In alcuni casi (es. Pettorano sul Gizio, Rocca Pia, Bugnara, … ) i Consorzi hanno anche realizzato i Piani di Gestione (anticipandone i costi), cosa che ha permesso, ad esempio, a Bugnara di presentare, attraverso il Consorzio Colle Rotondo, un progetto ai sensi della Misura 8.5 del PSR. Cosa che avevano fatto anche i comuni di Pettorano e Rocca Pia nella scorsa programmazione, sempre attraverso i Consorzi di riferimento (Alto Gizio e Alto Sangro)”.
I Consorzi associati contestano poi la proposta di richiedere alla Regione l’aumento degli ettari del Piano di gestione forestale da 50 a 500/1000 ettari: “Per quanto riguarda specificatamente l’accesso alle misure forestali del PSR, la citata 8.5 o il prossimo 8.3 “Prevenzione dei disastri naturali e degli incendi”, è opportuno sottolineare che questo è legato alla presenza di un Piano di Gestione per proprietà superiori a 50 Ha (vigente o precedentemente inviato alla Regione) non per un “capriccio” regionale, ma perchè previsto dall’art. 21 del Reg UE 1305-2013 sullo sviluppo rurale. Tale previsione, quindi, non è superabile”.
Conclude quindi Talucci: “L’ipotesi quindi di una ATS “generalista” – se operante nel settore forestale, cosa peraltro riportata nei resoconti giornalistici, ma non presente nella proposta di ATS che parla di “ambiente, agricoltura e turismo” – nel quadro esposto rischia quindi di divenire più un problema che una opportunità.
E’ invece certamente utile un coordinamento di area che, mi permetto suggerire, sarebbe bene allargare ai soggetti operanti nel settore, a partire, appunto, dai Consorzi Forestali”.
Savino Monterisi
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