Colpita al cuore

(foto Fabrizio Caputi)

1 Commento su "Colpita al cuore"

  1. Pietro Grossi | 30 Agosto 2017 at 09:48 | Rispondi

    Il Danno

    Il danno e’ fatto. Quella che resta da capire a ceneri fumanti dopo la prima vera pioggia sara’ quanto sia esteso e quanto ci vorra’ per rimettere in piedi un patrimonio comune che unisce da sempre le genti delle nostre vallate.
    Il fuoco divampato non ha solo cancellato migliaia di ettari di bosco ma ha evidenziato, qualora ce ne fosse ancora la necessita’, l’incapacita’ di una coesione territoriale che vada oltre gli steccati della politica e unisca sentimenti senza bandiere e che nascono dal senso di appartenenza ad un luogo comune. Polemiche, rabbia, incomprensioni non spengono gli incendi ne fanno ricrescere alberi ma generano sfiducia ed alimentano il fuoco delle inefficienze che, senza nasconderci dietro un dito, ci sono e sono parecchie.
    Qualcuno parlera’ tra qualche giorno di tempesta di fuoco perfetta : un insieme di fattori umani e non che hanno scatenato l’inferno in terra e stanno continuando a fare ardere il territorio. A questa tempesta qualcuno ha dato una mano attiva ma spettera’ alla magistratura scoprire chi e perche’.
    E’ pur vero che tutte queste cause concomitanti hanno degli artefici che con le loro decisioni hanno fatto si’ che l’entita’ del distrutto si moltiplicasse. Parlo della pulizia dei boschi, delle strade forestali, delle linee taglia fuoco, dei mezzi e degli uomini della forestale dirottati ad altri corpi, del “E’ tutto sotto controllo…state sereni” delle prime ore e molte altre ancora.
    Potremmo stare ore qui a discutere di chi e’ la responsabilita’ e a chi addossare la colpa ma cio’ non cambiera’ quello che per molti anni vedremo aprendo le finestre delle nostre case.
    Siamo un popolo di “testoni” e mai come ora sarebbe bello vedere la nostra caparbieta’ riuscire dove la politica del nostro territorio ha fallito.
    Se un territorio si mostra unito nelle scelte e nei piani di sviluppo avra’ maggiore possibilita’ e credibilita’ nell’accedere e chiedere fondi per ripristinare il danno. I campanili per una volta metteteli, mettiamoli, da parte ed ascoltate il cuore, quello che in questi giorni trattiene a stento rabbia, dolore e speranza.
    Guardiamo avanti e costruiamo un territorio migliore spronando la ricerca verso le cose “fatte per bene”. Non accontentiamoci delle promesse del figurante di turno. Lo spirito di rassegnazione non e’ nel nostro dna da secoli. Non facciamo in modo di diventare schiavi dell’impossibile. L’impossibile esiste solo per che non ha piu’ voglia di sognare e lottare. Lottare per un territorio dove crescono e cresceranno i nostri figli e in cui , speriamo, tornera’ uno spirito unico e la voglia di condividere l’immenso dono che ci e’ stato dato con chi vorra’ venire a trovarci ospite nella nostra terra.

    Jamm’ mo’

    Pietro

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