Il Tar boccia il Gal, Febbo e Gatti: “il giudice condanna l’arroganza di D’Alfonso e Pepe”

La sentenza del Tar conferma in toto tutte le nostre preoccupazioni sollevate. Su questa vicenda abbiamo assistito sia all’immobilismo, all’inefficienza e all’inadeguatezza dell’assessore regionale alle Politiche Agricole Dino Pepe sia all’abuso commesso dal Direttore Di Paolo che non doveva e né poteva firmare l’atto di proroga su cui c’era un parere negativo del dirigente responsabile della  procedura oltre a irregolarità scaturite circa la riapertura dei termini di tre giorni concessa in extremis, per volere del Presidente D’Alfonso al solo fine di riammettere il Gal teramano ‘Terreverdi’. A dichiararlo sono i consiglieri in quota Forza Italia Mauro Febbo e Paolo Gatti che sottolineano “proroga illegittima”

Sulla bilancia la questione calda “dei danni creati” nella vicenda Gruppi Azione Locale che, come spiegano i due consiglieri regionali, “causeranno non solo la sospensione e il rallentamento di ben 24 milioni di euro di fondi comunitari del Programma di Sviluppo Rurale ma anche il rischio di vedere annullato per intero il bando pubblicato nel settembre 2016, bloccando tutte le strategie locali presenti sul territorio regionale”.

Oggi, il Tar dell’Aquila, oltre a escludere il Gal teramano costiero ‘Terreverdi’ riammettendo quello interno Gran Sasso Laga, trasmette perfino gli atti alla Procura della Repubblica per accertare se vi siano stati profili di carattere penale come indebite ingerenze, pressioni e forzature, oltre a condannare la Regione a pagare 12 mila euro di spese processuali” Loro, ribadiscono lo avevano denunciato attraverso comunicati e in un’apposita Commissione di vigilanza.  “Ricordiamo che tutto nasce dalla richiesta di proroga concessa alla Misura 19 del PSR sui Gal su insistenza del Presidente D’Alfonso, attraverso una specifica lettera invita al Direttore Antonio Di Paolo e ai responsabili della Misura dove veniva chiesto lo slittamento di una settimana e poi, dopo il primo diniego, arriva con una mail a firma questa volta di Claudio Ruffini, all’epoca segretario del Presidente, che sollecitava Di Paolo a concedere la proroga di tre giorni, il tempo necessario per far arrivare la documentazione del Gal Teramano Terreverdi. Richiesta poi trasformata in una specifica Determina che vede la firma del solo Direttore Di Paolo e non del dirigente responsabile dell’ufficio che dopo il suo rifiuto fu addirittura sottoposto a procedimento disciplinare”.

Non ci girano attorno “La sentenza del TAR è chiara e inequivocabile: il Direttore Di Paolo non poteva e doveva firmare quella determina di proroga, ha commesso un abuso amministrativo con il silenzio assenso dell’assessore Pepe e adesso ci aspettiamo le immediate dimissioni di entrambi. Pertanto quella proroga è illegittima e boccia l’operato della Regione Abruzzo e quello dell’assessore Pepe che ha permesso che nella Direzione da lui governata accadesse e si perpetrasse tutto ciò.  È del tutto evidente che siamo di fronte all’ennesima prova di come D’Alfonso e Pepe abbiano  peccato di arroganza, di come abbiano lavorato in questi anni e di come abbiano utilizzato l’ente Regione e soprattutto – concludono Febbo e Gatti – dei tanti pasticci creati che verranno alla luce uno dopo l’altro e gli abruzzesi si accorgeranno da quale classe dirigente miope siano stati governati”.Febbo e Gatti si domandano “Adesso chi paga queste spese? Cosa pensa l’assessore regionale Pepe che aveva in pompa magna condannato le nostre segnalazioni e rassicurato il mondo rurale sulla legittimità delle procedure assunte da Di Paolo? Ci aspettiamo da Pepe sia le scuse sia le sue dimissioni” tuonano. Per i due consiglieri si tratta di una “bruttissima pagina della vita istituzionale della Regione Abruzzo”

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