Coppie omogenitoriali: “La legislazione non è al passo con la società”

E’ la legislazione a non essere al passo con una società che cresce, si plasma e accetta l’evoluzione e la libertà di “essere” senza troppi problemi, anche se qualche barlume di avanguardia ogni tanto arriva anche dalle istituzioni. Casi isolati ancora come la registrazione “semplice”, possibile grazie al sindaco di Torino, di un bambino con due mamme. Il riconoscimento di coppie omogenitoriali diventa così il prossimo passo per uno Stato che arrivi a tutelare tutti i suoi cittadini. Ieri a Sulmona sono tornate a riunirsi (lo fanno ogni anno) alcune coppie formate da due mamme e due papà per discutere e confrontarsi su gioie, esperienze e preoccupazioni, ospitate da Valentina e Gianna. E se nell’incontro erano in tutto 6, in Abruzzo sono 40 le coppie parte delle rete Famiglie Arcobaleno, a Sulmona quasi 4, un bambino è in arrivo.

“Bimbi totalmente integrati nel tessuto sociale- spiega Valentina Lucci-, aspettano che la politica si adegui alla realtà. Sono bimbi che risultano discriminati più da una legge che non esiste che dal quotidiano”. Perché nei fatti la vita di genitori e figli “arcobaleno” scorre come tutte le altre, tra amore e gesti di solidarietà che arrivano da amici, colleghi e vicini di casa, come accade in qualsiasi famiglia d’altronde e in qualsiasi ambito sociale definito “normale”. Qui di “anormale” non c’è niente se non che a questi genitori vengono preclusi diversi diritti, primi fra tutti quelli derivanti dalla maternità/paternità, mentre tutti gli ambiti con i quali entrano in contatto si dimostrano perfettamente aperti. Certo a volte tocca discutere anche con quei pochi che di aprirsi proprio non vogliono saperne, ma anche questo accade a tutti e per qualsiasi idea o opinione.

E cosa ne pensano i bambini non è un problema perché ad ogni domanda arriva una risposta, data in tutta sincerità arricchendo la spiegazione man mano che crescendo le domande si fanno sempre più dettagliate. Un po’ come accade a tutti i genitori: il dover approfondire sempre di più determinati argomenti con i propri figli, in ogni età sempre meglio e con parole più adatte a colmare la curiosità, ma che rispecchiano sempre la verità di base. “A nostro parere- aggiunge Valentina- i sindaci hanno ormai nuovi strumenti per riconoscere le nostre famiglie soprattutto dopo l’episodio di Torino che ha trascritto un certificato di nascita riconoscendo la doppia genitorialità di due mamme”. E non è nemmeno necessario eliminare la festa della mamma o quella del papà per non incorrere in disagi come qualcuno in Italia ha proposto, basta trasformarle in “delle mamme” e “dei papà”, in un asilo privato di Sulmona questo è stato già fatto senza troppi “se” o “ma”.

Simona Pace

Commenta per primo! "Coppie omogenitoriali: “La legislazione non è al passo con la società”"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*