Centro Anziani, Raiano che Vogliamo: opporsi alla volontà di abbandono

Il Centro Anziani San Venanzio di Raiano, la volontà della Fondazione Paolo VI di cedere, ricorrendo alla “cessione di ramo d’azienda”, le attività di accoglienza e cura degli anziani autosufficienti e non, lasciando a sé la gestione delle sole attività di riabilitazione come da accreditamento regionale. Questo il tema caldo del consiglio comunale, l’opposizione ieri ha chiesto una soluzione alla giunta Moca e invitando Comune e Fondazione a guardare la strada dell’accreditamento per la costituzione di una Residenza Sanitaria per Anziani.

In assise la minoranza ha ribadito che “La Fondazione Paolo VI, a quel che ci risulta, a seguito di un lungo e articolato procedimento amministrativo, a conclusione di una Gara di Appalto europea, ottenne l’affidamento per la gestione della struttura di proprietà comunale, per una durata di 90 anni; L’affidamento, a conclusione della gara, è stato formalizzato dalla stipula di un  Contratto di concessione del centro socio-sanitario-assistenziale, sottoscritto dalle parti, a seguito di deliberazioni del Consiglio e della Giunta Municipale di allora”.

Il gruppo “Raiano che Vogliamo” ha espresso preoccupazione per l’improvviso abbandono da parte della Fondazione dell’attività di accoglienza degli anziani, che rende incerto il futuro sia del servizio stesso sia dei lavoratori attualmente occupati “non condividendo la rottura di un impegno assunto dalla Fondazione a conclusione di una Gara di Appalto europea per una gestione della durata di 90 anni”

La minoranza sottolinea “Consapevole dell’importanza assunta in questi ultimi anni dal Centro San Venanzio in direzione dell’assistenza alla popolazione anziana autosufficiente e non, oltre all’attività di riabilitazione, finalità sociali da mantenersi e svilupparsi nei prossimi anni anche attraverso innovazioni o integrazioni di servizi che possono migliorare i risultati economici e gestionali” e invita dunque l’amministrazione comunale, nel rispetto di quanto previsto dal “Contratto di concessione” stipulato dalle parti, ad opporsi fermamente, nei modi e nelle forme previste dalle norme, alla volontà di abbandono e di non rispetto degli impegni assunti dalla Fondazione Paolo VI

Dunque il suggerimento sarebbe, anzichè abbandonare i servizi, la Fondazione Paolo VI, supportata dall’Amministrazione Comunale e dalla comunità locale, “dovrebbe perseguire l’obiettivo di ottenere da parte della Regione il riconoscimento e l’accreditamento per la costituzione di una Residenza Sanitaria per Anziani, come già tentato in passato, considerato che la Valle Peligna è priva di una struttura simile”.

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