Il ministero “a caccia” nel parco

Se siano state o meno le varie segnalazioni, il botta e risposta tra Consiglio direttivo e sindacato Usb a mettere la pulce nell’orecchio del ministero dell’Ambiente, o se ancora l’artefice del tutto sia stata l’interrogazione della senatrice Gabriella Di Girolamo è ancora troppo presto per dirlo perchè le cose al Parco Nazionale della Majella continuano a complicarsi.

I funzionari del ministero, infatti, nei giorni scorsi, fino a ieri, sono andati direttamente in blitz all’interno dell’Abbazia Celestiana, sede operativa dell’Ente. Probabilmente la motivazione è fare chiarezza su tutte le varie denunce che stanno venendo fuori. Messo che abbiano basi solide sulle quali reggersi.
La questione del direttore vecchio e nuovo è sempre al centro, anche dell’ultimo comunicato Usb pubblicato ieri. Una lettera aperta in realtà. E’ lì che il sindacato chiede al Consiglio direttivo dell’ente di ritrattare quanto dichiarato nell’ultimo comunicato in difesa dell’operato del Parco scagliandosi, di conseguenza, contro le accuse avanzate a suo carico. Il sindacato, quindi, è tornato a disintegrare, punto per punto, ogni giustificazione messa in piedi dal Consiglio e dalla Comunità del Parco, che pure pare abbia sottoscritto la nota.

Le questioni, dunque, sono quelle del direttore e della lunghissima convenzione tra Parco regionale Sirente Velino e Parco Nazionale della Majella che non sembrerebbe essere così economica per le casse dell’ente. L’Usb denuncia un rimborso in favore di Oremo Di Nino triplicato ad oltre 70mila euro rispetto a quello originario. E’ intervenuta anche la Corte dei Conti nell’evidenziare “il notevole incremento dei compensi percepiti dal Direttore rispetto all’importo originariamente concordato con l’ente parco regionale, tenuto conto anche che trattasi di impegno lavorativo non esclusivo”.

Ed ancora le proroghe fino all’espletamento delle procedure concorsuali per individuare la terna dei tre papabili direttori (arrivata non troppo tempo fa e dopo sollecitazione del Tar) che pure tanto papabile non è. Si tratta, infatti, di Dario Febbo, ex direttore Pnalm in età pensionabile, quindi da scartare, di Carlo Bifulco attuale direttore dei Sibillini quindi più che occupato e di Vitantonio Martino, l’unico libero pare. Sembra, così, che il ministero abbia esortato l’invio di un’altra terna da scegliere sempre nella graduatoria già a disposizione.

Degna di nota, evidenzia ancora il sindacato al Consiglio, l’eliminazione da un organigramma all’altro dell’ufficio legale la cui responsabile era, tra le altre cose, nominata Rup proprio per il concorso del nuovo direttore. “Ci si chiede, infatti- scrive Usb-, perché se tanto poco contava detto ruolo, il Direttore di Nino l’ha revocato alla dipendente incaricata, assumendosene l’onere, in contrasto con quanto risulta dalla delibera di ratifica della procedura del Consiglio Direttivo che alla medesima confermava il ruolo, e perché, inoltre, provvedeva ancor prima della revoca a prelevare le buste chiuse del concorso?”. La presunta carenza di chiarezza amministrativa, inoltre, è ribadita anche per il concorso interno per la ricerca di un responsabile scientifico e amministrativo dove pare che Di Nino “si nomina Responsabile del Procedimento, Presidente della Commissione e attesta la regolarità del procedimento redatto da se stesso” sottolinea il sindacato.

Una matassa incredibilmente intricata di cui forse il ministero riuscirà a trovare il capo.

Simona Pace

1 Commento su "Il ministero “a caccia” nel parco"

  1. luciano mininni | 12 Dicembre 2018 at 09:50 | Rispondi

    complimenti alla redazione, l’unico giornale on line che riporta notizie fresche già dalle otto, gli altri ormai non li apro nemmeno più

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