La guerra di Mario

C’è una regola non scritta in politica e cioè che le decisioni impopolari si prendono ad inizio o a fine mandato. Nel primo caso per avere il tempo per farle dimenticare, nel secondo per non dare il tempo di ricordare.

Ma il sì dato ieri dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al gasdotto Snam, è di quelli che i cittadini della Valle Peligna non dimenticheranno. Come d’altronde non hanno dimenticato quello dato nel 2018, in situazione speculare di fine mandato, dall’allora premier Paolo Gentiloni alla centrale di spinta di Case Pente.

Facce della stessa medaglia che comunque cada vedono perdente la volontà e la voce popolare.

Opera strategica ha detto e ripetuto il ministero, senza però finora argomentare e misurarsi con il consistente dossier fatto dai comitati No Hub del Gas e senza spiegare come quest’opera, che costerà oltre 2 miliardi di euro (pagati dai contribuenti), si concilia con le strategie europee sottoscritte dal nostro Paese e che vogliono per il 2030 il dimezzamento dell’approvvigionamento da fonti fossili e per il 2050 l’azzeramento. Viene il sospetto che anche l’Agenda d’Europa sia carta straccia e quelli che le fila le tengono davvero lo sanno e si preparano. E questa è la versione migliore. Più nobile.

Perché la lettura peggiore, e restiamo nel campo delle congetture, è che tutto questo movimento di soldi e infrastrutture, sia solo business.

La guerra in Ucraina e la crisi energetica, sia chiaro, non c’entrano nulla. Nonostante i deliri ascoltati sui media nazionali e a cui un manipolo agguerrito e documentatissimo di semplici cittadini ha fatto fronte punto per punto e con dati alla mano per oltre quindici anni.

Io li ricordo, a quei tempi, quando per la prima volta la notizia dei movimenti a Case Pente venne svelata dal mensile Zac. Ricordo i loro volti, le loro richieste, le preoccupazioni, i sit-in, le trasferte e le loro giornate spese per la salvaguardia del territorio. La battaglia di Mario, Giovanna, Antonio, Adriano, Pietro, Augusto, Savino e dei circa 10mila che sono scesi in piazza nell’aprile del 2018 per dire no al metanodotto, è persa.

Ma non è stata inutile, perché ci ha tenuti in vita come comunità. D’accordo tra noi, in disaccordo con chi decide le nostre vite.

12 Commenti su "La guerra di Mario"

  1. è di pochissimi cittadini della Valle Peligna!!!
    ma quali diecimila?
    ancona numeri a iosa, smettetela

    • Mi elenca i motivi del suo si? Può essere che io che sono “tra quei pochissimi” mi ravveda! Ma elenchi, giustifichi, spieghi, altrimenti lei è solo fuffa.

  2. Sveglia! E ora di alzarsi. | 6 Ottobre 2022 at 08:47 | Rispondi

    Si cominci a pensare ad un piano B, ovvero ottenere quanti più ristori possibili. Royalty ventennali o trentennali, opere di compensazione tipo nuovo polo scolastico. Pensare comunque a qualche ritorno per i cittadini peligni

  3. Caro SI HUB 10mila persone hanno manifestato per le strade di Sulmona il 21 aprile di pochi anni addietro. Quindi non mistifichi la realtà della volontà della popolazione peligna in nome delle sue convinzioni personali.

  4. Sulmonabellaeabbandonata | 6 Ottobre 2022 at 10:45 | Rispondi

    I ristori sono solo nella testa di qualche illuso.Il ristoro lo avrà la Snam con un affare di 2 miliardi e 300 milioni per un’opera assolutamente inutile che verrà pagata con le bollette dei cittadini italiani compreso il masochistico signor SI HUH.

  5. FinalmenteIlVia | 6 Ottobre 2022 at 14:40 | Rispondi

    Ma finalmente si parte; tutta questa polemica per la presunzione di un piccolo territorio di voler imporre i suoi campanilismi a tutta la nazione.
    Tutta questa attenzione all’ambiante ma bruciate potature e sterpaglie in continuazione; avete imposto il divieto ad un inceneritore di rifiuti per continuare a metterli in un buco e vi lamentate anche degli odori. Cominciate a studiare ed aprire la mente invece di pretendere di avere servizi senza alcuna innovazione.

    Finalmente una lezione di cultura e di umiltà dal governo che, in questo caso, ha fatto anche i vostri interessi.

    • Perché non si palesa? Immagino lei nn sia di Sulmona, o quantomeno non viva qui, lo immagino e/o lo spero, altrimenti significherebbe che lei non ha ha cuore la salute sua e dei suoi cari. L’interesse quando guardi i fiori dalla parte della radice, te lo puoi sbattere

    • *Ha a cuore*

  6. Invece di contare partecipanti a manifestazioni, invece di millantare numeri a caso circa i pro e i contro perché più semplicemente non si organizza una modalità semplice e democratica per far esprimere le cittadinanze coinvolte con una domanda chiara a cui rispondere si o no. Così finalmente sapremo cosa pensano i cittadini senza intermediari o portavoce comunque di parte che si eleggono capi popolo senza che nessuno popoli li abbia autorizzati. Si ha paura di cosa pensa il cittadino?

  7. francesco.valentini1935 | 12 Ottobre 2022 at 17:07 | Rispondi

    Seguendo le argomentazioni prodotte,nella polemica Snam,dai fautori dell’opera,non e’ difficile capire perche’ Sulmona e’ precipitata nella crisi in cui ci dibattiamo:auguri,ma per quelli che vorranno restare in sede (o che sono costretti) non penso sia facile e “sanitariamente confacente”,se la Medicina serve ancora a qualcosa:avanti,soloni per partito preso o per antipatie personali.

  8. … finalmente si parte… Si, ma da questa Valle di lacrime che diventerà una camera a gas… a causa non di una, ma bensì di due centrali turbogas… che ce ne dobbiamo fare dei ristori se lentamente ci avveleneranno l’aria che respiriamo… c’era rimasta solo quella…

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