Il coworking neorurale: “Il dito sotto a chi ci sta!”

“Il dito sotto a chi ci sta!”. Un semplice motto dal sapore infantile per tornare a guardare le cose con lo sguardo tipico dei bambini e a credere nei sogni con la loro stessa forza. Così prende forma il desiderio dell’associazione Movimento Zoè di Sulmona quello, cioè, di creare la prima piattaforma online abruzzese di coworking neorurale. Un mezzo che punta alla “ri-attivazione delle comunità rurali e dei paesi inseriti all’interno di contesti agricoli e montani d’Abruzzo- spiegano dall’associazione-. Un ‘luogo’ in cui far convogliare informazioni. Far incontrare domanda e offerta per accogliere i bisogni di un mondo in costante e rapido cambiamento. Attraverso una precisa calendarizzazione di eventi annuali con particolare impegno nell’organizzazione di un evento forte che sarà contemporaneamente punto di partenza e arrivo di quanto svolto dalla rete durante l’anno, la Fiera della NeoRuralità”.

Si perchè, per chi non lo ricordasse, Movimento Zoè è l’associazione che ha lanciato lo “scambio dei semi” che tante persone, anche diverse tra loro, più o meno simpatizzanti di questo mondo, seguono con tanta curiosità. Un ritorno alla Madre Terra dove per “neorurale” si intende “un modello di ecosostenibilità legato al mondo agricolo e cerca contatti e offerte a misura delle sue esigenze, chi continua a presidiare i territori rurali o chi ci torna, chi vive grazie alla Terra offrendo servizi e prodotti di qualità nell’ottica di uno sviluppo locale cosciente e consapevole. Coniugando memoria e innovazione e valorizzando i concetti di cura e di rispetto”. E di realtà di questo tipo, il Movimento lo ha dimostrato, ce ne sono e raccolgono figure professionali anche trasversali. Il salto, dunque, resta quello del riconoscimento e di un’organizzazione più strutturata. La piattaforma servirà proprio a questo. E per crearla l’associazione ha lanciato una operazione di crowdfunding per reperire le risorse economiche necessarie, 11mila euro per l’esattezza.

Nello specifico la piattaforma sarà “un laboratorio di ricerca e sperimentazione per trovare nuove soluzioni, locali e trasferibili, adatte ad un mondo in grande e rapido cambiamento” con l’obiettivo di: incontrarsi e confrontarsi; rafforzare la rete già esistente e renderla più visibile e credibile; analizzare i flussi di domanda e offerta; organizzare l’offerta di prodotti e servizi (educativi, ricreativi, eco-turistici e culturali); uscire dall’emarginazione e solitudine chi si impegna in questo settore. Ed ancora: ricercare e promuovere la sostenibilità sociale ed ambientale; educare a uno stile di vita sostenibile; sostenere i giovani in difficoltà o a rischio di emarginazione; diventare polo di attrazione, “sostenendo il collegamento tra campagna e città e contribuendo ad evitare lo spopolamento dei borghi rurali”.
Allora il dito?

Simona Pace

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