Liberi di non credere. La ricerca di Silvia Baldassarre

Il volume sarà presentato oggi (ore 18) sui canali nazionali dell’Uaar (unione degli atei e degli agnostici razionalisti) ed è una delle poche pubblicazioni esistenti in Italia e in Europa che affronta il tema della laicità negli Stati membri. A scriverlo è una giovane di Popoli, Silvia Baldassarre, 31 anni ricercatrice nella facoltà di Giurisprudenza all’università di Firenze, che con pazienza e metodo ha scandagliato la legislazione di tutti i 27 Paesi membri dell’Unione per verificare il grado di laicità degli stessi.

Impresa non facile, non solo per la mole di lavoro, ma perché il Vecchio Continente, nonostante i principi ispiratori, resta sostanzialmente poco aperto ai non credenti. “Esistono pochissimi testi sull’ateismo in Europa – spiega la ricercatrice – perché troppo spesso esso viene incluso nel principio di religiosità. Invece ci sono una serie di diritti dei non credenti che vengono spesso non rispettati, anche in Paesi notoriamente laici come la Francia. Non è solo una questione di simboli religiosi che si trovano nei luoghi pubblici, siano essi cattolici o ortodossi, quanto di diritti che in alcuni casi vengono negati. Pensiamo solo che in Irlanda la maggior parte delle scuole è in mano alla Chiesa e che per accedervi è necessario aver ricevuto il battesimo. O ancora all’aborto, ritenuto reato penale a Malta e che in Italia, nonostante la buona legislazione, è un diritto nei fatti negato in molte zone a causa della diffusa pratica dell’obiezione di coscienza dei medici. Per non parlare della Polonia, dove oggi si pensa a delle zone franche dall’omosessualità. Eppure dai dati statistici gli atei sono una fetta consistente della popolazione mondiale, ben il 16%, che in qualche modo hanno diritto ad essere tutelati”.

Nel “Codice europeo della libertà di non credere. Normativa e giurisprudenza sui diritti dei non credenti nell’Unione Europea” (edizione Nessun Dogma, premessa di Francesco Margiotta Broglio) per ogni Paese, in maniera sistematica, viene presentato un inquadramento storico giuridico e definito lo status delle comunità religiose e delle associazioni non confessionali. Sono inoltre delineate questioni cruciali per la laicità come insegnamento etico-religioso nelle scuole, interruzione di gravidanza, eutanasia e suicidio assistito, tutela penale del sentimento religioso, unioni Lgbtq. Due anni e mezzo di lavoro e ricerca che sono un contributo politico e civile per la nostra Europa.

3 Commenti su "Liberi di non credere. La ricerca di Silvia Baldassarre"

  1. Perfettamente d’accordo sull’iniziativa, ma la fede con la repressione di Varsavia per la dimostrazione LGBT che c’azzecca? Era meglio mettere un foto di Giordano Bruno, certamente più valida come riferimento

    • Ne parla l’autrice

      • Infatti, la segnalazione era per l’autrice come per l’UAAR.
        La laicità religiosa (per i non credenti com’è scritto nell’articolo) è qualcosa di diversa competenza e indirizzo che per l’espresso caso dell’LGBT; si può essere credenti e praticanti quando si vuole, ma per una società bigotta che non va identificata unicamente con la religiosità, per essere comunque addidati e perseguitati.
        Il titolo del loro convegno recita:“Codice europeo della libertà di non credere, i diritti dei non credenti nell’Unione Europea – Normativa e giurisprudenza”. Per le ragioni di cui sopra e per il caso specifico citato, risulta quantomeno equivoco e fuorviante della verità.

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