“C’è puzza di gas” fa tappa a Sulmona. Dibattito e flash mob su metanodotto e centrale Snam

Si terrà a Sulmona, domani 21 settembre, alle 18:30 in piazza XX, il presidio con dibattito e flash mob organizzato da Legambiente per la sua campagna “C’è puzza di gas. Per il futuro del Pianeta non tapparti il naso”, con il supporto di Clean Air Task Force (CATF).

L’evento è uno degli otto incontri che si svolgeranno su tutto il territorio nazionale, partendo dalle istanze locali attraverso presidi, conferenze stampa, flash mob e iniziative che coinvolgeranno l’intera filiera del gas fossile, dalle centrali elettriche a quelle di compressione, dai gasdotti ai pozzi estrattivi.

L’iniziativa promossa da Legambiente, in collaborazione con i Comitati cittadini, verterà sulla battaglia che da quasi 15 anni si porta avanti in Valle Peligna contro il metanodotto e la centrale di compressione Snam.

L’obiettivo della campagna è non solo quello di ricordare quanto sia importante per il bene del Paese e del nostro pianeta abbandonare il gas fossile, ma anche far conoscere a territori, cittadini e cittadine i rischi legati alle dispersioni e agli sprechi del gas metano immesso direttamente in atmosfera – gas fossile con un effetto climalterante fino a 86 volte più potente di quello della CO2 – e spingere l’Italia e l’intera Europa ad approvare norme e regolamenti ambiziosi, finalizzati a ridurre nel tempo, fino ad azzerare tali emissioni

5 Commenti su "“C’è puzza di gas” fa tappa a Sulmona. Dibattito e flash mob su metanodotto e centrale Snam"

  1. in piena campagna elettorale, durante una guerra tra russia e ucraina dicasi Altresì guerra del gas metano… ma con quale coraggio si presentano a fare questo evento?

  2. io direi di farli venire a sulmona a gennaio 2023,dopo la prima bolletta del gas di dicembre!

  3. La guerra non c’entra nulla con il metanodotto e la centrale che la Snam vuole imporre al nostro territorio perché si tratta di infrastrutture interne. E le infrastrutture interne sono già oggi sovradimensionate rispetto ai consumi nazionali di gas. Esse hanno una capacità di distribuzione del metano che supera i 100 miliardi di metri cubi annui mentre i consumi medi degli ultimi dieci anni in Italia sono stati di 71 miliardi e mezzo. E nel prossimo futuro i consumi di gas diminuiranno sensibilmente. Perciò non c’è bisogno di costruire altri impianti e nel caso fossero realizzati essi farebbero aumentare ancora di più le bollette perché per circa 50 anni bisognerebbe ammortizzarne i costi che non sono uno scherzo. Secondo i dati Snam, infatti, il metanodotto da Sulmona a Minerbio e la centrale di Case Pente verrebbero a costare la bella cifra di due miliardi e 338 milioni di euro. Le bollette non sono aumentate in modo stratosferico perché manca il gas ma per effetto delle manovre speculative delle grandi imprese che comprano e rivendono il gas. Nei primi sei mesi di quest’anno l’Italia ha importato più gas del corrispondente periodo dello scorso anno. Al punto che l’ENI ha addirittura rivenduto all’estero più di 1 miliardo e 800 milioni di metri cubi di metano, mentre l’anno scorso ne aveva rivenduto solo 254 milioni di metri cubi. L’ENI, sempre nel primo semestre del 2022, ha realizzato superprofitti per 7 miliardi e 398 milioni di euro, con un incremento del 600% rispetto allo stesso periodo del 2021 quando erano stati di 1 miliardo e 103 milioni. Le multinazionali del gas si ingrassano e i cittadini stringono la cinghia. Questi sono i fatti. Il resto sono solo chiacchiere da bar.

    • della_serie_laguerranoncentranulla | 21 Settembre 2022 at 07:30 | Rispondi

      opere strategiche AUTORIZZATE dal Governo Italiano, quella di Sulmona è una delle TANTE infrastrutture in corso di costruzione.
      cambia bar VA!

  4. Il padre di mio nonno diceva : chi pecora si fa lupo se la mangia. A decidere la politica energetica in Italia sono l’Eni e la Snam soprattutto. Sono loro che stabiliscono cosa è strategico e cosa no. Per i loro interessi, naturalmente. Il governo ci mette solo il timbro sopra. Come diceva il buon Totò : “e io pago!”.

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