Jamm’ mo’: tra calici e fornelli la sfida della ripartenza

L’aspetto è un po’ quello di una brasserie francese, con gli arredi azzurro pastello e l’illuminazione discreta e intima, a dispetto del nome scelto per il locale che è un nome che evoca una battaglia, consumata in un freddo e turbolento inverno di sessantaquattro anni fa proprio davanti la scalinata che fronteggia il locale. Jamm’ mo’ è l’ultima sfida di Federica Petrilli e Gabriele Della Valle, ristoratori (già proprietari de Il Vecchio Muro), che hanno ripreso e ristrutturato completamente i due locali di largo degli Orefici, di fronte alla Fontana del Vecchio e all’acquedotto medievale di Sulmona: un bar e una cantina che, per vicende diverse, hanno dovuto chiudere i battenti lasciando sguarnito uno degli angoli più belli e fotografati del centro storico di Sulmona.

Federica li ha rimessi in piedi fondendoli in un’unica e nuova proposta: un locale che mancava a Sulmona e che oggi aprirà finalmente i battenti (anche se solo parzialmente, perché l’altra parte del locale – ancora cantiere – aprirà tra una settimana circa), con la possibilità di fare il brunch la domenica, di gustare aperitivi e piatti della tradizione enogastronomica abruzzese in una cucina che offrirà solo ed esclusivamente materia prime del territorio, a partire dall’acqua che i clienti potranno prendersi da soli, con brocche messe a disposizione, direttamente dalla bocca del Vecchio della fontana che sta di fronte. Un laboratorio culturale più in generale dove ci saranno concertini, reading, incontri culturali e dove ci sarà una cucina mobile e a vista che sarà a disposizione dei diversi chef del territorio che saranno chiamati ad esprimersi con il loro piatti, ma dove anche i turisti potranno cimentarsi in corsi di cucina.

“Puntiamo su una clientela selezionata – spiega Federica – turisti, certo, a cui offriamo la possibilità, ad esempio, di mangiare ai loro orari che spesso non coincidono con quelli della cucina italiana, ma anche un locale per i sulmonesi più adulti, che cercano un ambiente riservato e discreto”. Niente musica a palla e “shottini” a un euro, per intendersi, ma cocktail e aperitivi ricercati, vino e cibo di qualità, con un menu che varia di volta in volta e non si lascia andare al preconfezionato.  

Un investimento importante deciso e fatto in pieno lockdown “con l’intento – spiega Federica – di dare un segnale di ripartenza e di forza a questa città e a questo territorio, nel quale crediamo con convinzione e che siamo certi ha tante potenzialità inespresse”.

Per questo nel loro progetto Federica a Gabriele hanno voluto solo menti locali: il disegnatore e arredatore Pierluigi Marzi, il lighting designer Alfonso Mastrangioli, il geometra Cristian Carbone.

Insomma, un progetto che guarda anche all’identità e all’orgoglio della città e che, per questo, nonostante l’aspetto un po’ “educato”, lancia la sua sfida al grido di “Jamm’ mo’”.

9 Commenti su "Jamm’ mo’: tra calici e fornelli la sfida della ripartenza"

  1. E allora jamm mo’

  2. Lupus in fabula | 7 Luglio 2021 at 08:55 | Rispondi

    “… e cibo di qualità…”
    Ma a do’ sta’ tutto ‘sto cibo di qualità…

  3. Quando nasce qualcosa e’ doveroso sempre fare i complimenti.
    Auguri per la nuova attivita’.

  4. Complimenti Fedetica un progettobello faticoso e importante .Sono certo visto la location che sarà sicuramente un successo appena mi sarà possibile sarò da voi!!!!

  5. Sandro De Panfilis | 7 Luglio 2021 at 14:22 | Rispondi

    Brava Federica!!! in bocca al lupo…..

  6. Iavaro’ scriv coccos pur allu local me, che le tass l pag pur je

    • se ha l’accortezza di indicarmi quale sia e se risponde ai criteri di notiziabilità senza dubbio. PS le sue tasse non vanno nelle casse del nostro giornale

  7. Su sei commenti 2 di questi appartengono a quella mentalità che da decenni ormai affossa uno dei più bei luoghi del centro Italia, che ha potenzialità infinite ma nessuna capacità di metterle a sistema. Ma soprattutto ha gente come quei due per i quali l’età della pietra è un lusso.

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