Il virus non ferma gli sciatori, gruppo del Suski partito per Canazei. Caso sospetto a Sulmona

Alla fine, questa mattina, sono partiti in dodici, sui sessanta che si erano prenotati: sci e scarponi, direzione Canazei. Un gruppo del Suski Club di Sulmona non si è lasciato convincere dalle raccomandazioni, dalle preghiere, dagli improperi e neanche dal Coronavirus. Loro le 700 euro circa sborsate a persona per la settimana bianca non le hanno volute perdere, visto che il signor Matteo, responsabile dell’Hotel Dolomiti Historic, come scrive l’associazione sulla sua pagina Facebook, dice che la “Val di Fassa non è classificata come area a rischio, per cui non c’è nessun motivo di cancellare il proprio soggiorno” e che quindi “la caparra o l’acconto verranno invece restituiti solo se si tratta di casi di ‘forza maggiore’ – ovvero soggiorni relativi a gite di scuole italiane; persone in quarantena o residenti in aree in cui è stato disposto il divieto di allontanamento”.


Così il gruppo di sciatori arriverà, salvo ripensamenti sulla via di Damasco, tra qualche ora in Hotel: soggiorno, sala ristorante Viennese, sala ristorante imperiale, sale riunioni, spettacoli, sala maxi TV/color satellite, sala giochi, centro fitness & relax con sauna, bagno turco, idromassaggio, palestra e solarium. Una vacanza a quattro stelle, insomma, a cui, però, in molti, a partire dal direttivo dello Suski Club, hanno rinunciato.
“La settimana rientra tra quelle organizzate dall’Uisp – spiega il presidente dell’associazione, Guido Di Benedetto – noi abbiamo cercato di convincere gli iscritti a non partire e abbiamo cercato di ottenere un rimborso dall’Hotel, ma non è stato possibile. Stiamo cercando in queste ore di far fare retromarcia al pulmino per far rientrare tutti a Sulmona, prima che venga attraversata la zona rossa. Canazei non è tra le aree vietate, ma certo il rischio è diffuso su tutto il territorio nazionale. E vale solo la pena ricordare che oggi rientrano dalle settimane bianche dal Nord Italia diversi privati che, mi auguro, vogliano sottoporsi ad una quarantena volontaria”.

E’ quello che d’altronde ha fatto un ragazzo di Sulmona del quale in questo momento si stanno accertando le condizioni. Il giovane, tornato da una settimana bianca, ha avvertito qualche linea di febbre, ma nulla più. Nel suo gruppo, però, ci sarebbe stata una persona risultata positiva. Per questo ora il giovane, che si trova ricoverato nel reparto di malattie infettive ad Avezzano in attesa dei risultati del test, è stato sottoposto a tampone. “La persona si è comportata correttamente – commenta il sindaco Casini – non uscendo di casa e avvertendo le autorità. Speriamo risulti negativo”.


Il Trentino registra ad oggi un numero di casi uguali all’Abruzzo (undici casi positivi) e come gli operatori turistici abruzzesi sta risentendo molto dell’emergenza Coronavirus a livello economico. Limitare gli spostamenti solo se necessari, però, è una raccomandazione data dal decreto ministeriale per evitare la diffusione del contagio: “Molti di noi sono andati a sciare a Roccaraso oggi – aggiunge Di Benedetto – e forse in questo momento è la cosa più saggia da fare per non rinunciare alla passione e preservare la salute di tutti”.

5 Commenti su "Il virus non ferma gli sciatori, gruppo del Suski partito per Canazei. Caso sospetto a Sulmona"

  1. giovanni passerella | 7 Marzo 2020 at 13:44 | Rispondi

    Mi auguro che vengano denunciati alle autorità sanitarie! Non so se sia obbligatorio, qualcuno può dirlo, magari la redazione?

    • non ci sono al momento limitazioni degli spostamenti nelle zone che non sono rosse. Sarebbe auspicabile che al loro rientro si mettessero in quarantena volontaria

  2. Modesto medicus | 7 Marzo 2020 at 14:53 | Rispondi

    Si sbaglia Grizzly, quando dice in quarantena volontaria. Dovremmo essere in Cina per farsi ubbidire. Già, in quarantena, ma dietro ordinanza del sindaco,ammesso che riesca capire l’importanza di non fare entrare il virus nella valle peligna. E’ bastato uno infetto, in Lombardia, per scatenare il putiferio. Io so cosa sta succedendo lassù, essendo in contatto con un collega che vi lavora. Dio non voglia che succeda da noi,che non abbiamo i mezzi che hanno loro.
    Certo che il trentino altoadige non è zona rossa, ma il pullman penso che prima di arrivarci faccia diverse soste, almeno due, sia all’andata che al ritorno, di sicuro passando per Bologna e territorio limitrofo. Qualcuno potrebbe infettarsi da quelle parti? Ho sentito che a C.D.S. hanno ricoverato gente con febbre, proveniente dal nord. Perché non fate una indagine sulla veridicità? Già, il sindaco sta pensando agli skilift. Meglio che indaghi sul suo cosiddetto ospedale, per vedere se è pronto a fronteggiare l’epidemia. La vedo nera, perché noi italiani siamo un popolo ormai non più abituati ad ubbidire. Siamo o no in democrazia antifascista, antinazista, antirazzista ed anti che se lo porti.La politica non si fa così, si ragiona e si agisce. Si sceglia la via giusta e la coscienza a posto.

  3. L’importante è continuare a fare i fanatici sulle piste da scii…Che fa se in Italia c’è un’epidemia in corso? Ecco i risultati. Mi complimento pure io sindaca!

  4. Speriamo che queste 12 persone molto intelligenti non rientrino mai in patria. Potremmo esserci liberati finalmente di persone realmente inutili. Complimenti per la scelta di partire e di non averli fermati.

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