Una situazione che con tutta probabilità non si sarebbe verificate se al Comune di Sulmona avessero redatto l’istanza di variazione della destinazione d’uso dello chalet

“La questione- spiega Roberta Salvati- è stata presa in mano dai nostri assessori con l’appoggio dell’avvocatura comunale e del dirigente del terzo settore, Amedeo D’Eramo”. La famosa istanza di mutamento di destinazione, infatti, deve essere prodotta dal sindaco o dirigente, affissa per 30 giorni sull’albo pretorio, inviata alle maggiori associazioni di categoria, è necessario dare la possibilità ai cittadini di presentare osservazioni (60 giorni), dopodiché l’istanza va inviata alla Regione che deve rilasciare il suo parere. Per questa estate non se ne parla, insomma. Perché nonostante l’impegno l’azione amministrativa sembra non tenere il passo. E’ anche questo l’effetto del blocco amministrativo di Palazzo San Francesco che tra pensionamenti, furbetti, cooperative in bilico, ferie e malattie dei funzionari lotta per la semplice ordinaria amministrazione.
E se lo chalet resta in balia dell’inciviltà allora bisogna rispondere con maggiori controlli da parte della polizia municipale, e se questa di notte non c’è è auspicabile che qualcuno della raccolta rifiuti ogni tanto vada a spazzare perché quell’area è il biglietto da visita per l’Eremo e per gli scavi di Ercole Curino, fiori all’occhiello del territorio e meta di numerosi turisti.
Una salvezza per l’area celestiniana potrebbe essere il nuovo Dl Sud.
Commenta per primo! "Zona celestiniana preda dell’inciviltà, la riapertura dello chalet slitta ancora"