La conquista del salotto buono

Calato nella plumbea valle abruzzese nel suo inverno più gotico a calpestarne il gelido suolo ed arrancarne le genti, sguainando la lama ritta contro il nemico radical chic che giace, con la testa mozzata, ai suoi piedi.

Come qui nemmeno Annibale, costretto fuori le mura per mesi, come nemmeno Silla contro la Lega corfiniana, come nemmeno Bettino Craxi, ammaliatore di popoli, ospite all’apice del potere, che con Lui condivideva il segno zodiacale.

Come nemmeno Enrico Berlinguer, ultimo baluardo degli sconfitti, che vantavano l’orgoglio del primato di folla in quel lontanissimo 1982, sul medesimo suolo, la Piazza Venti “salotto buono” sulmonese che oggi acclama il barbaro invasore.

Calpestando sprezzante il pavè del radical chicchismo locale, il Longobardo ha conquistato quel che del salotto ne resta,  ormai mobilio incellofanato nella stanza della povera salma, nel lungo rosario di elaborazione del lutto.

Ha avuto accesso facile, il Longobardo, il popolo gli ha calato i ponti levatoi e spalancato le porte, portandogli in dono  le vittime sacrificali: i ministri del potere locale defenestrato, che, inginocchiati, imbavagliati e legati, attendono l’implacabile giustizia del vandalo conquistatore.

Cosa è successo alla nostra città? si arrovellano gli sconfitti.

E’ successo che la folla si è rotta i coglioni, questa, senza eufemismi, la deduzione. Dei Pezzopane, dei Lolli, dei D’Alfonso, dei Di Masci, e di tutti quelli  saliti sul palco di quella piazza ogni volta, rivendendosi l’eredità  del Compagno Berlinguer per portarla alla consunzione.

E’ disposta a credere a chiunque, perfino ad un padano fino a ieri nemico, basta ci spazzi via chi c9manda da sempre, muoia sansone con tutti i filistei.  Per nausea, depressione, disperazione, o solo per preventivo opportunismo, la folla si è convinta che stavolta sarà diverso, che “noi vi ridaremo quello che vi hanno tolto quelli di prima”, ospedale, tribunale, no gas e cieli azzurri compresi, detto da questo duce nordico dalle molteplici divise, non è la solita promessa:

Il Longobardo ci riporterà quanto ci hanno tolto.

Disposta perfino questa folla, a rinunciare a qualsiasi remora pruriginosa di solidarietà, scordandosi da dove proviene – profondo entroterra depauperato-, e ad acclamare parole che qualunque ospite di questa città sia salito su quel palco in quella piazza, non importa quanto potente o ipocrita, si è mai potuto permettere di pronunciare:

“Io sulla Sea Watch  ho visto solo giovanotti robusti con telefonino e cuffiette, non un bambino, né donne”.

Senza che nessuno gli sputasse.

 

Antonio Pizzola

 

 

 

 

13 Commenti su "La conquista del salotto buono"

  1. La disgrazia è che capitolerà nuovamente e solo Sansone… mi convinco sempre di più che siamo i Filistei di noi stessi.

  2. Norberto Bobbio, il massimo teorico del diritto e il massimo filosofo italiano, or non è più, ebbe a dire: non si può che essere naturaliter di sinsitra e faceva lunghe disquisizioni sul comunismo-liberale, un chiaro ossimoro. Ed è così che ognuno che esca fuori dal seminato e non è naturaliter di sinistra, diventa, per forza di cose,secondo il pensiero unico “naturaliter”: razzista,fascista,nazista, populista,sovranista e tutti gli ..ista . E’ naturaliter. Comunque ,nonostante gli sforzi dei “naturaliter”, certi partiti 5 * compreso, marciano al 30-32%, mentre i “naturaliter” scendono come il termometro durante i freddi invernali e sono al 17% dal 40% che erano.. Qualcosa vorrà dire o no? Io cerco di rispondere a questa domanda,senza pormi problemi di razza o di etnia come si dice oggi. (però se le razze non esistono non si dovrebbe più dire razzista ma etnista. O no! Che ne dice Pizzola?) Lei ,Pizzola se l’è posto il problema dell’ascesa verticale della Lega di Salvini, è così, proprio del Longobardo(da cui Lombardia). A questa domanda bisogna rispondere, così si fanno le analisi politiche. E tra l’altro, Berlinguer , con il suo comunismo, non ci avrebbe portato da nessuna parte, checché se ne dica. A meno che il comunismo italiaco non fosse considerato un pappetta per svezzare i neonati. Nella realtà, altrove il comunismo ha prodotto solo languore e pianti. Non è forse così, o noi siamo marziani? Ed allora anche io mi chiedo,se io sono anti-comunista e l’idea del comunismo, non è mai allignata nel mio pensare, sono forse un fascista? Secondo la vulgata, mi pare di sì, perché se non sei naturaliter di sn , non puoi che essere fascista. E’ un postulato non veritiero, perché io sono un liberale della tradizione illuministica gobettiana, trucidato dai mussoliniani. E sono anche del pensiero che questa tratta africana solo sulle spalle dell’Italia debba finire.Lei Pizzola che ne pensa, deve finire o può continuare ad libitum?

    • Stupisce il suo chiedere del sali e scendi elettorale, fenomeno costante nelle elezioni politiche, dove l’italiano si è sempre dimostrato abile surfista nel cavalcare l’onda del momento, esattamente come ora.
      Ricorderà certamente la storica scesa del P.C.I. nelle lezioni del 1976 con il 34,4 % e il crollo della D.C. nelle elezioni del1983 sceso al di sotto del 33%, il boom del P.S.I. del 1987 con il 14,3% e per chiudere e farla contenta con le ultime elezioni della prima Repubblica datate 1992 con il “successone” della Lega Nord oltre l’8%, come della Rete (stavolta creatura del Sud) dove arrivò in Sicilia al 10%.
      Sul giudizio merito/demerito del comunismo italiano e dell’ascesa ognun elettore ha la sua idea e credo ed al riguardo sarebbe bello conoscere anche il suo punto di vista.
      Non si può che prendere atto della sua non militanza nell’area di sinistra (ma esiste ancora?) come del suo ideale politico e stia certo che nessuno non se ne farà un dramma collettivo… ognuno ha le sue idee politiche e tanto basta.
      La “tratta” degli immigrati che erroneamente indica africana, quando vi sono persone provenienti da altro continente (vedi la Siria, Pakistan, Iraq, Iran) crede la bloccherà la Lega?
      Guardi il grafico di pag.6 https://bit.ly/2FZNYnK e confronti attentamente i due semestri tenendo come data di riferimento il 1° giugno 2018 data di insediamento del Governo Conte e si darà le risposte, come anche quest’altro articolo e relativi rimandi le aprirà un mondo di sapere https://bit.ly/2GcfAp1 e anche https://bit.ly/2pzBgnd .

    • Sign. Modesto, premesso che non voto più comunista da quando ero giovane, mi reputo progressista, uno cioè che analizza il presente per coltivare un’idea di futuro in cui le diseguaglianze sociali siano ridotte all’osso. I partiti che in questi decenni hanno rappresentato la sinistra non sono progressisti. Men che meno lo sono i nuovi movimenti che portano avanti istanze giustizialiste e in nome di queste si incartano, né tantomeno la Lega che vagheggia una civiltà di tipo medioevale, autarchica e chiusa sul vocalismo estremo. Che la maggioranza sia per queste istanze regressive non mi sorprende per la ragione di cui sopra, da troppi anni è orfana di un pensiero veramente progressista e di una visione del futuro che non sia dominata dalla paura e dall’avversione. Cosa ne penso dei migranti? Parto dal principio universale per cui ciascuno, essendo io un anti-localista, dovrebbe poter vivere nell’angolo del pianeta che più mio aggrada, contribuendo dove vive ai servizi e alla solidarietà necessaria verso la gente più debole. La migrazione è fenomeno epocale complesso, le cui ragioni e le cui dinamiche non si risolvono con la risposta semplice che si vuole tentare di darle. Investe responsabilità planetarie, americane, russe, europee ed arabe, per cui dovrebbero farsene carico tutti. A noi, paese di confine che ha sempre badato a mantenere un necessario equilibrio fra istanze e forze opposte, sta il compito di forzare i paesi coinvolti a intervenire restituendo almeno in parte i lucri che si sono permessi su terre straniere ai danni delle popolazioni locali che oggi rifiutano. Oltre questo credo che in un Paese modello di progresso nel mondo si possono immaginare centinaia di modi con cui trasformare in occasioni di crescita collettiva il fenomeno. Basterebbe averne voglia, competenza e visione. Requisiti che per ora mancano. Spero di aver risposto a tutte le sue domande.

  3. Qui sta l’essenza del suo dire ,caro Pizzola:
    “La migrazione è fenomeno epocale complesso, le cui ragioni e le cui dinamiche non si risolvono con la risposta semplice che si vuole tentare di darle. Investe responsabilità planetarie, americane, russe, europee ed arabe, per cui dovrebbero farsene carico tutti(cfr.Pizzola)”. Altra domanda allora le faccio: lei crede che se ne stiano facendo carico tutti(UE), oppure che il pesante fardello dell’emigrazione africana, stia attualmente tutto sulle “rachitiche “(debito pubblico stellare,disoccupazione giovanile galattica,povertà in continuo aumento, recessione etc.etc.) spalle dell’Italia? In queste condizioni non possiamo farcela, continuando così affonderemo tutti. Così io la penso, al di là dei tonitruanti discorsi dei soliti “bonaccioni” di maniera, cui piace la politica del convento e non la realpolitik. Saluti.

  4. Per la redazione:
    Ma il mio commento?

  5. Caro Temp, il problema non è se Salvini sia o no in grado di fermare il massiccio esodo(del resto è unico e solo a provarci ed è contrastato da tutti, papa in primis e sinistra al seguito). il problema che io mi pongo è se l’Italia, ridotta ai minimi termini economicamente ed altro, sia in grado di sopperire alle loro necessità. Spesso le migrazioni si spingono dove c’è l’opportunità di farsi una nuova vita e non dove c’è la miseria, celata da un finto benessere come il nostro. Ecco, risponda,l’Italia se lo può permettere? Se non se lo può permettere allora bisogna fermarli ad ogni costo, come stanno facendo le altre nazioni UE. Il resto è fuffa formata da un coacervo di chiacchiere inutili..

    • E’ lei che ha posto il perchè dell’ascesa della Lega di Salvini.
      Il problema economico dell’Italia lo riversa sugli emigranti, quanto è un problema molto più ampi, di economia e di sovranità persa con la firma di trattati svantaggiosi per l’Italia.
      Per gli emigranti, che spesso ma non tutti sono di passaggio sul nostro territorio, anche la “misera Italia” (sue parole) è un ancora di salvataggio e se crede che siano loro a far colare la barca si sbaglia.
      Deve, anche per onestà dire che dei 35 euro spesi giornalmente, solo e quando arrivano in tasca, 2,50 euro entrano nelle tasche del migrante richiedente asilo e rifugiato, il resto viene speso per la gestione del mantenimento e chi gestisce sono i nostri e il giro economico è imponente e fa letteralmente gola sempre a noi italiani.
      Desumo dal suo commento che non ha letto ancora i link postati, al quale aggiungo il seguente più attinente alla sua ultima segnalazione: https://www.money.it/immigrati-bufala-35-euro-quanti-soldi-ricevono

  6. Rispondo con una domanda. Chi dei sostenitori del pensiero salviniano sa con certezza che l’accoglienza sarebbe una voce di spesa cosi decisiva? Fino ad ieri li soldi venivano dalla Ue ( e quindi solo in ragione di 1/20 nostra) ed amdava a investire al 90% sul lavoro degli italiani che, a eccezione di chi ci lucrava illecitamente che va punito come un normale ladro, sull’accoglienza ci campavano le proprie famiglie. Questo iltacito patto con la Ue, la Ue finanzia e noi la gestiamo il problema. Ma vado oltre. Una civiltà a nascita zero conun potenziale di pensionati spaventoso, un’intera generazione del babyboom che si avvicina all’età nonostante itentativi di differirla, pretende un’iniezione di risorse umane straniere che paghino le pensioni e garantiscono la perpretazione. Questa una delle ipotesi di soluzione progressista del fenomeno e delle sue economie. A questo si aggiunga quel che definite fuffa buonista, ovvero il dato umanitario che, per quanto oggi passi per esigenza di elite capricciosa e col culo a caldo, è ancora uno dei fondamenti su cui poggia la cultura occidentale da difendere. Senza questa ci resta da difendere solo i film di Banfi, il presepe e la piazza urlante

  7. Io so questa cosa invece: “è più sfumata anche la questione di quanti soldi ci arrivino dall’UE, perché se è vero che “il contributo diretto europeo è molto limitato in rapporto al totale”,(90m milioni) è anche vero che l’Italia non conteggia le spese per i migranti nel computo del debito e del disavanzo pubblico, perché l’Unione Europea le riconosce come straordinarie”. Alla fine quei soldi li caccia l’Italia e da qualche parte li deve prendere. Poi se li storna dal debito e dal disavanzo è solo una sveltina che la UE le concede. Alla fine sono soldi che “cacciamo noi”, non li caccia l’UE. Certe balle dei soldi che caccia l’UE le racconta Saviano. Comunque ,caro Pizzola e Temp, ci siamo capiti, ognuno per la propria strada, ci mancherebbe. Saluti.

    • La ringrazio per aver incrociato la mia di strada di pensiero.
      Ne siamo riusciti per certo rafforzati nelle nostre convizioni e forse anche nei nostri dubbi!
      Buona serata.

  8. Modesto, “è più sfumata la questione dei soldi Ue” non significa certezza, mi sembra. E comunque, in qualsiasi percentuale fossero nostre risorse, e soprattutto, a meno che non trovi un altro link che dimostri il contrario, quei soldi finivano nel PIL illecito e lecito nazionale al 90% che gestiva l’ospitalità. Comprese infermiere, insegnanti, psicologi, animatori, secondini, capigruppo, volontari e involontari. Tutti italiani che ci tiravano su famiglie, prima di quelli che ci si arricchivano lucrandoci

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