I clienti

Di solito vengono in coppia.

A volte viene solo lei, più raramente, solo lui.

Entra prima lei, di solito. Lui, spesso, inciampa al gradino, distratto dall’sms che deve assolutamente ricevere. Si guardano attorno con sorriso compiaciuto, lei per anticipare con studiata smorfia la pecca che non si aspettava, lui per farsi due conti.

Sorrisi, convenevoli, il traffico, che tempaccio. Poi lui si azzittisce, lei comincia. Dapprima un po’ emozionata, appena si ambienta il suo argomentare si fa fluente.

Spesso, tanto.

A intervalli regolari ripesca il compagno dal sottovuoto elaborativo in cui è piombato e lo riattiva chiedendogli conferma a domande di cui conosce benissimo le risposte, per averne cercato su tutti i siti specializzati e non. Finchè, percorsa la lunga lista dei desideri come faceva –confessa- da bimba la notte di natale, svuotata, esala un sofferto e lungo oook, e, rivolto a lui -che intanto sta azzittendo un trillo dai pantaloni: tocca a te, dì le tue…

Ma le scarse esigenze maschili ho imparato ad anticiparle: infissi senza spifferi, deduzioni fiscali, confort, fotovoltaico e soprattutto, il sorround. Pure senza sub se non ci sta bene ma con… se gli potesse essere concesso solo questo nell’economia generale, un maxischermo grande di fronte al divano.

Le dimensioni smodate dello schermo  sono il riscatto dell’amico single che, fra tanti svantaggi, può spingersi senza restrizioni a tecnologie avveniristiche per qualsiasi quotidiana incombenza, se necessario si connetterebbero pure ad un’aspirapolvere pur di poterlo fare dal divano. Nessuna raccomandazione, nessun divieto, mutande ovunque, frittatona e rutto libero.

Capitano fra i single anche di quelli che la vita li ha un po’ bastonati, tipo due tre divorzi e guai disseminati come Aureliano Buendia già a metà libro. Tornano, da buoni clienti, a intervalli regolari a rimettere in piedi i cocci. Somigliano alla casa che gli tocca risistemare: grigio ammalorato in viso, occhi a serrandina di alluminio anodizzato e riporto di muffa come per un idrorepellente dato su sottofondo umido.

Ma ci sono anche quelli che da soli stanno bene, o almeno questo dicono gli abbia imposto l’analista,  e comunque qualsiasi condizione è meno avversa dei martirii trascorsi e finalmente ricordo lontano. Sono quelli che di solito vengono a primavera, dopo il letargo, vogliono librarsi come farfalla nella casa sempre sognata.

Minima, comoda, confortevole e funzionale come una Bmw. Bianca. Vuota come un deserto post atomico. Che prima di entrare, sai Tom Cruise in Minority Report?, ti programmi sul telefono l’atmosfera che vuoi trovare. Che puoi passarci i week end a fissare le volute proiettate a soffitto e risciacquarti la mente a nuovo.

 

 

Al contrario, le single femminucce sono determinate, almeno negli intenti, e con una moderata tendenza all’horror vacui.

Hanno visto una cosetta su internet che assolutamente debbono mostrarti. Ti osservano mentre va il video, un tuo insubordinato muscolo di distrazione e ripartono dall’inizio.

Mi ero iscritta, lo sai?, ma poi non ho finito gli studi. Oppure, sai, non ho studiato ma leggo tutte le riviste del settore, i filmati su youtube so tutto. Il parquet va in orizzontale, la resina si macchia, gli armadi sono 60 centimetri. Le mie amiche mi dicono che ho un gusto particolare, sai, sono brava negli accoppiamenti, azzecco cosa sta bene con cosa. Moderna, ma non eccessiva, luminosa, fengshui, bio, legno chiaro.

Ma, a differenza dell’amica accoppiata che lascia al marito il compito di lamentarsi al telefono puntandogli uno spillone sotto una costola, quando le toccherà riprendermi, senza intermediazioni emotive, scoppierà in un delirio depressivo per un qualsiasi dettaglio fino ad allora insignificante .

Per questo bisogna tranquillizzarle da subito, con accondiscendenza terapeutica.

Vede, signora, anche se  il rapporto con il suo consulente potrebbe attraversare delle piccole criticità, potrebbe sembrarle insistente per una decisione definitiva entro un tempo ragionevole, anche se un giorno scoppierà in singhiozzi e vorrà fagocitare il suo professionista nel tunnel di insoddisfazione chè nulla le ha realizzato come aveva immaginato, anche se mi addosserà colpe di suoi precedenti uomini a me sconosciuti ai quali a un certo punto giurerà io somigli, sapremo tenere botta.

Giungeremo al termine. E sarà una creatura cresciuta in due, lei con i suoi sogni e io con il mio ingegno. Sarà la casa che la racconterà.  Anche se non proprio come l’aveva sognata, altrimenti non sarei il suo architetto ma il mago Zurlì.

 

Antonio Pizzola

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