Risalgono rispettivamente al 2012 e al 2013 gli incontri organizzati in città con Peppino Englaro e Mina Welby, familiari di due vittime di questa impossibilità di decidere e che a Sulmona hanno portato il loro contributo nell’interesse di molti, e di alcuni che hanno potuto confront
“Sono strafelice, ma so che lo sai anche tu”, ha risposto Mina Welby al messaggio inviato da Liana a legge approvata. “Di tutte le esperienze che ho fatto con Uaar- racconta Liana Moca – questa è quella che mi ha dato di più e che ha coinvolto tante persone”. Sono saltati gli schemi per il testamento biologico, sia politici che culturali. A compensare chi girava la testa dall’altra parte, sono state le anziane che prima di andare a messa firmavano, per non parlare di persone legate a partiti ritenuti avversi che si sono dati a loro modo da fare.
Diverse sfumature di una legge che ora vanno ben studiate per informare. Il lavoro, infatti, non finisce qui e sono pensabili una serie di appuntamenti per comprenderne i diversi aspetti. “Una delle prime cose da fare sarà una conferenza sulla differenza tra eutanasia, suicidio assistito, su alimentazione e idratazione. Una campagna informativa insomma perchè ora c’è da far capire alle persone cosa possono scegliere. Ci sono da valutare, inoltre, la questione dell’obiezione di coscienza e a chi verrà affidato il modulo del testamento”.
Simona Pace
Il biotestamento, conquista di civiltà, su cui si è battuto in prima linea, il partito radicale, seguito dai così detti progressisti. (Nessuno però ha codificato in princìpi in una “tavola”, cosa sia il progresso). Sono d’accordo che ognuno di noi, nato libero, sia anche arbitro ed artefice del proprio destino. Se uno vuole disfarsi del proprio corpo, quando questo è solo un inutile orpello destinato a somme sofferenze, deve essere libero di poterlo fare. L’uomo ,anche credente, non è forse dotato di “libero arbitrio”? Ciò premesso, ho dei dubbi,che la ragione ed il panorama politico e storico di questa nazione mi evocano. Mi riferisco alle famose conquiste, così definite, come l’aborto ed il divorzio. Ebbene, l’aborto, quando fu votata la legge sull’interruzione di gravidanza, fu accettato come il benvenuto tra noi, dopo che le donne per poterlo fare dovevano recarsi dalle mammane che procuravano insieme all’aborto anche gravi danni e setticemie. Fu stilato un memorandum per la donna, prima che essa si impegnasse nel gravoso cammino che si risolse e si risolve spesso, che esso si fa”per motivi socio economici”, frase ormai di maniera. E così l’aborto ,si può considerare oggi come il principale mezzo di contraccezione. Non lo dico io ,parlano le statistiche. Si potrebbe dire la stessa cosa del divorzio. Unioni a pezzi, dopo pochi mesi o qualche anno di convivenza,separazioni con giudizi di tribunali da fantascienza,casa del coniuge,assegnata alla madre con prole, per esempio e lui sfrattato per altri lidi. C’è una battuta. Alla domanda,qual è la prima causa del divorzio? Risposta:il matrimonio.
Ed ora il biotestamento, compare sul banco di prova. Una sottile linea di confine lo separa dall’eutanasia, ovvero la dolce morte. In Italia di questi tempi ,in mano ad un materialismo spietato, potrebbe accadere. Conquista di civiltà? Staremo a vedere. Anche papa Bergoglio ha detto che dobbiamo prendere esempio dalla Bonino e da Pannella, paladini delle conquiste umanitarie. Difatti la Bonino si sta anche a capo di “fui forestiero e ..”Ed ora avanti con l’altra conquista di civiltà: lo “ius soli”,che per noi italiani sarà uno “ius sola”. Per chi sono conquiste, per le loro idee o per le nostre idee?
PS. Da precisare che sono dell’idea che una volta approvata una legge,nel bene e nel male, essa va rispettata, in quanto legge dello stato. Il mio senso civico mi dice questo. Posso essere critico ma bisogna essere osservanti,quando si sta in democrazia. La protesta e le idee si decidono con le elezioni, stando attenti a chi dare le preferenze. Ora mettersi a fare “obiezione di coscienza” non ha senso. Dura lex sed lex ,dicevano i romani,quando dominavano il mondo,prima del rammollimento generale. A Cesare va sempre dato quello che è di Cesare.