L’omonima giornata, dedicata all’alimentazione, infatti, non ha rappresentato un evento culinario fine a se stesso, ma una vera e propria ricerca, basata sullo studio dei testi ovidiani e di altri autori ad Ovidio contemporanei. Lavoro che ha portato alla luce i piatti tipici di quel tempo legandoli ai prodotti del Parco Nazionale della Majella e al progetto “Coltiviamo la diversità” che l’Ente sta portando avanti dal 2004. Non a caso nel progetto è stata coinvolta anche una azienda agricola “custode” del Parco, detentrice del patrimonio agricolo locale da preservare e custodire per le future generazioni.
Giovedì 1 giugno, Badiali ha introdotto all’esperienza culinaria d’epoca romana proponendo parallelismi e differenze con la cucina degli italici, mentre la sera i piatti descritti sono stati messi in pratica. Sapori da non paragonare assolutamente alla cucina attuale, ma da assaporare con il palato contestualizzato alla quotidianità di quell’epoca in una sorta di esperimento. Badiali è riuscita a costruire diverse portate partendo dal mito di
Prosegue anche attraverso questi studi l’impegno del Parco a tutela delle biodiversità alimentari e di tutti gli aspetti utili alla loro conservazione. Quello che, in sintesi, è stato fatto nel corso di tutto “Il Parco Di Ovidio” facendo leva sulla figura del poeta classico, in occasione del Bimillenario dalla sua morte, e promuovendo attività che si sono mosse tra cultura e natura: i laboratori per i bambini, i seminari, la cena, la passeggiata naturalistico-letteraria, il laboratorio di cosmesi naturale e, infine, “Il giardino botanico ovidiano”, esposizione delle piante di Ovidio aperta fino al 13 giugno, presso la sede del Parco nella Badia Morronese, e visitabile durante gli orari di ufficio nonché, in via eccezionale, sabato 10 giugno dalle 16 alle 19.
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