Cinghiali in trappola, dai vicoli del paese alla cucina del ristorante

Da tre mesi giravano indisturbati dentro al paese, fin dentro i cortili delle case. Un branco di cinghiali che era diventato per i residenti di Pacentro un vero incubo, oltre che un comprensibile timore.
La notte scorsa, però, dopo una settimana di tentativi ed “inviti” la famiglia di ungulati è finita in trappola: catturata nei pressi del campo sportivo dove il Parco della Majella aveva attrezzato un “recinto con inganno”.
Data l’impossibilità di intervenire con le carabine perché dentro una zona abitata, infatti, con il grano gli addetti dell’area protetta hanno segnato lentamente, giorno dopo giorno, una sorta di “percorso del gusto”: prima fuori dalla gabbia, poi sull’uscio e poi dentro. I cinghiali si sono così lentamente e progressivamente avvicinati e fidati della mensa, fino a quando questa notte dietro di loro si è chiuso il cancello.
Sette gli esemplari catturati: due adulti e cinque cuccioli, che tanto cuccioli in verità non sono. Alcuni, sostengono in paese, sono sfuggiti alla trappola, ma la cattura dei sette (e in particolare dei due esemplari adulti) è stata salutata come una liberazione da parte dei residenti.
Ora gli ungulati sono stati presi in carico dal Parco della Majella che li ha abbattuti e che ha venduto la loro carne, sviscerata, per 1,50 euro al chilo ad un ristorante di Rapino, uno di quelli che ha risposto al bando ad evidenza pubblica fatto dallo stesso Parco per lo smaltimento dei selvatici.

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