articolo dieci

«Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge».

Questo, per i connazionali di maggioranza, minoranza, al potere o nel sottoscalariato precario che siano, è l’articolo 10 della nostra Costituzione. Sta fra gli undici cosiddetti principi fondamentali, copia incolla dei diritti universali dell’uomo, solo un gradino prima del ripudio della guerra, art.11 che manco è cosetta secondaria.

E non perché a chi l’ha incisa nel futuro mancassero gli argomenti, avesse fumato o si ritrovasse un buco nell’elenco, non perchè i costituenti fossero una manica di buonisti pidioti e radical chic.

No. Solo perché ci ricordassimo sempre, finchè quella Carta fosse restata valida, che prima non vengono gli italiani, -soprattutto se gli italiani ne disconoscono i principi-.

Prima di tutto c’è la dignità della persona.

Che significa anche, addirittura, che se a qualcuno di un qualsiasi altrove fosse stato negato un diritto, come lo era stato fino a qualche anno prima agli stessi costituenti, l’impegno – prima che il dovere – degli italiani sarebbe stato accoglierli nel loro paese e prendersene cura.

Certo, l’articolo precisa nelle condizioni stabilite dalla legge, ma viene dopo, di conseguenza: ragioni e modalità non erano il punto ma un dettaglio dopo la virgola, rimandato a dibattiti, parlamenti e cittadini.

Certo resta solo che se uno ti bussa a un porto i padri costituenti non ti lasciano scampo, devi aprire.

Pura, stupida, scomoda, improduttiva, illogica solidarietà.

Nessuna giustificazione nella classifica di sfiga, chi dei due stava peggio, ospite o ospitato, per aggiudicarsi l’aiuto al posto dell’altro.

Poco importa a chi toccherebbe occuparsene e non lo fa, quanta sia la gente d’accordo a rimandarli al mittente, la Costituzione non se ne cura, non cita la gente, non prevede referendum né sondaggi: quell’impegno è imprescindibile, timbrato a fuoco al numero dieci.

 

Ora, tutto si può dire dei nostri tempi difficili, tranne che al tempo della Costituzione si stesse meglio, che a povertà, lutti e disperazione certo non ci erano secondi. Nella classifica di chi avesse più diritti di dirsi italiano e bisognoso, avrebbero avuto tutte le ragioni e le prerogative di fregarsene sensibilmente di chi fosse andato a bussare ai porti.

Invece se ne sono fregati di chi non fosse d’accordo ad accoglierli,  scontato che i veri Italiani non si sarebbero mai defilati.

Per questo in Italia la gente che bussa da una barca si fa entrare.

Almeno finchè la Costituzione vige, finchè l’ultimo italiano idiota buonista del cazzo come me campa.

 

Antonio Pizzola

 

13 Commenti su "articolo dieci"

  1. Continuiamo ad alimentare il business. Nave aquarius, super attrezzata che invece di andare in Spagna o Malta continua a girare in tondo.

  2. Ricordiamo la costituzione a nostro piacere ma dimentichiamo quanto Prodi (targato PD, quelli che ora si ergono a paladini) chiudeva i porti agli albanesi.

  3. Per fortuna di “italiani idioti buonisti del cazzo” come si è definito ne sono rimasti pochi.

  4. mamma mia che scadimento etico e morale che c’è in questo Paese, l’ignoranza che fa da padrone. analfabeti funzionali, razzisti e xenofobi, senza memoria storica e senza valori. se salvini è ministro d’altronde non ci si poteva aspettare molto di più. bisogna ricominciare da capo, dalla cultura, dalla storia, dall’educazione civica

    • È finito il business delle vacanze in Italia. La sinistra ha perso quindi ora tutti a casa. I razzisti sono coloro che sfruttano le disgrazie altrui per trarne benefici. Non dimentichiamoci le dichiarazioni della Bonino sulla raccolta pomodori.

  5. Cari aedi del politicamente corretto glamour e cosmopolita, mi duole precisare che l’immigrazione di massa non ha nulla di emancipativo. Né per i nuovi schiavi del salario africani, né per le vecchie classi lavoratrici martoriate d’Europa. L’immigrazione, meglio deportazione, che voi celebrate è un’arma nelle mani della classe dominante. Che la usa per abbattere i salari, per creare conflitti orizzontali, per destabilizzare i popoli e per scioglierne le identità. Deportare su navi private masse di schiavi non è umanitario. È un gesto atroce, è colonialismo 2.0. E voi lo appoggiate.

  6. Amici tutti, vi ringrazio di aver partecipato e detto la vostra. Purtroppo per voi nessuno ha potuto contestare un dato stampato sulla carta e sulle nostre coscienze dai padri fondatori di questa repubblica che sembra non meritarli: lo straniero a cui vengono negati i diritti riconosciuti da questa carta ha diritto all’accoglienza. Quanto detto vale per Salvini, per Prodi, per i buonisti, i piddini, i romani e i sulmonesi. Per chi è d’accordo e per chi no. Semplicemente perché, per fortuna, la Carta Costituzionale che ci tutela sta avanti a tutti voi, me compreso. Tutto qui. Ma continuate pure a commentare ed insultare, la stessa Costituzione prevede anche la libera espressione. Magari se vi mettete d’accordo riuscite a farci votare un referendum per abrogare l’articolo 10, hai visto mai…

  7. Bravo Pizzola, cerchiamo di ricordarci che siamo un paese che si definisce civile e soprattutto che gli immigrati non sono la causa di tutti i problemi italiani come sembra molti pensano oggi.

  8. … o più propriamente, come fa comodo a chi non è in grado di affrontare fenomeni epocali dentro le regole costituzionali che noi pensiamo, credendo di avere un’opinione libera, pure un pò politicamente scorretta. Il “buonismo”, neologismo idiota e privo di senso, chi l’ha coniato?

  9. Chiacchiere, solo chiacchiere. Andiamo a vedere da chi sono finanziate queste ong. Da dove arrivano i fondi? Il personale da chi è pagato?

  10. nel mentre, Sinistroide, mentre andiamo a vedere (ci mancherebbe che non lo facciamo) ai passeggeri delle barche gli rispondiamo: chiacchiere solo chiacchiere, un attimino che andiamo a vedere da chi è finanziato chi vi ha raccolto

  11. grazie Lucrezia, letto per quanto già conoscessi gli scoop del Giornale. Ma mi resta il dubbio: lei l’ha letto il mio post? Perché sembrerebbe che sia il suo invito alla lettura sia l’articolo siano fuori tema. Come se io scrivessi mele e lei mi rispondesse pere, con tutto il rispetto per la frutta

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