una passata di rimmel.
Perché certe giornate si possono superare solo con il rimmel. Certi giorni siamo noi contro lo specchio, l’un contro l’altro armati, a combattere il duello fra ciò che siamo e ciò che sembriamo.
Davanti all’armadio aperto, decidiamo come vestire le nostre fragilità e come spogliarci dei fardelli che ci pesano sulle spalle.
Questa capacità di trasformarci, anche esteticamente, a seconda del periodo che viviamo e di ciò che proviamo, è fantastica. Una sorta di armatura con la quale siamo in grado di affrontare il mondo.
Tiriamo fuori gli artigli e li coloriamo con uno smalto permanente, di quelli che rimangono intatti e non vengono rovinati né dal tempo, né dai metodici gesti quotidiani. Quegli smalti che sarebbe tanto bello spennellare sui sentimenti.
Non dovremmo mai giudicare una donna dal suo aspetto.
Non dovremmo pesarla, anche se abbiamo l’impressione che sia particolarmente dimagrita o ingrassata.
Non dovremmo fare la stima di quanto spende dal parrucchiere o dall’estetista. Non dovremmo rimproverare la sua sciatteria, né ridere di labbra, ciglia, unghie e seni finti. Non dovremmo contare i capelli bianchi sfuggiti alla tinta o i centimetri dei tacchi sui quali cammina.
Non è da tutto questo che si può giudicare chi una donna è, anzi, con questi parametri il depistaggio è facilissimo.
Non solo perché ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole, ma anche perché ognuno ha bisogno di fare ciò che vuole, soprattutto in certi momenti. Vi assicuro che una carezza, fatta su una guancia truccatissima, arriva fino al cuore esattamente come quella fatta su un viso pulito.
Perché la donna sta dentro, non fuori.

È per questo che mi piace giocare su certi argomenti. Non è solo autoironia, ma anche il desiderio di parlare di ogni donna, dei pensieri che sembrano sciocchi, ma solo a chi non sa guardare oltre il proprio naso, a chi ha sempre voglia di giudicare, a chi si ammala il fegato inutilmente, preoccupandosi di ciò che potrebbe semplicemente lasciare che sia.
Per fortuna non tutte le donne hanno storie di violenza da raccontare, ma sono certa che tutte conoscono quello sguardo severo che almeno una volta si è posato loro addosso, e poco importa se a richiamarlo siano state le rotondità piacevoli da vedere o quelle che testimoniano una passione per la crema pasticcera, un collant sfilato per la fretta o una gonna troppo corta per insicurezza: quello sguardo ha fatto male comunque.
Che provenisse da un uomo o da una donna, da un estraneo o da un’amica, che sia stato sfrontato o celato, era uno sguardo che tradiva la bugia che tante persone si raccontano ogni giorno di avere un’anima importante, fatta di cose profonde, che puntualmente passano in secondo piano, quando si tratta di additare e giudicare chi credono diverso da loro, solo perché sta fuori dal mondo che hanno deciso indebitamente essere il migliore.
Quello sguardo non è riuscito ad essere più severo dei tanti che ci facciamo certi giorni da sole davanti allo specchio, eppure ce li ha ricordati: solo per questo ha fatto tanto male, solo per questo abbiamo finto di non averlo notato e lo abbiamo chiuso nella parte più buia dell’anima, insieme a tutti i fantasmi pronti a saltar fuori nei momenti di debolezza.

gRaffa
Raffaella Di Girolamo

1 Commento su "Volo di donna"

  1. Lisa Salvatore | 2 Aprile 2019 at 20:26 | Rispondi

    👍❤️

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