Il declino dell’Apc, senza sede e verso quattro pensionamenti. Ecco come muoiono i servizi

A distanza di più di due anni si torna a parlare di cultura sotto attacco, quello legato alla chiusura dell’Agenzia di promozione culturale di piazza Venezuela a Sulmona a causa del basso indice di vulnerabilità di Palazzo Portoghesi. Struttura non sicura, cultura finita.

Dall’associazione Italia Nostra, la presidente Rosa Giammarco denuncia la poca incisività di quello che è stato il trasferimento “temporaneo” al’Inps, ma che proprio non riesce a spiccare il volo e a far tornare l’Apc alle attività culturali di un tempo.

Il carico da novanta, poi, arriva anche dalla carenza di organico prospettata con il pensionamento di quattro unità previste per quest’anno. Insomma, il personale che rimarrà non è abbastanza per garantire il diritto alla cultura, un altro diritto sottratto all’intero territorio peligno e non solo a Sulmona.

In questo senso, dunque, Italia Nostra chiede alla Regione un incontro, anche in considerazione dell’annuncio di un intervento su Palazzo Portoghesi entro i prossimi tre anni. Nel frattempo, tuttavia, si chiede una sede più idonea e, soprattutto, centrale.

E’ doveroso ricordare che “Il 16 maggio 2017, in poche ore, sono stati cancellati quasi 50 anni di storia, annullate quasi completamente esperienze e professionalità acquisite nelle tante attività bibliotecarie, di studio, di formazione, di ospitalità, organizzazione di eventi culturali e di tante altre attività, di promozione della cultura, della lettura e del libro in ogni fascia di età nel compimento del concetto di educazione permanente dell’individuo. Interrotti bruscamente rapporti e collaborazioni con Enti pubblici e privati, scuole di ogni ordine e grado, associazioni, fondazioni, comitati” ricorda Giammarco.

“L’attacco” alla cultura, al fare cultura, ad essere parte attiva, in sintesi, non è ancora finito. Il caso dell’Apc sta seguendo lo stesso copione degli altri servizi essenziali (perché la cultura essenziale lo è eccome): si svuotano i contenitori per cause di forza maggiore, viene meno il personale, di conseguenza scende la domanda e ancora successivamente si decreta che quel servizio non ha i numeri per rimanere in un dato territorio. Un circolo vizioso dal quale assolutamente bisogna venir fuori.

Simona Pace

1 Commento su "Il declino dell’Apc, senza sede e verso quattro pensionamenti. Ecco come muoiono i servizi"

  1. Sulmona, città d’arte e cultura… una volta!!! ☹️

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