Il mio treno

I sulmonesi lo sanno come sono fatte le serate offerte dal Germe. Solo che stavolta hanno anche pagato.  L’ambientazione in una vecchia stazione ferroviaria, simile a quella di 100 anni fa, quando Sulmona era un centro strategico per le ferrovie del Centro Italia, però, ha sorpreso anche me.

Io per la prima volta sul palco, al Pacifico, dove sono abituata a vedere le stelle del cinema, con addosso un lungo paltò e un cappello, che mio suocero ferroviere mi avrebbe detto quanti anni aveva. Seduta lì, su vecchie sedie, dietro una scrivania, in mezzo a Savino, Valerio, Elisa e Andrea e Angelo, lui venuto dall’Aquila, come me quasi un estraneo.

Dopo tanti anni da spettatrice, ieri per la prima volta mi sono ritrovata a dare una mano veramente: suonare la campanella per i countdown, controllare i biglietti, spostare gli oggetti. Non sono forse grandi cose, ma sono pezzi di un progetto: Il Germe.

E’ che quando stai su, capisci il lavoro che c’è dietro ad un evento. La fatica di pensieri e muscoli. Di adrenalina e concentrazione. I tempi, appunto, le parole, i contenuti, gli equilibri. E’ durato un’ora e tre quarti, senza pausa e senza alzare i toni, come purtroppo si è abituati troppo spesso a vedere in politica.

La fatica di fare un servizio per il proprio territorio, raccontando o pungolando i politici di ogni livello e sempre con la voglia di aiutare a capire e a leggere quello che accade.

La musica di Michele Avolio, i monologhi di Alessandro Lucci, le domande della redazione. Un grande concerto nel quale far risuonare il nostro futuro, alla vigilia del voto, quello che decide: sanità, trasporti, sviluppo industriale, decrescita demografica, aree interne, sono state le tematiche trattate.

E poi la sorpresa, il colpo di genio: coinvolgere nella serata le donne di potere. Elly Schlein e Giorgia Meloni, che al Germe hanno fatto un appello al voto tramite vocali Whatsapp. Come fosse una cosa tra amici. Da sopra il palco vedevo la platea piena e si intuiva l’estrema attenzione per ciò che stava accadendo. Il confronto tra i candidati è stato corretto da entrambe le parti, ma vivace. Botta e risposta con tempi molto brevi, ma nei quali i due sono sembrati molto a loro agio.

Un bel contributo all’informazione e alla comunità. Ed io ero lì, protagonista col cappello e il paltò da ferroviere, ad uno dei pochi confronti faccia a faccia di questa lunga maratona elettorale.

Non so come andrà, non so chi vincerà. So chi voterò. Ieri sera l’ho capito davvero.

Liana Moca

20 Commenti su "Il mio treno"

  1. SalviamoSulmona | 1 Marzo 2024 at 07:20 | Rispondi

    Bella serata, molto ben organizzata. Complimenti al Germe.

  2. Attenzione alla linea gialla | 1 Marzo 2024 at 07:40 | Rispondi

    Elly Schlein e Giorgia Meloni.
    Nel testo è scritto in quest’ordine.
    Rispettando l’ordine alfabetico ed il ruolo istituzionale, si fa al contrario… senza “rischiare” di sottolineare se il proprio pensiero è di destra o di sinistra.
    E non solo tra donne

    • Secondo me i nomi vanno scritti proprio in quell’ordine. I nomi sono in ordine alfabetico, e anche il ruolo viene rispettato: una segretaria di partito e una cabarettista che deve ancora affinare le sue doti sul palco.

      • Hai dimenticato, ad onor del vero, che la “ cabarettista “ non “ condividendo il supporto dato dal Popolo della Libertà al governo Monti, ne è poi uscita e ha fondato, insieme a Ignazio La Russa e Guido Crosetto, il partito Fratelli d’Italia, di cui è presidente dall’8 marzo 2014. Dal 29 settembre 2020 è presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei.”
        Chiamare “ cabarettista” una donna con la sua storia, abbandonata dal padre fin da piccola, è una grave offesa a Lei e a tutte le donne che con mille e duri sacrifici e senza l’aiuto di famiglie “ benestanti”, sono riuscite a raggiungere posizioni apicali nel lavoro come nella politica.
        È bello crescere in una culla foderata d’ovatta, frequentare le migliori scuole e vivere la gioventù con la sicurezza economica e sociale proveniente da una famiglia agiata.

        • La Meloni si è offesa da sola, con quella pantomima fatta in Sardegna. E, ti assicuro, quando sarà più lucida e avrà modo di rivedersi, se ne vergognerà, proprio per le ragioni che scrivi tu: ha fatto moltissima strada e con mille difficoltà, è la prima Presidente del Consiglio donna e poteva essere un esempio per tutte le donne. Quella sceneggiata da avanspettacolo è un insulto a lei e a tutte le donne che fanno sacrifici per raggiungere posizioni apicali.

        • Cabarettista per quanto possa non piacere si riferisce alla sua attività politica non alla sua storia personale. E fa specie questa sensibilità sulle parole rivolte agli avversari se si simpatizza per una coalizione dove la maggior parte degli esponenti politici, e non commentatori sul web, questa correttezza che si richiede e questa sensibilità, per usare eufemismo, non l’hanno mai avuta. Giusto invocare rispetto ma altrettanto giusto chiedere che lo stesso rispetto lo usino gli esponenti della coalizione per cui si simpatizza.
          Siamo poi al,paradosso che crescere in una famiglia normale avere sicurezza economica è un problema soprattutto se a porre il problema è simpatizzante di una coalizione che della difesa della ricchezza ha fatto un mantra e ha avuto come leader uno degli uomini più ricchi di Italia e al suo interno ha certamente più rappresentata la classe agiata che quella povera.
          Dopodiché far passare il messaggio che la Meloni, padre a parte, abbia avuto una infanzia segnata dalla povertà non corrisponde alla sua biografia e nulla comunque aggiunge alla sua storia politica. È cresciuta alla Camiluccia che non è San Basilio ma un quartiere verde ed elegante della capitale, la madre era scrittrice di romanzi rosa i nonni attori e doppiatori il,pro zio famoso sceneggiatore di commedie (i soliti ignoti di Monicelli). A 21 anni era già consigliere provinciale e da lì ha sempre vissuto di politica.
          Sicuramente ha il merito di aver investito in un progetto politico difficile e ha raggiunto politicamente indubbi risultati.
          Detto ciò la polemica sull’ordine della citazione francamente è discutibile è ordine alfabetico anche iniziare dai noi e a quanto pare l’alfabeto prevede prima la e e poi la g. E non credo che questo ordine sposti voti alle elezioni

          • ESSElucio (mario). 👏 Lorenzo S. | 1 Marzo 2024 at 15:13 |

            Quanta …luce emana il Suo “nome” inseguito (non v’è distinguo) da una consonante solitaria, ancorchè in maiuscolo, così
            da renderla secondaria malgrado se ne desuma impronta del Suo “cognome”.
            Ed a ben dire, la s viene comunque dopo la M….., accompagnata ta cotanto rango istituzionale.
            Cordialmente

        • Se mettessimo qui la sequenza degli epiteti offensivi rivolti da politici della tua coalizione agli avversari politici ne verrebbe fuori un elenco telefonico.
          Quindi indignarsi per una valutazione politica di un commento sul web fa semplicemente ridere
          Se ha questa sensibilità la riservi agli esponenti politici della sua parte politica e non a fasi alterne con vittimismo di comodo

        • Anche il suo nome emana luce di un periodo Magnifico e anche il suo evocativo nome era seguito da una singola lettera in maiuscolo con la differenza dello spazio. Ma disquisizioni a parte sui rispettivi nomi trovo decisamente queste più interessanti di quella relativa al complotto o allo,sgarbo sulla citazione delle due leader politiche. Hanno spiegato che l’ordine era legato all’ordine di ascolto (spero estratto altrimenti si apre altra questione) del messaggio non ad altro. Ma non penso che questo ordine abbia leso la dignità o abbia alterato l’esito delle elezioni

    • Fossero questi i problemi.
      Ciò che ha colpito la platea è stato l’intervento dei 2 politici ed è stata cosa gradita.
      Per il resto buon voto a tutti!

    • Abbiamo ascoltato prima la Schlein e poi la Meloni. Semplicemente.

  3. Bravissimi…..e w il Germe .
    Patrimonio della nostra terra .

  4. Tra i servizi dedicati alle realtà positive della città, alla fine bisognerà necessariamente dedicarne uno alla testata.
    Quello però dovrebbero scriverlo i lettori.
    Un grazie comunque ci vuole: per l’impegno quotidiano nel raccontare il cammino difficile e pieno di cadute ma anche la voglia di non arrendersi, di una piccola città dell’entroterra abruzzese.
    La nostra città.
    Che forse sarebbe un po’ più vuota e sola senza questo “germe” di speranza nella rinascita.

  5. Italiani meno Italiani | 1 Marzo 2024 at 10:44 | Rispondi

    Proprio per questo, ci si aspetterebbe un’attenzione diversa da chi arriva da una realtà non facile e ne conosce le difficoltà…
    Maggiore attenzione e vicinanza a chi vive con un salario minimo, un diverso impegno per la sicurezza di tanti lavoratori…
    È una strage continua… ragazzi travolti dai treni, altri schiacciati da un solaio al trentesimo subappalto…
    Così come non sembra ci sia attenzione per quelli, che con sacrificio, pagano tutte le tasse dovute…
    Si aumentano le forme di impunita’,stranamente, sempre a favore dei più potenti…
    Esistono, a guardare i fatti, diverse categorie di italiani e per alcuni, non si riscontra la stessa enfasi narratoria e la stessa continua e tenace difesa, anche nei privilegi, che si riserva invece ad altre categorie…

  6. Evidentemente c’è una diversa e strana percezione sui concetto di sicurezza e di controllo… quelli svolti per garantire l’incolumità dei lavoratori, a quanto pare, a differenza di altri, non risultano necessari…

  7. Come rosicano. Oddio come rosicano. E mo’ arriva Giugno 2027.

  8. Non dire gatto se …

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