“Colpevoli da un tanto al chilo”, botta e risposta Carugno-Nannarone sul metodo Gratteri

E’ scontro aperto tra la consigliera comunale di Sulmona, Teresa Nannarone (fuoriuscita dal Pd lo scorso mese) e Massimo Carugno, candidato al Senato nella coalizione dei democratici per le prossime elezioni del 25 settembre. Ad agitare gli animi sono state proprio le parole di Carugno riportata in un articolo, a sua firma, su “Il Riformista”, che bacchettavano il metodo utilizzato da Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica a Catanzaro, nella lotta alla criminalità organizzata.

“Gratteri persiste nelle sue maxi retate alla ricerca di colpevoli da un “tanto al chilo” – si legge nell’articolo – perché comunque in mezzo a 200 persone un paio di delinquenti veri certamente ci capiteranno”. Come per dire, intanto arrestiamoli tutti poi a processo qualcuno da condannare ci sarà sicuramente.

Frasi che hanno fatto infiammare la Nannarone, da sempre in prima linea nella lotta alla mafia, con vecchie ruggini con il Partito Democratico che ora ha abbracciato (almeno per la corsa al Parlamento) uno dei più importanti profili dei socialisti nel comprensorio peligno.

“Queste sono le parole gravissime scritte da chi vorrebbe rappresentare il nostro territorio in Senato nei confronti di un magistrato che da trenta anni ci difende da uno dei più pericolosi fenomeni criminali del mondo mettendo a rischio la sua vita e quella della sua famiglia – scrive la Nannarone sul proprio profilo Facebook -. Parole inaccettabili, che somigliano in maniera preoccupante alle invettive che colpivano Falcone e Borsellino”.

“La lotta alla mafia non ha colori politici – conclude la Nannarone – e dovrebbe essere una priorità di tutte le forze impegnate nella campagna elettorale anche per arginare queste derive dal sapore falsamente garantista, ma così non è. La coalizione abruzzese di centrosinistra che ha “imbarcato” questa persona che sostiene anche che bisogna dare una bella ripulita alla democrazia per evitare che Gratteri riempia le carceri, condivide questo attacco al Procuratore Nicola Gratteri o ne prende pubblicamente le distanze?”.

Non si è fatta attendere la risposta di Carugno, il quale ha ribadito che il non condividere i metodi di Gratteri non significa arrendersi alle mafie o peggio ancora sposarne le finalità. Lo stesso Carugno ha rimarcato il fatto che in buona parte delle maxi operazioni portate avanti da Gratteri (Nuova Famiglia, Doomsday, Drugstore, Apocalisse, Job center e altre) un numero rilevante di persone sono risultate poi del tutto estranee o innocenti.

“Arrestare persone senza un minimo di indagine e senza uno straccio di prove che poi vengono prosciolte, o all’udienza preliminare o in primo grado, mentre i veri colpevoli vanno a spasso non è, a mio avviso, un buon metodo per combattere le mafie – precisa Carugno -. E l’accostamento della Nannarone a Falcone e Borsellino è del tutto improprio”.

“I due magistrati siciliani – prosegue Carugno – al contrario di Gratteri, non facevano maxi retate alla cieca ma vagliavano profondamente la posizione di ogni indagato, persona per persona, e, solo dopo aver raccolto in lunghi e approfonditi studi e indagini prove, documenti, testimonianze, accertamenti patrimoniali e bancari, rapporti societari e imprenditoriali, legami esteri con organizzazioni di altri paesi, ne costruivano minuziosamente l’accusa e li portavano a processo certi di ottenerne la condanna. Tale metodo di indagine fu reso celebre dal lunghissimo periodo trascorso dai due magistrati all’Asinara, con le loro famiglie, per preparare la istruttoria di 8.000 pagine che il 16 dicembre del 1987 concluse il maxi processo di Palermo con 360 condanne e 2665 anni di carcere. Tali indagini rappresentarono poi la base per le condanne a Riina e Provenzano e alle loro organizzazioni”.

“Roba ben diversa dallo spesso inefficace metodo Gratteri la cui spettacolarità ha contribuito a costruirne il mito ma che era ben lontana dalla riservatezza di Falcone e Borsellino che tutto facevano tranne che andare a caccia di gloria e trionfi – prosegue Carugno -. Non sono il solo nel paese a non condividere i metodi di Gratteri a partire dal giornale sul quale scrivo, totalmente allineato su questa posizione, per finire a numerosissimi giuristi, tecnici, osservatori, opinionisti, politici e infine anche tra gli stessi magistrati. Del resto è recente la bocciatura, da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, della nomina di Gratteri a Procuratore Nazionale Antimafia”.

“Anche in Calabria il procuratore Gratteri, quasi candidato con la Meloni a cui sembra essere vicino, non è molto condiviso negli ambienti politici e giudiziari – conclude Carugno -. Non sono il solo e secondo la consigliera Nannarone, quindi, si dovrebbero prendere la distanze solo da me o anche da tutti gli altri? La cultura dell’accusa facile non mi appartiene. Purtroppo è la solita disputa tra garantisti e giustizialisti ma, per la storia del socialismo e del riformismo che inizia con Turati, per le battaglie radicali di Marco Pannella, per la cultura della socialdemocrazia europea, io sono dalla parte giusta”.     

Una replica, quella di Carugno, alla quale ha fatto seguito un’altra risposta da parte della Nannarone, che definisce la giustificazione del candidato al Senato una pezza peggiore del buco. “Solo una persona in malafede può bollare l’attività di Gratteri come un costante buco nell’acqua o una sorta di “sagra della manetta” – spiega la Nannarone -. Viene da chiedersi da dove il Carugno abbia preso i dati da cui trae con tanta sicumera la convinzione che le inchieste di Gratteri siano dei costanti fallimenti quando è evidente il contrario”.

“Si può contestare il metodo – prosegue la Nannarone – ma non si possono certo nascondere i meriti né i risultati conseguiti dal magistrato per la lotta alla ‘ndrangheta. Viceversa il ragionamento di Carugno non contiene un solo passaggio giuridico ma è unicamente una livorosa aggressione sul piano personale a scopo di propaganda. E non stupisce del resto che una parte della politica sia allineata sulle posizioni di Carugno, visto che Gratteri non si fa scrupolo ad indagare i rapporti tra politica e criminalità. E il Carugno non si accorge neppure, quando parla della nomina a Procuratore Nazionale Antimafia, di aver fotografato il più caro punto di contatto tra Gratteri e Falcone che quando era in vita fu più volte “bocciato” quando chiese di dirigere uffici fondamentali per la lotta alle mafie. Inutile continuare, l’intenzione è chiara. Diventa a questo punto imprescindibile capire se le convinzioni di Carugno siano sue personali o rispecchino l’orientamento dei partiti della coalizione che lo ha candidato”.

6 Commenti su "“Colpevoli da un tanto al chilo”, botta e risposta Carugno-Nannarone sul metodo Gratteri"

  1. Sandro De Panfilis | 6 Settembre 2022 at 11:00 | Rispondi

    Del resto, fa bene ilcandidato socialista a rivendicare la bontà del le sue idee in materia. Rappresentano la sintesi perfetta della sua storia politica dalla quale il Partito Democratico dovrebbe prendere le distanze, per l’appunto…..

  2. Sulmonese deluso | 6 Settembre 2022 at 11:35 | Rispondi

    Ma ora la Nannarone che fa?… vota Renzi con tutti i suoi seguaci?…. d’altronde è confluita nel suo gruppo politico…. la valutazione sul metodo di condotta del magistrato da parte di Carugno ci può stare, secondo la Nannarone ei suoi seguaci ormai si deve abolire il diritto di opinione!!!

  3. Nicola Gratteri e’ un esempio di legalità ….prima di parlare di lui sciacquatevi la bocca !

  4. Parole abominevoli contro Gratteri che da anni vive sotto scorta. Una delle poche persone che stimo in modo totalitario e che con i fatti agisce per il bene comune. Che vergogna ! La macchina del fango in azione !!!

  5. Carugno farebbe bene a scusarsi pubblicamente. Detto questo, cosa intende, l’articolista, per questa “prima linea contro la mafia” in cui si troverebbe la Nannarone?

  6. Sarebbe utile sapere se la posizione della Nannarone è condivisa dal gruppo dei “democristiani” Liberi e Forti , cui la suddetta è recentemente confluita

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