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Quali? Quelli, in pratica, riportanti nella Carta dove, in evidenza, ci sono i principi di qualità e lealtà. Non è difficile intuire che al centro della stessa ci sia, in un certo senso, la lotta all’abusivismo delle professioni legate al turismo abruzzese con esempi di organizzazione, spesso anche una semplicissima pagina facebook, che diventano punto di riferimento per i viaggiatori dell’Abruzzo senza, tuttavia, avere le necessarie certificazioni. Il passo da una bella esperienza al disastro è breve, e di queste eventualità l’Abruzzo, ora più che mai, deve necessariamente farne a meno. La questione dell’immagine, infatti, è il principio di tutto con la veicolazione di una regione ricca ed efficiente non solo oltreoceano, ma anche nella stessa Italia.
Tornando alla qualità, i sottoscrittori della Carta si sono impegnati a: operare attraverso una concorrenza costruttiva e non sleale nei confronti dei propri competitors, promuovendo l’offerta turistica integrata di tutte le strutture e attori coinvolti con gli stessi obiettivi e finalità del PST 2017-2020, verso un turismo quanto più omogeneo e di qualità; contribuire alla promozione dell’offerta turistica nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale; promuovere la qualità dei prodotti enogastronomici ed artigianali locali; operare attraverso l’impiego ed il coinvolgim
Un bell’impegno “etico”, ma necessario, per lo sviluppo del turismo esperienziale abruzzese che tra le prime adesioni contempla il vice presidente della giunta regionale, Giovanni Lolli; la facoltà di Economia di Pescara con la quale è venuto fuori anche un discorso lavorativo per i neolaureati; alcuni comuni; l’associazione molisana Le Rotaie; diverse riserve presenti in Abruzzo ed associazioni che si occupano di promozione del territorio. E la raccolta non finisce qui perché gli organizzatori stanno predisponendo i mezzi per ampliare la condivisione della Carta.
Il tutto per raggiungere un “Abruzzo attrattivo” doc.
Simona Pace
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