Divorzio alla peligna

Sarà che le donne, al contrario degli uomini, hanno una memoria di ferro e, soprattutto, che le cose non se le fanno scivolare addosso. Non ci voleva poi tanto, però, per capire che il duello tra le prime di Sulmona e Pratola Peligna, sarebbe stato cruento. E così è stato, soprattutto dopo la prova di forza che la sindaca di Sulmona ha fatto nella nomina dei vertici del Cogesa: pensare che quel nome imposto al territorio passasse in cavalleria, insomma, è stato un evidente errore di strategia politica. La reazione della Di Nino non si è fatta attendere e, come nello stile femminile, non si è limitata alle parole, ma si è concretizzata in fatti: così il 28 luglio scorso il consiglio comunale di Pratola ha deliberato l’uscita dalla Cuc (centrale unica di committenza), ufficio preposto alle gare d’appalto che condivideva, nello spirito della legge, con il Comune di Sulmona da un paio di anni. Dal punto di vista amministrativo si tratta di un grave passo indietro nella gestione del territorio, ma dal punto di vista politico il divorzio è un ceffone in pieno volto a Sulmona, alla sua presunta e agognata leadership territoriale, ma anche alla direzione del Comune guidato dalla Casini che, se non fossero bastate le evidenti voragini gestionali (dall’ufficio sisma, ai lavori pubblici), è stata quasi sbeffeggiate dalla collega di Pratola Peligna, tanto più che la direzione presa per la centrale unica di Pratola è quella del matrimonio con le Terre dei Peligni, un aggregato di paesi piccoli che ha già avuto modo di dare delle lezioni di efficienza al capoluogo peligno. Non a caso la stessa Casini ha parlato di “rapporti minati tra i due Comuni” e di “vecchie logiche di opportunismo partitico”, e non a caso la Di Nino ha risposto a tono, accusando la Casini di essere “solo lei a rispondere a logiche di feudi e appartenenze”, con un inevitabile affondo alla “lacerante nomina dell’amministratore unico del Cogesa”. Ora per Sulmona e per il territorio la strada si fa in salita: nei fatti la patria di Ovidio non è più considerata, neanche sulla carta, la città guida del territorio e ha trovato sulla sua strada un ostacolo non da poco: perché Pratola è comunque il centro più importante della Valle Peligna dopo Sulmona e perché alla sua guida c’è una sindaca che vanta esperienza amministrativa e soprattutto non indossa casacche da damigella di corte.

1 Commento su "Divorzio alla peligna"

  1. Rocco Santilli | 4 Agosto 2017 at 23:38 | Rispondi

    Si sapeva che il Vaschione s è otturato…ma i primi a
    soffrirne sono proprio loro…

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