La città “bombardata”

Cittadini a testa in giù, ben attenti a dove mettere i piedi perché la passeggiata in quel delle vie del corso è divenuta quasi un percorso degno del parco avventura.

Tra una buca e l’altra e i sampietrini rotolanti, il rischio che i sulmonesi non vogliono correre è quello di una rovinosa caduta, perché incappare nei vuoti del manto storico o peggio nelle pietre instabili è davvero cosa facile. I più preoccupati sono i ciclisti che pedalano quasi contro l’ignoto tra macchine in fila pronti a saltar giù dalla sella per evitare più di un dolore passeggero, donne con i carrozzini avvezze allo slalom così come le signore anziane col carrellino del mercato.

Ad accusare il colpo non è solo una zona ma un intero anello, un territorio minato, insomma un centro storico che oltre alle vetrine spente ha come protagoniste loro, le voragini in ascesa. “Crateri in espansione” perché spiegano cittadini e commercianti, chiamarle buche è un eufemismo, stanchi di rincorrere i cubetti dell’urbe che sembra abbiano una vita autonoma per poi ammucchiarli ai lati della strada per evitare qualche scivolone e salvaguardare l’incolumità dei clienti.

L’appello è lungo, a partire da via Manlio D’Eramo, piazza del Carmine, alla bersagliata Largo Faraglia, via Roma,via Marselli e dulcis in fundo l’habituè via Federico II

“Sono stanco di raccogliere i cubetti e di riposizionare la grata di passaggio, ogni due mesi è la solita storia” ha spiegato un residente. La città continua a perdere pezzi, sampietrini che corrono giù e vengono riposizionati alla meno peggio e altri pronti alla fuga, basta metterci un piede sopra e smantellare la rosa di pietre mobili.

Una fotografia della città ovidiana che stride con quell’immagine  fiera che da sempre ci consegna lo scettro di bella della valle ma che oggi muta aspetto urlando un intervento celere, un ritocco, ormai sfatta dal logorio del tempo e dell’incuria. Perché poi oltre al fattore estetico il problema resta il pericolo, basterebbe nel frattempo adottare qualche segnale ad indicarne la presenza, lo stesso che aspetta da tempo l’altra buca, quella del ponticello sul ponte in viale della stazione, ancora senza transenna.

Anna Spinosa

3 Commenti su "La città “bombardata”"

  1. La pavimentazione con cubetti di porfido non è assolutamente adatta a strade percorse da autoveicoli.

  2. Condivido:il manto del centro non può reggere la mole di traffico cui è sottoposta.anche i cittadini dovrebbero farsi un esame di coscienza perché sono loro che abusano oltre misura delle auto in barba alla srl che ovviamente esiste solo sulla carta….seppure…

  3. Seppure…
    … i lavori vengono svolti non proprio a regola d’arte.

    La durata dei lavori di Via Leopoldo Dorrucci, Via Gramsci e Via Morrone per citarne alcuni ne sono un emblematico esempio, se poi ci uniamo le fantasiose rivisitazioni quali sempre ad esempio Piazza Plebiscito, Piazza Minzoni e l’attraversamento pedonale di Piazza Tresca, si può dire che l’opera è compiuta.
    In sintesi.. questa è la gestione di chi dovrebbe controllare e verificare la validità dei capitolati lavori e la loro corretta esecuzione e della loro manutenzione.
    Non so se esiste ancora un Servizio Tecnico Comunale o se sia competenza di altro servizio urbanistico, ma ormai in Comune si sa.. si vive alla giornata.. pardon… si è allo sbaraglio.. ma la storia è vecchia, intendiamoci.. di diverse amministrazioni.

    Per la SRL, sarà certamente un rifuso…ZTL 🙂

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