Voto nel Pd: tra liti e ricorsi a Sulmona le urne restano chiuse

Convocato, sospeso, riconvocato e poi risospeso: ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa grave. Ma non seria, avrebbe detto Flaiano. La politica nel Pd di Sulmona, non ha tradito la tradizione: un duello a colpi di scena, ricorsi e controricorsi, che ha di fatto escluso i Dem del circolo, quelli legittimi e quelli sospetti, dal voto finale.

Che dei Bonaccini e dei Schlein interessa poco in corso Ovidio, dove il voto per la scelta del segretario nazionale ha assunto anche e soprattutto una valenza locale: un duello frontale consumato tra gli ex e gli attuali Dem. Storia che va avanti ormai da tempo, da anni. Per risolvere la quale non è stato evidentemente sufficiente un lungo commissariamento e le ultime elezioni amministrative.

Dal voto, sospeso venerdì, ieri mattina erano stati esclusi 42 tesserati dell’ultima ora, parte di quelli cioè istruiti da Bruno Di Masci e che avevano aderito in via telematica al partito. Per 13 di loro l’esclusione era dovuta al fatto che alle amministrative di ottobre 2021 si erano presentati in liste a sostegno di Andrea Gerosolimo e contro, quindi, la posizione ufficiale del Pd che al voto si è presentato con simbolo e bandiera con Liberamente Sulmona. Gli altri erano stati esclusi più o meno con la stessa motivazione, essendo cioè iscritti nell’associazione politica che sempre Di Masci ha messo in piedi poco meno di un anno fa, con l’obiettivo dichiarato di fare da bastion contrario e criticando apertamente l’amministrazione comunale Di Piero di cui il Pd è parte integrante, con il vicesindaco, il presidente del consiglio e una consigliera provinciale. Quanto basta, per la commissione provinciale, per farli restare fuori dalle urne. Poi nel pomeriggio la decisione di sospendere dal voto tutti, nessuno escluso, “per approfondimenti del nazionale”.

Il risultato è stato che nessuno ha votato, altro che esercizio della democrazia.

E’ la solita guerra dei soliti noti: tra serrature cambiate, espulsioni, strapuntini e posizionamenti. Con un Pd che nel frattempo ha perso pezzi, con le ferite ancora aperte, facilmente infettabili.

Resta da capire quale sia davvero la materia del contendere.

6 Commenti su "Voto nel Pd: tra liti e ricorsi a Sulmona le urne restano chiuse"

  1. Forse non lo sanno più nemmeno loro.

  2. Aldilà di tutto occorre riaprire in confronto e non chiudersi con espulsioni ed etichette ! Sulmona e’ solita a tagliarsi i coglioni da sola invece di creare rete condivisione e confronto.
    Casciani sta rendendo il partito una cosa per pochi senza nulla fare e senza nulla dire ! L’amministrazione vive una sorta di pace per restare ma senza nulla di evidente e sostanziale all’orizzonte. Gli intellettuali del bene comune e i praticoni del vecchio partito insieme pur di restare!
    Un grigiore dietro lotte di piccoli uomini!!!

  3. i migliori alleati della destra in Italia…

  4. P.D. fuori controllo | 13 Febbraio 2023 at 20:27 | Rispondi

    che sparisca il partito…ed i loro associati (tempo fa si diceva che molti non pagavano nemmeno la tesssera annuale) un partito..di veri miserabili..accattoni, povera sulmona!

  5. Sulmona 19.02.2023
    Una città litigiosa che futuro può avere se non la sua fine? Il giudice Giuseppe Capograssi di nobili origini non sulmonesi diceva che amava Sulmona ma i sulmonesi se ne devono andare. Chi si cela dietro il racconto La pipi del senatore? È il magistrato popolese Enzo Persichetti che racconta le reali vicende storiche accadute durante la sua campagna elettorale quando a Sulmona stava per aprire la Fiat. Una campagna elettorale a favore di un candidato al senato che poi non venne eletto. Il magistrato ne è il diretto protagonista. I fatti sono veri solo i nomi cambiati. Nella sede comunista ci fu una lite furibonda, volarono le sedie e da corso Ovidio si sentirono i rumori delle sberle tra il Commissario del PCI altolocato che rimproverava un onesto e povero figlio di Sulmona che manifestava la sua gioia del fatto che a Sulmona stava per arrivare il lavoro, il progresso. Il Commissario traditore del popolo lavoratore, perché i sinistri a chiacchere difendono i poveri ma poi quando governano aumentano la povertà, ebbene il commissario, diede addosso ferocemente al sindacalista onesto sulmonese dicendogli che la classe operaia si sarebbe imborghesita e non avrebbe più votato PCI. Il sindacalista meno’con una forte sberla il commissario del PCI,l’eco del colpo si propago’per il corso di Sulmona e scoppio’ la lite furibonda. Sulmona? Una Ferrari spompata con una mentalità retrograda e chiusa da 300 anni a questa parte. I pratolani, i raianesi, i popolesi hanno una mentalità diversa e superiore. Un mio concittadino nobile bolognese come me è diventato Vescovo di questo meraviglioso territorio, S. E. Zambeccari, deve aver molto sofferto allora, la Sulmona di oggi non è diversa da quella di allora. Ai posteri l’ardua sentenza.
    distinti saluti
    Domenico Silla

  6. Bell’articolo! Condivido pienamente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*