La sentenza: clausole abusive, il giudice sospende la vendita all’asta

L’asta era stata già pubblicata e la data per l’incanto fissata, ma il giudice delle Esecuzioni del tribunale di Sulmona, Luca Pelliccia, ha deciso di sospendere la vendita. Il titolo esecutivo da cui muove l’alienazione del bene, in questo caso una villa sita a Sulmona, infatti, va verificato.

La questione è complessa e il provvedimento innovativo, uno dei primi in Abruzzo, destinato a fare “scuola” e, soprattutto, nel rispetto delle direttive europee, ad assicurare maggiore tutela ai consumatori, in particolare quelli che si trovano a dover affrontare i colossi bancari o delle finanziarie.

In altre parole, il decreto ingiuntivo da parte di una banca, se non opposto (per impossibilità finanziaria o solo per non conoscenza della norma), non può automaticamente trasformarsi in titolo esecutivo, ovvero in un pignoramento. Cosa che è sempre accaduta fino ad aprile scorso quando una sentenza della Cassazione a sezioni unite ha rivoluzionato i rapporti tra creditore e debitore, sempre nel caso che si tratti di un consumatore.

Il caso specifico, curato dallo studio legale Valeri, fa riferimento ad una commerciante di Sulmona che a seguito di uno scoperto bancario sul conto corrente, si è vista mettere all’asta la sua casa. La donna non aveva fatto opposizione al decreto ingiuntivo che, per questo, si era trasformato in pignoramento con vendita all’incanto della casa in cui abita.

L’eccezione avanzata dai suoi legali, che si rifà alla sentenza della Cassazione di aprile, è che prima di procedere all’incanto, comunque bisogna verificare se ci sono eventuali clausole abusive che abbiano effetti sull’esistenza e/o sull’entità del credito. Una posizione che muove dal peccato originale del “burocratese” che spesso viene utilizzato dalle banche e di fronte al quale il consumatore spesso firma confidando nella buona fede e non sapendo realmente le condizioni che si vanno ad accettare. Insomma, la legge, in questi casi, ammette e tutela l’ignoranza.

Il giudice ha così ieri concesso quaranta giorni al debitore per opporsi al decreto ingiuntivo per far accertare l’eventuale abusività delle clausole contrattuali. L’asta per questo dovrà essere congelata e le chiavi riconsegnate alla proprietaria.

1 Commento su "La sentenza: clausole abusive, il giudice sospende la vendita all’asta"

  1. Ottimo. Bravo signor giudice.
    Tutelateci da questi strozzini legalizzati che a volte hanno tassi di interessi pari ai Casamonica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*