“In trincea”, la prima guerra mondiale e i pettoranesi

Un lungo lavoro di ricerca “con l’intento di evidenziare l’apporto di un piccolo paese agli eventi che portarono al compimento dell’unità e dell’identità nazionale”. E’ questo “In trincea, a memoria del sacrificio dei tanti pettoranesi nella prima guerra mondiale”, il libro di Raffaele Suffoletta  che sarà presentato, sabato 4 agosto 2018, presso il castello Cantelmo di Pettorano sul Gizio.

Uno studio condotto all’interno dell’Archivio di Stato dell’Aquila che parla della guerra dal punto di vista dei pettoranesi “chiamati alle armi, provenienti da un mondo semplice e pieno di sacrifici, si sono presentati al reparto di assegnazione estranei agli avvenimenti che li avevano coinvolti, ma posti di fronte ai tragici eventi della guerra,tra paure e nostalgia di casa hanno saputo integrarsi nella nuova famiglia, il reggimento, ed assolvere il loro dovere; terminato il conflitto sono tornati da italiani”. Un riconoscimento ai sacrifici compiuti.

Il libro, edito da Amaltea Edizioni, stampato con il contributo della Fondazione Carispaq dell’Aquila, si compone di 371 schede nelle quali si evidenziano: 54 morti, 58 feriti, 44 prigionieri di guerra, 1 Medaglia d’Oro al Valor Militare, 9 Medaglie d’Argento al Valor Militare, 5 Medaglie di Bronzo al Valor Militare e 19 medaglie al Merito di guerra. La presentazione del libro, del dottor Walter Capezzali presidente deputazione di Storia Patria negli Abruzzi, sarà preceduta da una commemorazione storica del conflitto e della guerra in trincea a cura del Generale Carlo Scarsella e del Tenente colonnello Pietro Piccirilli.

 

1 Commento su "“In trincea”, la prima guerra mondiale e i pettoranesi"

  1. Superbamboccione | 15 Ottobre 2018 at 07:58 | Rispondi

    Tutta fuffa solo e soltanto fuffa da gabinetto. Giovanni Giolitti si vide bocciato un decreto di alienazione dei superprofitti di guerra il 1920 perché, con le stesse procedure urgenti e negoziate ancora vigenti oggi (ed usate dal sindaco anche per il santuario della Madonna della Libera a Pratola) risultavano truccati circa 30000 contratti di appalto per ka acquisizione di armamenti e materiale bellico, pagati il doppio od anche tre volte in più del valore di mercato.. Questi soldatelli non sono patrioti, non sono eroi e non sono null’altro che instupiditi esseri bestiali mandati a morire come bestie per gli interessi e l’arricchimento della empia classe al potere.

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