Arriva a Sulmona il parto indolore

E’ uno dei requisiti richiesti nei Lea, ovvero i livelli essenziali di assistenza, solo che garantire il parto in analgesia, cioè indolore tramite epidurale, non è cosa semplice per nessun punto nascita in Abruzzo. Fatta eccezione quello di Chieti, infatti, gli altri riescono a fornire il servizio solo in diurna o comunque non con certezza assoluta. Il fatto è che mancano gli anestesisti un po’ ovunque, problema strutturale dovuto anche alla scarsità degli specialisti in circolazione.

A Sulmona, però, una piccola finestra si è aperta dopo anni di silenzio assoluto e il 2 luglio scorso il piccolo Gabriele Gaetano è venuto alla luce alle 2.34 con i suoi 3,7 kg di peso e nessun dolore per la mamma Anna.

A favorire il parto in analgesia è stata la disponibilità dell’anestesista Massimo Lambo che, insieme a tre colleghi, ha offerto la sua reperibilità per la “puntura salvifica”, come previsto da un protocollo recentemente sottoscritto dalla Asl. Operazione non semplice, che richiede una buona dose di specializzazione, ma che permette alle donne di partorire senza particolari patimenti: “Non è un’anestesia completa – spiega Lamro – lasciamo alle donne lo sforzo delle doglie, ma eliminiamo tutto il resto del dolore”.

“Il parto è un’esperienza di vita emotivamente molto intenso per una donna che vive sentimenti contrastanti quali la paura del dolore e il desiderio di abbracciare il proprio bambino – racconta Anna Di Pietro, la fortunata mamma che nel reparto di Rianimazione ha lavorato come infermiera, prima di trasferirsi in quello di Nefrologia -. Aver avuto la possibilità di beneficiare della partoanalgesia mi ha consentito di lasciarmi trasportare dall’emozione della nascita concentrandomi solo sul mio bambino, senza che il dolore prevaricasse le mie emozioni: ed è questo il senso della vita che una donna dovrebbe godere appieno in quei momenti che solo una mamma vive”.

Per il punto nascita di Sulmona, che soffre di numeri bassi e molta mobilità passiva, sarebbe un aiuto non da poco: a Sant’Omero, solo per fare un esempio, anni fa resero il parto in analgesia obbligatorio (su richiesta ovviamente) e questo portò i parti da 300 a 700 in un anno. Senza arrivare a questi numeri, Sulmona può però certo aspirare a migliorare il suo trend che scende ogni anno e arriva appena sopra i 200 (nel 2021 finora ne sono stati fatti poco più di 100).

Ma il primario di Rianimazione, Vincenzo Pace, frena: “Dire che a Sulmona si fa la partoanalgesia non è corretto – spiega – attualmente non siamo in grado di garantire il servizio, anche se c’è la disponibilità di alcuni colleghi. La carenza di rianimatori non ci permette infatti di attivare una guardia ostetrica dedicata, ciò non toglie che lì dove è possibile cercheremo di accontentare le puerpere”.

E chissà, se più del primo livello, possa questo servizio mettere definitivamente al sicuro il punto nascita dell’Annunziata.

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