L’ultima neve

Montagne sguarnite di neve, versanti assolati e brulli, caldo primaverile e la vegetazione che stenta a trovare la propria dimensione, schiacciata fra morte e rinascita. È questo il desolante scenario tipo di un inverno nel pieno della crisi climatica. Scenario fino ad un certo punto perché questa è anche la realtà in Appennino in questo triste inverno.

Nel suo saggio La grande cecità: Il cambiamento climatico e l’impensabile (Neri Pozza, 2017), l’intellettuale e scrittore indiano Amitav Ghosh mette in guardia l’Occidente sul futuro prossimo del pianeta e sull’incapacità di adottare soluzioni immediate e concrete contro il riscaldamento climatico globale dovuto alle attività antropiche.

Cecità di governanti e amministratori, di media e opinion leader e di una parte della popolazione. Cecità che non riguarda chi i dati del clima li studia da anni: “L’Abruzzo è una Regione prevalentemente montuosa – spiega Piero Di Carlo, professore di Fisica dell’atmosfera e Climatologia all’Università di Chieti-Pescara – e gli ambienti montani sono più soggetti agli effetti dei cambiamenti climatici. Per questo nella nostra Regione abbiamo osservato un aumento doppio rispetto alla media climatica continentale”. (Dati Abruzzo rapporto sullo stato dell’ambiente. Clima e mutamenti climatici di Eleonora Aruffo, Matteo De Albentiis, Piero Di Carlo. 2018)

Questo è stato il secondo Capodanno con temperature abbondantemente sopra le medie stagionali. L’anomalia di temperatura media nel 2022 è stata di +1,6°C su base 1981-2010, che salirebbe a +2,1°C se venisse considerato il trentennio 1961-1990. L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa da quando disponiamo di dati. È stata anche molto secca, con conseguenze pesanti per la rete fluviale. Sono aumentati anche gli eventi climatici estremi, come testimonia Legambiente che ha registrato nello scorso anno un aumento degli stessi del 55% (310 eventi) e 29 morti.

L’anomalia di questa stagione invernale si riflette anche negli sguardi spenti e malinconici dei montanari. Scialpinisti, ramponatori, ciaspolatori e semplici escursionisti sono stati colti da un particolare jet lag che ha a che fare con il cambio di stagione e non con il fuso orario. È una montagna tardo-autunnale senza più i colori dell’autunno. La neve s’intravede angosciata solo sui profili sommitali di Maiella e Gran Sasso. A valle lo spaesamento e la desolazione sono la base degli stati d’animo su cui si innestano altri sentimenti da evidente eco-ansia.

“Le montagne – continua ancora Di Carlo – possono essere viste come sentinelle del clima e l’assenza di neve di questi giorni è solo una delle avvisaglie. Altri effetti che abbiamo riscontrato sono la maggiore presenza di pollini e spore nell’aria, la perdita di biodiversità, una diffusa siccità”.

A farne le spese maggiori è stata sicuramente la stagione sciistica abruzzese che è ormai compromessa. I gestori degli impianti il prossimo 11 gennaio incontreranno la ministra del Turismo Daniela Santanchè per chiedere un pacchetto di aiuti, anche se gli interventi necessari sono di altra natura e nei prossimi anni le stime ci dicono che si scierà sempre meno.

Montagne che non saranno la safe zone del cambiamento climatico, ma ambienti delicati e fragili colpiti in maniera maggiore dal climate change. “Nulla è remoto nell’era del surriscaldamento globale – scrive ancora Ghosh -, non c’è luogo in cui le consuete aspettative della vita borghese non siano messe in discussione”. Presto o tardi, davanti all’ineluttabilità del clima che cambia, dovremo aprire gli occhi e contro la grande cecità prendere coscienza dell’urgenza delle sfide e difficoltà che ci aspettano.

Savino Monterisi

21 Commenti su "L’ultima neve"

  1. È colpa del covid se non nevica.

  2. Se tornassimo 32 anni indietro, e internet sarebbe già diffusa, avreste potuto propoporre lo stesso articolo…1990, la stagione invernale si chiuse all’Aremogna con neve zero.
    Se ogni evento climatico lo amplificate sullo sfondo di un cambiamenento climatico nefasto, non fate buon giornalismo.
    La terra esiste da 5 miliardi di anni, la storia dell’uomo inizia più o meno 200mila anni fa….e voi state a commentare i dati di medie di trent’anni, rilevate da chi? In quale luogo? Con quali strumentazioni?
    Parlate della sagra della polenta , del penoso cartellone di iniziative di Natale di Sulmona.
    Lasciate commentare il clima a riviste scientifiche cosi’ come del sistema linfatico si svrive su riviste mediche

    • lasciamo che commentatori come lei, anonimi e del tutto privi di qualsiasi cognizione e competenza giornalistica, oltre che scientifica, esprimano le proprie opinioni e giudizi sul lavoro degli altri, infarciti di qualunquismo a buon mercato e conditi di strisciante complottismo di ultima generazione. Se tornassimo a 32 anni fa, le consiglierei di studiare un po’ di più e magari comprendere in tempo che il cambiamento climatico non è un fenomeno amplificato come dice lei, ma il frutto di un’attività antropica devastante, come dice la scienza e gli scienziati, non i commentatori anonimi

      • Sono d’accordo con quello che dice Grizzly. In vent’anni il clima è cambiato tantissimo, a una velocità incredibile. Vedere 3 o 4 anni di fila con pochissima neve, temperature costante alte in tutte le stagioni. È una tragedia. Ci rendiconto che la pianura Padana e anche tutto il resto rischia di rimanere senza acqua. Già la scorsa estate la siccità era spaventosa e purtroppo sarà poi ancora peggio. Mi spiace per le nuove generazioni.

  3. Eravamo 34... | 8 Gennaio 2023 at 10:49 | Rispondi

    Quoto RobertOne

  4. Luigi Gagliardi | 8 Gennaio 2023 at 11:24 | Rispondi

    Purtroppo la razza umana ha in sè una innata resistenza al cambiamento di abitudini, di usi e costumi ed anche di idee quindi difficilmente riusciremo a rinunciare a qualche comodità consumistica in cambio di un pianeta abitabile.
    Anche perchè alle comodità dovremmo rinunciare nell’immediato mentre il pianeta sarà invivibile nel giro di un centinaio di anni.
    Sfortunatamente poche persone hanno la percezione del fatto che su questo pianeta tutto è intrecciato e collegato, ad esempio scaldando maggiormente la fascia subtropicale africana si compromette sempre di più l’agricoltura e quindi semplificando al massimo le persone hanno sempre meno da mangiare e di conseguenza migrano sperando in condizioni migliori.
    Lo scioglimento dei ghiacci dei poli secondo alcuni studiosi fermerebbe la corrente del golfo e ne conseguirebbe una nuova era glaciale per cui si avranno altre terre inospitali ed altre migrazioni stavolta in direzione nord->sud.
    Insomma il cambiamento climatico, antropico o nò, nel giro di un centinaio di anni darebbe parecchio materiale propagandistico agli ultra nazionalisti solo che potremmo ritrovarci noi dell’emisfero “temperato” ad emigrare verso l’equatore 😉
    Insomma per concludere, il pianeta sopravviverà, come disse il saggio “l’ha semBre fatto”, 😂 bisognerà vedere se ed in che modo sopravviveremo noi.

    PS trenitalia è un pò più lungimirante e per andare a sciare ha già attivato il frecciarossa Napoli -> Bardonecchia 😉

  5. Stelle Fadoni | 8 Gennaio 2023 at 12:17 | Rispondi

    Ottimo articolo in cui si parla appunto della CECITÀ senza la quale oggi saremmo a ciaspolare nei boschi con la nuvoletta di fumo che esce dal naso, la fioritura nei tempi giusti,la provvista di acqua per l’estate. Ho il ricordo di tanti inverni e una cosa è l’annata eccezionale, altra cosa è un trend che ogni anno si consolida,un ghiacciaio che sparisce, una falda che si esaurisce. E poi le registrazioni inequivocabili di numerosissimi monitoraggi, tra i quali quelli del prezioso prof.Di Carlo, per il quale non sarà una novità essere contestato da chi vuol coprire i suoi dati con la musica della nave che affonda, ma in allegria, mi raccomando!

  6. Grizzly non sono anonimo. Sono RobertOne cone tu sei Grizzly.

    Ho espresso il mio pensiero senza offendere nessuno , mi scuso se qualcuno si sente offeso.

    Ribadisco quello che ho detto, non è possibile che ogni singolo evento metereologico diventa l’occasione per quasi tutte le testate per fare terrorismo mediatico. Senza andare milleni indietro La civiltà attuale è nata sul Nilo, dove si coltivava la terra resa fertile dal limo. ora c’è deserto. L’attivita’ umana impattante è arrivata sulo nell’ultimo secolo.Questo,anche alle zucche più impressionabili, dovrebbe dimostrare che il clima è sempre mutato. Lo stesso concetto di clima dovrebbe essere declinato come mutevole per definizione.

  7. Quindi, per capire, la cosa più importante è che chi commenta debba mettere nome, cognome, indirizzo di residenza e codice fiscale? Nient’altro? Avete l’e-mail di chi scrive, non siamo così anonimi! Il vostro paladino, l’esimio Amitav Ghosh è un giornalista, scrittore e antropologo, quindi mi viene da chiedere, quando ha conseguito la laurea in fisica dell’atmosfera, forse stanotte??? Non fa parte della comunità scientifica, non scrive articoli scientifici in materia, per cui le sue sono solo opinioni, del tutto personali, non valgono più di quelle di altre persone. I veri ignoranti in materia di scienza e tecnologia siete voi giornalisti, che vi definite in modo arrogante e supponente “Umanisti” e avete da sempre affermato la superiorità della cultura umanistica su quella scientifica ed ecco i risultati! Trattate la scienza in modo dogmatico, che è il modo più assurdo di trattare la scienza! Non è proprio possibile essere negazionisti su una teoria scientifica che di scientifico ha ben poco, non è dimostrata in modo rigoroso! Anzi essere dubbiosi e mettere sempre in discussione le teorie scientifiche non solo è salutare, ma è l’unico modo giusto di trattare la scienza! Se siete giornalisti, invece di martellare sempre sulle stesse cose, potreste ad esempio riportare anche cosa dicono e cosa riportano nei loro articoli scientifici fisici dell’atmosfera, biofisici, scienziati che si occupano della materia dalla mattina alla sera, perché sul tema anche nell’ambito della comunità scientifica, non c’è concordanza, anzi! Ci sono tanti scienziati che non è che dicono che i cambiamenti climatici non ci siano, ma dicono, attenzione, perché tutta questa narrazione dogmatica assolutistica, è basata su teorie scientifiche, o pseudo-scientifiche, che di rigoroso non hanno nulla! Voi giornalisti utilizzate delle parole che non sapete neanche cosa siano! Ad esempio “esponenziale”, sapete la differenza tra funzione esponenziale, o potenza, o sigmoidale? E non a parole, ma in formule! Se voi sapeste davvero cos’è la funzione esponenziale non la usereste mai per descrivere fenomeni naturali o di avanzamento dei contagi, perché non ha nessun senso! Siamo pieni di gente come voi, che spara le proprie certezze assolute, perché vede il tempo che fa dalla propria finestra di casa, o perché semplicemente, lo dicono tutti allora è vero, ma guarda caso di quello che dicono gli scienziati che si occupano del clima non frega nulla a nessuno! I climatologi sono come gli chef e i virologi anni fa, quando non se li filava nessuno! La scienza e gli scienziati non dicono: “…il frutto di un’attività antropica devastante, come dice la scienza e gli scienziati”, non è così, provate a telefonare alle facoltà di fisica dell’atmosfera e vedrete cosa vi risponderanno!

  8. Quindi, I governi di mezzo mondo sono in allarme per le previsioni future che riguardano il pianeta, cercando di effettuare una difficilissima transizione ecologica, considerati gli enormi interessi in gioco, il tutto sula base di false informazioni?

  9. Paolo ha ragione…… narrazione dogmatica! Intitolare l’articolo “L’Ultima Neve”…. quando si parla di concetti scientifici bisogna aver sensibilità altrimenti si generano allarmismi.
    Grizzly occupati adesso del piano neve del comune, che dopo la metà del mese la neve arriva e vediamo cosa succede.

  10. tutto è un grande complotto, gli accordi di Parigi e tutto il resto. Lo dicono gli scienziati come RobetOne, famoso scienziato accreditato. La transazione ecologica è una manovra di bigpharma (che ci sta sempre bene) per schiavizzare il popolo e poter inserire microchip… il cambiamento climatico fa molto male, alle cervella

  11. Gentile redazione, sappiamo anche che si inquina utilizzando la rete internet per scrivere e pubblicare articoli non proprio indispensabili per la nostra sopravvivenza( si consuma energia, elettricità e gas per produrre energia), si inquina anche prendendo la macchina, magari non proprio ecologica, per andare al mare o a fare escursioni in montagne distanti 20, 30, 40 km da casa (e per farne altri 20, 30, 40 km per tornare), oppure, più semplicemente, mangiando gli arrosticini ( le cui sagre e festival sono state oggetto anche di alcuni vostri interventi non proprio contro…) Eppure, tutti sappiamo che abusare della carne inquina moltissimo. Gli esempi sono infiniti. Pochi, dunque, possono salire sul pulpito per fare le prediche. Voi siete tra questi? Far esprimere agli altri opinioni diverse, senza reagire con irritazione, è sempre cosa buona e giusta. Abbracci.

    • l’irritazione è conseguente ai professori che si autoproclamano esperti di giornalismo e scienza, senza dare alcuna credenziale in merito (a questo serve non essere anonimi). Come vede lasciamo che tutti dicano la propria opinione, ma non tolleriamo lezioni di giornalismo e scienza da chi autorefernziandosi si erge a paladino della verità. Per la cronaca: prendiamo atto che i governi del mondo sono impazziti e stanno combattendo contro un problema che non esiste (per voi). Auguri ai vostri figli e ai vostri nipoti

      • Caro Grizzly, le vostre credenziali di scienziati o esperti giornalisti (ma che significa, poi…) ancora non sono state fornite. Cosa significa essere giornalisti o esperti giornalisti? Essere professori? Detenere la ragione e la verità assoluta? Poter salire in cattedra e separare i buoni lettori dai cattivi? Lei sa meglio di me che per diventare giornalista, iscritto all’albo, non è nemmeno necessaria la laurea, ma solo un diploma. Vogliamo parlare dell’esame? Per i pubblicisti è necessario solo un diploma di scuola media inferiore, giusto? Con queste premesse, se fossi un pubblicista o un giornalista (ma non lo sono né voglio esserlo), tornerei ad assaporare un buon piattino di umiltà. L’opinione di un pubblicista o di un giornalista è una tra le tante e come tale può essere interessante o meno, giusta o sbagliata. Lei crede che a noi non interessi nulla del clima? Da cosa lo deduce? A lei interessa? Cosa fa per limitare il suo impatto sul mondo? Può essere, al contrario, che semplicemente abbiamo tutti bisogno di voci autorevoli al posto e al momento giusti? Ad ogni modo, io avrei più rispetto per chi legge le vostre opinioni. E’ pur sempre tempo e attenzione che qualcuno vi sta dedicando. Al contrario, riusciremo lo stesso a sopravvivere. Abbracci.

        • Signor non meglio identificato uhb, per diventare giornalisti bisogna sostenere un esame di Stato che è tra i più difficili tra le professioni (quando si diventa professionisti) e questo vuol dire avere cognizione della notizia, di cosa sia una notizia, di come la si scrive, delle verifiche che si fanno e del modo in cui si impagina. Ecco cosa vuol dire essere giornalisti. Vuol dire raccontare quel che si vede, avendo fatto le relative verifiche, esprimere anche opinioni, certo, ma sempre basandosi sui fatti. E i fatti, in questo articolo del collega Monterisi, sono citati anche nelle fonti. Lei le può confutare, certo, ma non può smentirle, non può mettere in dubbio il lavoro di riflessione fatto dal collega. In quanto ai nostri titoli di studio le aisscuro che in questa redazione sono tutti laureati, se questo dovesse essere titolo necessario e sufficiente. Al contrario, non conoscendo io la sua identità, né le fonti autorevoli a cui fa riferimento nelle sue opinioni, ha lo stesso valore di una fonte anonima: ovvero nessuno. Quindi se vuole confutare il fatto che ci sia un problema di clima nel mondo, smentendo di fatto scienziati e governi di tutto il mondo, si presenti con le sue credenziali e citi fonti attendibili. Così si potrà aprire il confronto. In ultimo: è proprio per il rispetto che abbiamo dei lettori che ci preoccupiamo di metterli in guardia da chi propina false verità. Al contrario noi sicuramente sopravviveremo.

  12. ci mancavano i negazionisti del climate change, in astinenza di vaccini. Scommetto che sono gli stessi. Gente frustrata

  13. Caro frustrati,grizzly, complotto e compagni vari. Qui non stiamo dicendo che il clima non cambi. Al contrario , l’ho scritto , il clima è sempre mutato. La civiltà umana si è adattata, ho portato l’esempio del Nilo. Quindi imparate ad interpretare lo sctitto.
    Grizzly inizia tu a firmarti perché sei il primo che si cela dietro un pseudonimo.

    Quello che ho detto e che a parlare di clima, imponendo dogmi assoluti, è sbagliato.
    E poi il clima è una questione scientifica capisci Grizzly, e come se tu ci venissi a parlare del sistema immunitario del corpo umano.

  14. Uno pseudomino.

    Grizzly lo so, è un errore di scrittura.

  15. ietv a durmi’ tutt quant

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